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venerdì 22 febbraio 2013

Montpellier interno giorno



Oramai allo sbando per sovrastimolazione sensoriale, con Stefano Amerighi ci siamo fermati ad assaggiare i vini di un suo amico, Emmanuel Pageot, conosciuto durante le sue peregrinazioni nella Vallèe du Rhone alla ricerca della sirah perfetta.
Da qualche anno Emmanuel gestisce un Domaine a Gabian in Languedoc.

Sul banco c'erano ampolle di bianchi a base marsanne, roussane, sauvignon appena prelevati dalle vasche, di un colore arancione velato segno di macerazioni più o meno insistite e figlie del suo amore per il Friuli enoico.
Bottiglie di rosso senza etichetta.
La bottega di uno speziale medioevale, un piccolo cantiere enologico.
Esperimenti riusciti, direi, i bianchi che noi abbiamo assaggiato non solfitati e non filtrati erano molto buoni, freschi, espressivi e non sembravano sacrificare sull’altare della macerazione la territorialità.
Incredibile il lavoro sui rossi, ha vinificato le parcelle di grenache separatamente, in base ai suoli, per capire come fare un vin de garde, oggi tutta la grenache confluisce nel vino “base”.
Il vino ottenuto da suoli silicei era il più complesso, minerale, fresco, tannico e lasciava presagire un radioso futuro.
Quello da suoli argillo calcarei era archetipicamente grenache con quella ridondanza calda e matura e leggere smaltature (a me piaceva una cifra anche questa), l’ultimo da suoli più ricchi argillosi era un vino di frutto abbastanza semplice un vin quotidienne.
Questo esercizio di assaggio della stessa cultivar ottenuta da suoli differenti dovrebbe essere obbligatorio in qualsiasi corso di degustazione perché è un esperienza che rasenta l’incredibile per la differenza dei vini che uno mette sotto il naso e in bocca (una esperienza del genere l’avevo fatta da Paolo Veglio ma lì la differenza era fra vigne giovani e vigne vecchie).
Probabilmente Emmanuel assemblerà le prime due grenache per il suo vin de garde e la terza per il base.
I tannini dei rossi di Emmanuel sono impressionanti, credo abbiano bisogno di molto tempo per scaricarsi o cibi molto grassi e succulenti.
Produce anche una sirah e mourvedre e una sirah in purezza ma qui sospendo il giudizio perché il re della sirah è Stefano Amerighi.
Degustazione avvenuta con Rolando Zorzi e Claudio Nadal.
Kampai

Luigi

a sx Emmanuel Pageot  a dx Stefano Amerighi


12 commenti:

  1. Un post che mi solleva tanta curiosità e voglia di scoprire luoghi e sensazioni nuove.
    Riccardo.

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  2. Non vale, devi dirci qualcosa della sirah, in attesa che Stefano Amerighi ci sveli ogni segreto.

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  3. Volete la verità?
    Ero così in ansia nell'assaggiare la Sirah (per la presenza del sommo maestro) che non mi ricordo nulla, come avessi bevuto acqua, tale era la tensione.

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  4. Ma che dite dell'assaggio delle vinificazioni differenziate? Intrigano vero?

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  5. Ho fatto un'esperienza del genere - quella degli assaggi delle varie vinificazioni e contenitori - proprio da Stefano. Devo dire che le differenze si sentono eccome. Grandissima esperienza!

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  6. Io ho un bellissimo ricordo anche del suo Sauvignon

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  7. l'esercizio di stile del vinificare per singole parcelle in base al suolo, in Francia è praticamente la normalità. Lasciando stare la Borgogna, dove ciò è ormai codificato, rispettato e apprezzato anche commercialmente, ed ha fatto scuola per tutti, in alcune zone, come la Loira, dove la variabilità del suolo è più grossolana, ma anche più netta, si fanno esperienze incredibili. Cantine che fanno dieci e più vini, all'apparenza tutti uguali, stesso vitigno, stessa vinificazione, stesso tutto, ma nella sostanza tutti assolutamente diversissimi. Luigi, a te non aveva entusiasmato, ma anche quel Syrah dei pays catalanes assaggiato a les affranchis fatto su tre suoli diversi, di cui ho i campioni a casa! ;)

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    1. La Sirah a Les Affranchis mi è sfuggita, cercavo altro e quando si ha in mente una cosa facilmente si perde l'incontro casuale, inaspettato.

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    2. Questa cosa "dell'avere in mente qualcosa" quando si incontra un vino è un approccio da evitare nella degustazione, è un limite,lo so non è cosa semplice da superare,bisogna fare vuoto,in ogni caso
      il suo opposto va divulgato everywhere.

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  8. cercavi il Pinot d'Aunis ed ormai eri folgorato dal salmone selvaggio.

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  9. bellissime davvero le grenache su suoli diversi, e la Syrah è sempre interessante, sia Emmanuel che karen (la compagna) hanno lavorato da Chapoutier... mica da uno qualunque!! . Son davvero bravi.
    P.s per Rolando aspetto l'assaggio della tua Syrah
    P.s2 per Luigi ho scoperto con piacere che un piemontese può aver la capacità di prendere in giro gli altri al pari dei toscani...e forse superarali!!:-)

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