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martedì 25 marzo 2014

barolo 1969, massolino, serralunga d'alba


Oggi sono felice! Grazie a Rosario, il nostro speleologo enoalimentare, ho assaggiato con lui e con Gianpaolo Laiolo un Barolo 1969 di Massolino.
Tappo frantumato durante l’estrazione!
Non ho avuto tempo di preoccuparmi che il vino era nei calici.
Colore intensissimo, vivace, per nulla mattonato, cangiante.
Gianpaolo ed io siamo rimasti colpiti dalla acidità viva che traspariva anche al naso con profumi di ribes (insomma un frutto acidulo, fate voi!) e poi veniva fuori una componente terrosa e il tabacco, il caffè macinato, l’arancia sanguinella, il tamarindo.
Non cadeva mai nei profumi brodosi di umami e l’acidità teneva tutto in galleggiamento vivace.
Profumi in mutazione, delicati.
Poi siamo arrivati al momento del bicchiere col fondo e ho pensato a Niccolò.
In effetti a bicchiere fermo c’era più percezione di tostato, caffè, cioccolato amaro, terra arsa, tabacco.
In bocca si percepiva una granella materica molto intrigante che aumentava le percezioni tostate e i profumi sembravano persino più intensi.
Arieggiandosi un po’ è comunque ritornata la componente agrumata e acidulata.
Il tannino era risolto e morbido, era più l’acidità a giocarsela con grande eleganza e ciò mi è sembrato strano per un nebbiolo.
L’annata è rubricata nel sito dei Massolino come “Normale”, chissà come sono quelle “Grandi”?
Comunque un pensiero mi è venuto a riguardo dell’invecchiamento dei vini: sicuramente questo Barolo ha avuto momenti evolutivi molto antecedenti in cui era migliore di come lo abbiamo bevuto noi oggi, per cui mi chiedo che senso abbia farsi obnubliare dalla ricerca dell’”antico”, la vedo come una sfida, tutta umana, contro il tempo, una ricerca di “immortalità” ottenuta con elementi mortali, un gioco culturale più che una necessità organolettica, in cui tra l’altro si creano le barriere tra i savant e i non savant,tra i “professionisti” e gli “amatori” che tanto fanno male alla comunicazione enologica.



Vino  ottenuto dal blend del nebbiolo di Vigna Rotonda (credo sia la rinomata Vigna Rionda di adesso) e della Vigna Parafada come si faceva a Barolo sino agli anni settanta, il concetto di cru nasce in tempi più recenti, anche su stimolo di Veronelli, che sia meglio chi lo sa?
Una delle cose che mi ha colpito è il grado alcolico 12,5%vol, credo che gli enologi contemporanei lo ritengano un po’ basso per un vino da grande invecchiamento a parte questo, mi ha anche colpito che vini contemporanei di Massolino provenienti dagli stessi vigneti abbiano anche un paio di gradi alcolici in più.
Kempè


Luigi


3 commenti:

  1. La ricerca dell'antico dev'essere finslizzato ad una piacevolezza immediata perfetta, se si va oltre i 20/25 anni penso si cerca il sensazionalismo o la statstica o la didattica.
    kempè

    claudio tenuta

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  2. Lo sapevo, il tutto era per dire che i nati nel 1969 sono già in fase calante :-)

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