Pagine

mercoledì 23 settembre 2015

Casèbianco 2014, Casè



di Niccolò Desenzani

Nel Casè bianco è una vigna vecchia a finire in bottiglia. L’uvaggio è una combinazione piacentina: malvasia di candia, marsanne, ortrugo e moscato (se ricordo bene) e qualche grappolo a bacca rossa: quello che c’è nella vigna.
Inevitabilmente iperaromatico, al naso soprattutto, si rivela in bocca un vino dall’equilibrio tattile quasi perfetto e gustosissimo nonostante i suoi undici gradi alcolici. Una spinta acidina si lega al grip tannico e il sapore intenso e appena salato riempie di senso una sfumatura watery, forse firma dell’annata.
Si beve con grande piacere e sposa l’idea profonda del vino da tutti i giorni.
Mi colpisce l’esecuzione perfetta: spremuta d’uva fermentata fino in fondo. Colore dorato e velatura sontuosa. Non un difetto al naso e non uno in bocca. Eppur la sensazione netta di rustico. A memoria sensazioni simili le ricordo assaggiando il bianco di Trinchero.
Voglio una vita di vini anche così: accessibili, sorprendenti, non impegnativi e… veri.

Nessun commento:

Posta un commento