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lunedì 28 marzo 2011

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Béton, le miel de Paris, tetti e giardini di arrondissement vari.



Una idea piccola e geniale.
Le arnie in città.
La città è un arnia?
E noi api?
Un apicultore qualche anno fa, stufo della moria di api ha trasferito le sue arnie in città.
In realtà ai Jardin de Luxembourg c’è un apiario dal 1872.
Alcune le ha messe sui tetti di edifici per uffici.


Alcune nei parchi cittadini.
Incredibilmente, anche le api hanno gradito l’inurbamento e si sono messe a produrre miele.
Con un senso della parola e dell’ossimoro che solo i transalpini hanno, l’hanno chiamato “miel-Béton” miele-cemento.


Dicono che le api finalmente libere dai diserbanti e dai pesticidi agricoli, si siano sbizzarite a suggere pollini delle piantine esotiche della nutrita comunità internazionale di Parigi, delle aiuole cittadine e degli orti botanici.
Dicono che la produzione stessa è maggiore di due o tre volte la media.
Dicono che le qualità organolettiche siano superiori a quelle ottenute dai mieli di campagna.
Questa inversione ci deve far riflettere.


Noi che siamo afflitti da nostalgie bucoliche.
Noi che tentenniamo nell’abbracciare le tematiche bio.
D’altronde le volpi in UK e i cinghiali a Torino preferisco vivere in città (ogni tanto fanno pure un giro ai murazzi).
Semplificando direi che l’agroindustria ha ucciso la campagna.
L’edilizia il paesaggio rurale.


Loro, le api hanno deciso:
meglio il traffico cittadino che i veleni della campagna.
La città sembra la nuova frontiera della agricoltura.
Il prossimo passo saranno gli orti urbani e quelli pensili.




Ho  letto che a Torino alcuni apiari sono stati collocati nell’orto botanico.
Tornando a Parigi vi consiglio di andare al Jardin des Plantes, Paris 05, stupendo lo zoo.
Lo so, anche a me intristisce l’idea che sottende agli zoo ma qui gli animali sono bellissimi e in ottimo stato di salute.




Inoltre lungo le aiuole di Le Notriana memoria potrete provare a riconoscere le infinite varietà di piante del giardino botanico.
Se avete fame dopo la scarpinata vi consiglio di mangiare all’Avant-Gout in Rue Bobillot 26, Paris 13.
Se avete sete dopo aver letto questo post vi consiglio:



lo Champagne brut nature s.a. di Christophe Mignon.
Un  Blanc de Noir, 100% Pinot meunier (j’adore le meunier) 12,5%vol.
Secchisimo, vinoso, con profumi di cioccolato amaro e fruttato e mineralità.
Sapido, cremoso, elegante, verticale, con leggeri profumi di pane caldo di segale.
Christophe è bio qualcosa e forse si sente.
Noi l’abbiamo finito prima di iniziare la cena.



Comprato all’enoteca Bacchus et Ariane a 38,00 euro.
Bonne degustation


Luigi


2 commenti:

  1. Un pò di questo miele l'assagerai volontieri. Quando andavo al' università al pantheon, spesso passegiavo nel giardino del Lussemburgo dove organizzanno corsi di apicultura. Volevo seguirli ma non avevo gia soldi per mangiare...

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  2. dopo le foto ho assaggiato il miele.
    Molto buono molto intenso sia nei profumi sia in bocca e incredibilmente ha dei sentori vegetali tipo sauvignon.
    bonne degustation
    luigi

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