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venerdì 8 marzo 2013

Neuroni sparsi (Parte I). Di N.Desenzani



Quando ho iniziato a scrivere sui vini che bevevo, cercavo di trovare sempre la concentrazione necessaria per fissare le mie impressioni. Ogni bevuta non scritta era un po’ un rammarico. Poi col tempo e le centinaia di degustazioni trasformate in parole, si è affacciata un’attitudine più trasandata. Da un lato perché se uno vuol esser originale a un certo punto diventa sempre più arduo non ripetersi, dall’altro per materiale mancanza di tempo e infine perché si tende ad avere un approccio più sintetico del tipo “mi piace, non mi piace, magari ne scriverò”.
Poi ci sono dei giorni in cui ripassi col pensiero un po’ di bevute che non hai raccontato e scopri che fra queste alcune erano memorabili ed è un peccato non trasferirle e condividerle con gli altri.
Già ai tempi mi ero inventato l’espediente di scrivere post dal titolo “note sparse”, perché allora questi pezzi di memoria dimenticata spesso esistevano come parole su materia scrivibile.
I seguenti invece sono davvero trascrizioni di pezzi di memoria neuronica, di cui talvolta esiste una foto. IPhonechediolobenedica.
Ci tenevo a condividerli e avevo bisogno di un defrag del mio cervello vecchio modello, ché altrimenti si inceppa.
Per numero e per non disintegrare il lettore ne vado pubblicando un tot alla volta.

Rosato 2007 Massa Vecchia
Grazie! Potrei fermarmi qui con la descrizione di questo vino. Il grazie è a Jacopo Cossater che ha attraversato mezz’Italia con questo forse ultimo esemplare esistente dell’annata 2007 per condividerlo col sottoscritto. Grazie a Massa Vecchia, che con questo rosato, oltre a innalzare la categoria a livelli sublimi, ci arriva con uve aromatiche, Aleatico e Malvasia. Un miracolo di beva e complessità. Un vero viaggio. Dico solo che dopo questo vino, mi sono convertito al Massavecchiaismo.

Vigna Ronchetto 1997, Lino Maga
Ho scovato fra i bui scaffali di un’enoteca 4 bottiglie di questo piccolo capolavoro di Maga, in annata strepitosa. Questo cru era così difficile da coltivare e forse non ne venivano così apprezzati i risultati che Maga ha deciso di non produrlo più. Mi è venuto un nodo in gola bevendo questa bottiglia in solitudine perché è una specie di Barbacarlo di medio corpo e media intensità. Barbacarlo alato.

Montemarino 2008 e 2009, Stefano Bellotti
Il giorno del suo compleanno, Vittorio aka Tirebouchon ci ha regalato l’ottovolante di una verticalina di Montemarino dal 2007 al 2009. Uno dei cru di Gavi di Stefano Bellotti, ne avevo raccontato sulle pagine di questo blog l’annata 2007, che era vino difficile. Che si poteva apprezzare tanto solo usando il cervello, perché il bicchiere era pieno di strane cose non tutte  convincenti. Quale sorpresa nello scoprire le due annate successive. Finalmente un’interpretazione del Gavi che mi ha fatto godere. Fresco e beverino, ma spessissimo. Dritto fra i grandi bianchi del Piemonte e non solo.

Ansonaco 2011, Carfagna
Colpo di fulmine, “mi straccio le vesti”. Finalmente un vino per il quale usare l’espressione senza la negazione davanti. Un solo bicchiere ne ho bevuto, ma sono certo di non sbagliarmi dicendo che è uno dei bianchi più buoni di sempre.

Granaccia 2009, Noberasco
Avevo raccontato di questo vino quasi due anni fa quando ne ero rimasto rapito per i tratti rustici, anti ruffiani, ma di grande personalità. L’ho ritrovato, terz’ultima bottiglia rimasta, in fase molto più composta ed elegante. La granaccia è uno dei vitigni che ho notato cambia tantissimo nei primi mesi e anni di vita. Comunque dopo due anni di affinamento in bottiglia ho trovato echi di Rodano e morbidezze quasi decadenti, e una lacrimuccia è partita.

Montepulciano d’Abruzzo 2006, Valentini
Difficile dir due parole per questo vino. Forse vale un po’ quello che ho scritto a proposito del Boca di Kunzli: quello che lascia attoniti è la struttura, la freschezza, la compostezza, l’equilibrio. Non tanto i descrittori che suggerisce, ma proprio la qualità della sua sostanza.

Rouge 2009,  Patrimonio AOC, Domaine Giudicelli 
Ribevo il rosso (niellucciu) di Muriel Guidicelli a distanza di un paio d’anni dall’ultima bottiglia presa in Corsica, che puzzava parecchio. Invece con quest’annata esce un vino semplice, sangiovesesco, ma più etereo, che sebbene non abbia qualità eccezionali è stato una bevuta piacevole.

8 commenti:

  1. Leggo questo post e mi viene da dire "grazie che ci sei Niccolò" le tue note di degustazione sono profonde, utili. Sul Montemarino di Bellotti sono in pieno accordo, un Gavi eccelso nelle annate 2008 e 2009, una bella scoperta da "approfondire".
    Sui vini di Massavecchia mi cospargo il capo di cenere perché Jacopo è tempo che mi diceva "devi berli!" assaggiati quest'anno grazie a Luigi e a Enodissidenze ne sono stato travolto.
    Grande chicca l'Ansonaco dell'Isola del Giglio, ha superato tutte le mie aspettative di bontà.
    Le altre indicazioni me le sono segnate e appena il salvadanaio è pieno mi butto :)

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  2. L'unico rammarico è di aver avuto solo una bottiglia di Carfagna.
    Nic su Fb facevano un appunto sul fatto che fosse una lista di soli produttori biodinamici, quindi non "laica".
    Io so che Maga e Valentini non sono nè bio nè biodinamici e quindi questo basterebbe a tacitare l'intervento però mi chiedevo Giudicelli e Noberasco che approccio agronomico hanno?

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    1. Domaine Giudicelli è biologico. Noberasco no. E' un contadino artigiano, che fa i trattamenti che gli impone la sua zona. Entrambi in cantina usano solo so2. Comunque sarebbe assurdo che io mi preoccupassi di bere bilanciato fra bio e non bio. Bevo quello che spero mi possa soddisfare di più! E in generale mi soddisfano di più i vini artigianali, da uve poco trattate e vinificazioni senza additivi. Cosa c'è di più laico di una scelta di proprio gusto? cosa di meno?

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  3. Post come questo mi stimolano sete e curiosità :-)

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  4. Assaggiato tempo fa l'ansonaco di Carfagna, ma l'annata 2010. Non male.
    Gli altri ahimè mi mancano. Bellotti conto di colmare la mia lacuna a breve. Anche Massavecchia è un pò che lo filo.
    Conoscendo i vini di Maga, posso immaginare (o forse no) la bontà di Vigna Ronchetto!

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  5. Mi inserisco anch'io nel coro di approvazione all'ansonaco 2011 del professor Carfagna:uno dei bianchi che piu' mi ha emozionato da tempo.Una spanna sopra il 2010.

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  6. ho cambiato su facebook la mia religione da nulla a Massavecchiaista

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    1. Dunque l'hai bevuto? Cantine Isola forse ha ancora qualche bottiglia del sopracitato rosato 2007!

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