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venerdì 4 marzo 2011

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Parigi, Marais, 3° arrondissement.
Echi nelle orecchie della canzone dei Negresses Verte “l’homme des Marais” anche se il testo non c’entra nulla con il quartiere ma tant’è che giustificato dalla mia ignoranza continuo a canticchiarla.


Quartiere di immigrazione ora in mano ai Cinesi che l’hanno trasformato in una dependance di Shangai.
Cuisine Familiale e prodotti alimentari cinesi a gò gò.
Verdure mai viste, pack choi, noodle, riso profumato, zuppe, tofu, ravioli, panini, anatre, piedi di gallina, musetti di maiale.
Un paradiso per mè che al secondo pranzo a base di Parmentier de Boeuf e maigret de canard ero in lista dal gastoenterologo.

Forse oggi le città non sono ciò che erano ma ciò che saranno.
Una sempre minor inerzia le preserva dal cambiamento e allo stesso tempo le rende vere.
E’ più Parigi la Rue du Maire con i suoi risto cinesi e negozi all’ingrosso di maroquinerie e bijoux che la triste esplanade dei Champs Elysèe saccheggiata da negozi dozzinali, da turisti dall’occhio bulimico e annoiato e da baristi rapaci e criminosi.
Vive la France.
Viva l’immigrato che inietta vita nei corpi morenti delle capitali europee e rivitalizza e prosegue i tradizionali commerci della città.
Mangiando verdurine al vapore, marinate, spaghetti sautée e ravioli fritti abbiamo bevuto:
Pierrette et Marc Guillemot-Michel Macon-Villages AOC 2008, 13%vol, Borgogna.
Vino prodotto con uve certificate biodinamiche.
Vino prodotto in una Borgogna figlia di un bacco minore anche se pedoclimaticamente identica a quella nobile.
Un altro esegeta duro e puro della biodinamica che in più abbandona le tradizionali tecniche di cantina.
Colore giallo paglierino carico e vivace.
Mineralità imponente e dirompente e sapidità e acidità che se la giocano con echi di frutta matura e leggera vaniglia e il sempre presente sentore di truffe blanche.
In bocca esprime una forza sgrassante e due parallele sensazioni di moderata grassezza e secchezza sapido-acida, un ossimoro liquido.


Ottimo.
Lunghissimo.
Servitelo a t° non troppo bassa.
Freschissimo, tagliente, pura espressione dello chardonnay nel suo terroir perfetto senza artifici di vinificazione.
Vino terroir e vino vignoble.
Vinificazione in bianco in cuvée di cemento/acciaio nessun legno.


Strano per la Borgogna inscidibilmente legata alle piéce e ai bianchi con derive morbide.
Costo intorno ai 20,00 alla Derniére Goutte a St Germain des Pres, bella enoteca di quartiere dalla quale uscirete contenti e mai rapinati.
Non cercate potenza nei vini di Borgogna ma finezza, esile verticalità, penetrazione inarrestabile ma gentile: vini in levare come dice un mio caro amico.
Ah dimenticavo, i francesi hanno il culto del terroir ma anche del vigneron che dal terroir è inscindibile.
Bonne degustation

Luigi


1 commento:

  1. Certo che il vigneron è importante!
    Me la segno quella, forse la trovo quando vado a travare i miei ad Aprile.

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