C.so Rosselli 54/a, Torino.
Quando un’enostrippato va a cena fuori.
Su indicazioni gentili ma pressanti mi viene consigliato un ristorante fiusion.
Fiusion…fiusion chè?
Beh il cuoco è giapponese ed è transitato per le cucine stellate Madrilene!
Tentano di spiegarmi.
Consulto la Treccani (ormai tutti clikkano su wikipedia, invece a me piace il contatto carnale con la cellulosa).
Fiusion vuol dire infilare la tradizione e le tecniche di cucina europee e orientali nel mixer e poi frullare a velocità più o meno alta sino alla più o meno completa fiusion degli elementi.
Era un po’ che non sentivo la parola fiusion e poi a Torino credo che l’abbiano usata cinque o sei persone, forestiere per giunta.
Guidando nella notte limpida (non ci sono più le nebbie di una volta) pensavo:
”Sarà una cucina fiusion come tutte le cucine nazionali ad esempio il tempura che noi crediamo essere una tecnica di cottura giapponese antica.”
“Invece deriva dal menù di magro dei frati portoghesi settecenteschi durante il digiuno delle “ quattro tempora””.
“Oppure nel sushi i famosissimi roll sono recenti, nati negli anni settanta in California USA per avvicinare il pesce crudo al gusto americano.”
Per non parlare della cucina europea e del pomodoro, il basilico, il timo, l’origano, il pistacchio, le melanzane, le arance, i limoni, i fagioli, i peperoni, le patate, l’uva, il cacao, lo zucchero, il caffè, il tacchino, la faraona tutti ingredienti introdotti nei secoli, provenienti da regioni lontanissime.
Per non parlare del croissant simbolo della Francia dolciaria che fu inventato a Vienna da un pasticcere Polacco per festeggiare la vittoria contro i Turchi, da cui la forma a mezzaluna, portato a Parigi da una principessa Austriaca.
Per non parlare del bianco mangiare Siciliano figlio della farmacopea medioevale diffusa ed insegnata da Avicenna (Persiano) e poi in Europa dalla Scuola di Salerno.
Dopo mangiato nel torpore post prandiale mi è venuto in mente questo passo di Muriel Barbery in Estasi Culinarie:
“La cucina è diventata arte grazie a una continua elaborazione, alla mescolanza di passato e futuro, qui e altrove, crudo e cotto, salato e dolce, e può continuare a vivere solo liberandosi dall’ossessione di chi non vuol morire…”
Voilà, fiusion è la Cucina proprio per sua intrinseca attitudine.
Quindi sono andato in un ristorante punto e basta!
Fiusion lasciatelo dire ai fighetti che devono comunicare con giusto quelle dieci, dodici parole ad effetto.
KIDO-ism
Ricomincio da capo.
L’ho trovato da un punto di vista ambiental-arredo-illuminazione un po’ freddo.
Mi dicono: è freddo perché è fiusion.
Io dico: ogni tanto chiamate degli architetti per arredare i locali e non appellatevi a discolpa alle mode imperanti!
Non costringetemi a elencare bellissimi ristoranti fiusion (persino a Torino) con arredamenti superbi e ambienti più conviviali.
KIDO-ism
Servizio in sala, gestito come in un ristò serio, quindi un po’ freddino anche lui.
Mi ridicono: perché è fiusion, anzi Takashi Kido ( il cuoco) è già un gran espansivo per essere giap.
Io dico: mah!
KIDO-ism
Mi dicono: la carta dei vini è il suo punto debole.
Io dico: no!
E’ piccola ma con etichette sfiziose, si può e si deve ampliare ovviamente, ma nel mucchio c’è parecchio da pescare e a prezzi buoni.
Io ho bevuto un ottimo Teroldego 2008 di Elisabetta Foradori.
KIDO-ism
Poi ho mangiato.
E devo dire che non mi emozionavo al desco da parecchio tempo.
Ebbene Takashi Kido mi ha sferzato le indolenti trippe.
E mi è spuntato un sorriso di appagamento ad ogni portata e leggero fibrillo in attesa del piatto seguente.
Che ha sempre superato o eguagliato il precedente.
Per i tassonomici metterò al fondo la lista completa del menù da noi scelto.
Io ho mangiato avidamente il riso con foie gras e quaglia, una lacrima cadde sul tovagliolo di lino.
Altrettanto avidamente il raviolo di tofu con acqua di pomodoro (consistenza collosa, intrigante) e prosciutto di San Daniele.
Sacher alla moda di Takashi, per me numero uno!
Se al termine di questo delirio ci andrete,
liberate la mente
dimenticate cosa mi è piaciuto o no
cancellate fiusion, giappone, spagna, italia dal vostro cervello
e godetene da soli con i vostri compagni di avventura ‘chè il cibo è un rito che unisce nella convivialità.
KIDO-ism
Eroico aprire un locale così a Torino, in Crocetta (solo chi è indigeno può capire).
KIDO-ism
Abbiamo mangiato
Menù di terra al prezzo di 50,00 euro.
Steak tartare di fassone con uovo di quaglia e sorbetto di mela.
Uovo cotto a bassa temperatura con crema parmantier e chorizo.
Ravioli con farcia di tofu, acqua di pomodoro e prosciutto san Daniele.
Risotto con quaglia e foie gras.
Filetto di vitello con pannocchie baby, gelatina di peperone e tocco di wasabi (di nuovo in consistenza collosa).
Sacher torte con cioccolato fondente, arancia e gelato al latte di soia.
KIDO-ism
Così, dopo essermi a lungo spremuto le meningi su questo post (scriverlo o non scriverlo e cosa dire e cosa non dire) mi è passato per le mani questo libro di Ito Ogawa.
“Così, dopo essermi a lungo spremuta le meningi, avevo optato per una soluzione più audace: dare chiara espressione ai sentimenti e alle emozioni attraverso il cibo, preparando piatti dal gusto armonioso e al tempo stesso forte e stimolante. Intendevo in altre parole esaltare le note dolci negli alimenti di per sé dolci e quelle piccanti negli alimenti di per sé piccanti.
Volevo che la Concubina gustasse i sapori che il suo palato non aveva mai sperimentato prima. Volevo preparare dei piatti che rianimassero le sue cellule in stato di morte apparente, come una sveglia mattiniera…” Ito Ogawa, il ristorante dell’amore ritrovato, Vicenza, 2010.
KIDO-ism
Ci sono andato su segnalazione di Gil Grigliatti in primis e poi di Stefano Cavallito, Alessandro Lamacchia autori della guida I Cento di Torino e Piemonte.
Ciao Luigi, gran bel post.....mi sono permesso di segnalarti sul mio blog.
RispondiEliminaciao e buon anno
Io andrei...e poi garantiscono i mitici Gil Grigliatti e Stefano Cavallito.
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