A partire dal colore intenso, giallo zolfo.
Per continuare coi profumi elegantemente
assestati su toni sulfurei appena accennati che si fondono con gli agrumi, la buccia
di limone amaro e uno zic di sale, intenso e ossuto.
Per finire con i sapori penetranti e
rinfrescanti, delicatamente acidulo/amaricanti e salati di agrumi del sud est
asiatico.
Potente e lievemente scorbutico questo Greco è giocato
sulle durezze, in equilibrio quasi perfetto fra acido/amaro/salato/sulfureo,
nessuna concessione a dolci illusioni di uve mature.
Schiaffeggia naso e bocca e non sazia mai la sete.
Nasce da vigneti impiantati su una cava di zolfo
a Tufo su pendenze rilevanti.
Pochi interventi in vigna e ancor meno in cantina
dove Angelo Muto con l’aiuto dell’amico consulente Luigi Sarno (suo il Fiano
928) vinificano in acciaio, senza solforosa (solo in imbottigliamento 40mg/l di
totale), senza lieviti secchi, senza chiarifiche, solo una filtrazione blanda.
E’ un vino espressivo, quasi ruvido in certi
momenti, queste caratteristiche mi fanno ragionare su come i vini (in
particolare i bianchi) ottenuti senza inoculi di lieviti e con solforosa bassa,
siano pronti prima e non abbiano quel corredo dolciastro di profumi secondari
così omologanti e tristi ma si esprimino con più forza da subito, con carattere
e con maggior radicamento al territorio.
La sensazione è che i vini ottenuti con l’inoculo
e forti dosi di solforosa, prendano strade (magari organoletticamente
piacevoli) lontane dalla realtà e si isolino in un mondo parallelo, quello
delle bevande tecnoalcoliche.
Angelo e Luigi sono indiscutibilmente la nouvelle
vague della Campania e i loro vini lo testimoniano.
Kempè
Luigi