Ho bevuto.
Poi.
Ho cercato di dimenticare.
Cosa fosse.
Da dove provenisse.
Che faccia avesse il vignaiolo.
E le persone che erano con me.
Ho provato a dimenticarne anche il sapore.
Per distillare come alchimista l’essenza.
Per trascendere l’aridità dell’ossessiva ricerca di profumi,
appuntati come a scuola su quadernetti meschini.
Per dirvi che è il vino che vorrei bere con voi.
Parlando e ridendo.
Soffocando di risa.
Piangendo di rabbia.
Vino.
Non certo l’unico,
né il migliore,
ma quello che vorrei sempre avere per scaldare il cuore.
“al terzo sorso
s’apre l’animo incertomagia del vino”
Haiku n°24, Sorsi di Haiku. 37 haiku sul vino, Slawka G. Scarso
Luigi
Conosco: buono assai. Stimo Cantina Giardino anche per il loro lavoro di recupero di vigne che sarebbero altrimenti andate perdute, una bella realtà nel mondo del vino.
RispondiEliminaBellissima questa degustazione in versi, Luigi! Bella davvero, per le emozioni e per il ritmo in quel tuo andare a capo. Onorata di avere un mio haiku citato in un post così bello, grazie!
RispondiElimina