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domenica 12 dicembre 2010

franciacortaextrabrutdocgfaccolinondosècoccagliobrescia

Ho preso una deriva conformista.
Di quella sciovinista vi avevo già detto.



Sono l’unico che parla di ostriche e sciampagn a Natale.
Quindi vi parlerò ancora di Metodo Classico (perché la gente beve con le bolle solo dal 24 dicembre al primo gennaio? e poi perché diavolo solo secco e solo sul dolce? Pensavo di rispolverare la pena di morte).
Bresciano questa volta, un Franciacorta DOCG Extra Brut elaborato dai Fratelli Faccoli a Coccaglio (BS).
Cuvèe di Chardonnay 65%, Pinot Bianco 25% e Pinot Nero 5%.
Degorgément (dire sboccatura mi fa impressione) 1° sem 10.
Giovanissimo.
21 mesi di presa di spuma.
Dosaggio minimo come nella tradizione di famiglia intorno ai 2,5 gr/l di zuccheri riduttori.
Secco da paura.


Per non dire caustico (questo blog è vietato a chi non ha il sense of humor).
Spuma intensa e perlage fino e fitto naso pizzicante e nervoso quasi aspro e citrino con una mandorla amara molto presente anche in bocca, tagliente come promette al naso e forse di più con lieve amarognolo finale, vino difficile, per me of course.
Forse bisognava aspettare un  po’ prima di berlo che le asperità si mitigassero e l’ammandorlato (che io non amo molto) del Pinot Bianco si stemperasse.
Comunque insisterò a berne perché bisogna dare fiducia a chi vinifica in controcorrente e in aree difficili.
Le sorprese arrivano dagli artigiani appassionati che si dannano e non sono mai contenti dei loro prodotti.
I Fratelli Faccoli hanno una azienda piccola in quel della Franciacorta che ormai è in mano al capitale o all’industria (non è un male ma il marketing, il brain storming raramente fanno rima con sogno).
Il territorio stesso, sub pianeggiante, forse era bello cent’anni fa, ora è pesantemente antropizzato e pure malamente (capannoni, discoteche, ipermercati, rottamazioni, capannoni industriali).
I Faccoli hanno solo 7 ha alle pendici di una vera zona collinare il Monte Orfano che raggiunge i 450 m slm con pendenze anche molto forti (40-80%) e ha la forma di chiglia rovesciata nel mezzo della pianura al confine  sud est della Franciacorta.



Il versante sud mediamente ripido è zona classica per la vite.
Calcareo (ghiaie cementate da sabbie quarzifere) con rocce affioranti, suolo povero con profondità variabile con presenza di scheletro (terreno molto drenato).
Insomma un postaccio per le viti.
Ma la vite si esalta e tira fuori tutto il minerale che incontra facendo affiorare le ruvidità più che le morbidezze.
I Faccoli poi non guardano il consumatore come un riferimento semidivino da lusingare anzi lo frustano esaltando le freschezze dosando molto poco ed evitando con cura il legno.
Nessuna morbidezza e lunghe prese di spuma.
Il risultato sono il Brut per la massa l’unico ammicamento al gusto imperante, l’ Extrabrut (21 mesi di presa di spuma e 2,5 gr/l di zuccheri), il Dosage zero (48 mesi di presa di spuma e 1,8 gr/l di zuccheri) e il 10 anni (106 mesi di presa di spuma e 2,5 gr/l di zuccheri) per chi vuole farsi male..
Anche i costi sono molto poco Franciacorta (che ormai mediamente costano assai più dello Champagne di piccoli/medi produttori, con lo stesso valore ?).
Mettetene una cassetta da sei in fondo alla cantina, quando fra due o tre anni la ritroverete, mi sà che saranno perfette e vi pentirete di non averne comprate dodici.

Costo in enoteca 18,00 euro
A Torino all’Enoteca Bordo’

Luigi

6 commenti:

  1. avevo giusto voglia in questi giorni di un buon Metodo Classico, di quelli rabbiosi e senza compromessi e dalla tua sempre precisa analisi direi che ci siamo proprio!lo proverò nella mia prossima scorribanda al Bordò....

    buona giornata,
    Frenki

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  2. Di Faccoli consiglio vivamente il dosaggio zero (millesimato) ed il riserva 10 anni (millesimato con oltre 100 mesi sui lieviti).
    consiglio anche una visita in cantina, i due fratelli sono davvero forti.

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  3. Proverò sicuramente e andrò a trovare i fratelli Facoli appena possibile.
    Sono felice di questa scoperta e che abbia avuto un tale ritorno.
    i Fratelli Faccoli non compaiono nei commenti ma mi hanno inviato una gentilissima mail a commento del mio post.

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  4. La prima volta che sono stato da loro ho fatto il giro prima da Ca' del Bosco: cantina che sembra una astronave talmente e' avveniristica. Bottiglie degustate: 1 il brut base. All'epoca amavo ancora il pinero, per intenderci.

    Andiamo da Faccoli, giro per i vigneti, cantina (veloce) poi sala degustazione. 4 bottiglie bevute fino all'ultimo sorso. Il dosaggio zero all'epoca l'avevo trovato "solo" buono, ma il 10 anni (che era se non ricordo male un 97) mi ha aperto la porta su un mondo sconosciuto: bolle finissime, iodio, mare, sapido, affilato, metallico. Da allora non ho piu' smesso. Brut ed extra brut buoni, ma dosaggio zero e 10 anni sono di un altro pianeta.

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  5. Caro Francesco ti ringrazio intanto per l'assiduità con cui vieni a trovarmi sul mio umilissimo blog, in seconda istanza ti rendo partecipe del fatto che i miei commenti sono censurati da Ziliani per cui non posso più partecipare alla discussione sui suoi blog.
    Se vuoi contattarmi io sono su Facebook.
    Se ti venisse lo schizzo di scrivere/segnalare qualche vino anche non Franciacorta io accetto ben volentieri le collaborazioni.
    Naturalmente solo per la gloria almeno adesso.
    luigi

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  6. Ciao Luigi, che peccato ti abbia censurato. Come hai detto tu, credo che il fatto di scrivere renda tutto piu' "forte": fossimo seduti al bar sarebbe molto diverso.

    Sempre in tema di bolle ti segnalo Guy Thibaut vigneron a Verzenay (tutta la gamma) e Colline della Stella di Arici in Franciacorta. Se non ricordo male Arici ha la grandissima fortuna di avere i vigneti in uno dei pochi (forse unico) lembo di terra gessosa della Franciacorta. Altra particolarita': non usa per niente solforosa.

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