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lunedì 28 maggio 2012

seta carpe riso e anatre



“I primissimi acquacolturisti del mondo, ossia i cinesi che allevavano carpe 4.000 anni fa, iniziarono come policolturisti. I primi produttori di seta cinesi scoprirono che le carpe si congregavano spontaneamente sotto i gelsi dove i bachi da seta filavano i bozzoli. Alla fine, si accorsero che anche le carpe stesse potevano costituire un raccolto. Questo originario rapporto biunivoco si ampliò nel corso del tempo. Si scoprì che le feci della carpa stimolavano la crescita del riso e di altre erbe utili raccolte dai cinesi. Queste erbe servivano anche ad alimentare le anatre che potevano essere macellate per la loro carne. Si sviluppò così una policoltura a quattro sensi in cui seta, pesce, pollame e cereali derivavano tutti dalla fertilità condivisa e riconvertita di un solo stagno.”
Paul Greenberg, “Four Fish, il futuro dell’ultimo cibo selvatico.” Slow Food editore, 2012.

Una profonda irritazione mi coglie nello scoprire che oggi, con dolo e pusillanime esaltazione della potenzialità delle scienze moderne, si sia persa ogni memoria di tecniche efficienti e perfettamente integrate con la natura, il paesaggio e le comunità umane.

4 commenti:

  1. Questi sono tempi in cui ci si sta accorgendo di aver perso, o meglio dimenticato, lo sguardo "oltre", quello sguardo che ci permette di vedere la natura attorno a noi nella sua realtà, che permette la comunicazione fra due mondi vicini più di quello che generalmente pensiamo.

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  2. Ci si rende conto che la natura è autarchica, che non necessita degli invasivi e invadenti interventi umani, e che spesso non siamo capaci di osservarla, guardiamo ma non vediamo. Deve far riflettere. Davvero bello!

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  3. Questa tecnica (mutando la tipologia dell'avanotto immesso in risaia)è stata usata anche nel Vercellese per moltissimi anni e fino all'inizio degli anni 60.
    L'introduzione degli erbicidi, ha fatto si che il pesce immesso, morisse o non crescesse: da qui l'abbandono della pratica.
    Non ultimo il pesce immesso regolava naturalmente la popolazione delle zanzare, nutrendosi delle larve delle stesse.

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    1. Grazie per la dritta, delle risaie Vercellesi mi erano note la raccolta delle rane che hanno dato per anni grandissimi soddisfazioni culinarie e la possibilità di integrare il magro salario agricolo.

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