di Andrea Della Casa
L’eterna
battaglia tra detrattori e sostenitori di prodotti OGM continua e, forse, sarà
lunga e sanguinosa.
Ad
inizio anno l’UE ha aperto la porta agli OGM, delegando ai singoli Stati l’eventuale
divieto di coltivare prodotti geneticamente modificati sul proprio territorio.
Si
parla spesso e soprattutto di problemi alla biodiversità e di eventuali danni
alla salute che tali prodotti possono provocare, ma nessuno che dica
semplicemente che gli OGM, ad oggi, non sono la soluzione.
Già
perché l’obiettivo millantato dai sostenitori, e cioè risolvere la fame nel
mondo, non è al momento attuabile per il semplice fatto che i caratteri
fenotipici di interesse agrario di una coltura (aumento della produzione etc….)
sono di carattere poligenico, cioè controllati da più di un gene, e questo fatto
rende assai complicato “costruire” una pianta OGM come vorremmo che fosse.
L’unico
precedente a favore è il flop del Golden Rice, prodotto illusorio nato per
risolvere i problemi alimentari delle popolazioni povere e finito per essere
ritirato dal mercato.
Per
cui, ad oggi, l’unico interesse di produrre piante OGM è per la tolleranza agli
erbicidi (mi pare superfluo parlare delle colture Roundup Ready della Monsanto
e di tutto ciò che ci sta dietro, vero?) con il risultato di generare così
infestanti resistenti e di dover implementare sempre di più, anno dopo anno, il principio attivo (glifosate in questo caso)
che finirà inesorabilmente nel terreno, nelle acque, nei piatti….
Lo stesso discorso vale per mais Bt & C., tollerante alla piralide fino a quando non insorgerà resistenza da parte dell'insetto.
Detto ciò tornatemi a parlare di OGM quando avrete argomentazioni decisamente più convincenti.
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