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mercoledì 11 maggio 2011

c'è_fermento_nel_mondo_del_vino_a_torino_a_nizza

C’è fermento nel mondo del vino
a Torino e a Nizza (AT).
L’orgoglio di essere presente in entrambe gli eventi mi ha gonfiato il petto e mi ha distratto dal fatto che questo sabato 14 e domenica 15 maggio avverranno nel mondo del vino Piemontese due eventi, slegati fra loro, ma simbolicamente molto rilevanti.

Il primo è #barbera2 a Nizza (AT) evento internazionale nato su twitter e alla sua seconda edizione.
Il secondo è la tavola rotonda organizzata da Stefano Cavallito e Alessandro Lamacchia, nel salotto colto di Torino (in cui siederò immeritatamente e non nego con qualche imbarazzo), al Salone Internazionale del Libro, il cui titolo è “Le parole per parlare di vino.” Oltre il gergo iniziatico dei sommeliere, i blogger rivoluzionano il mondo di descrivere il vino: pratica e grammatica, degustazione e parole.

Non riesco a spiegarmi bene neanch’io, però la sensazione derivata dalla frequentazione dei blog e dei suoi autori, sempre embricata con l’esperienza sensibile dell’incontro fisico con i viticultori (autori materiali degli oggetti del nostro vacuo blaterare), è che ci sia un gran fermento, una grande spinta di energie nuove, fresche, di giovani (o sedicenti tali) che emergono con la forza delle idee e dei nuovi media.
Il web, i blog, le mail sono ormai prossime all’obsolescenza, il confine, le porte di orione sono i social network e il loro ossessionante e ipnotico streaming.
Sono ipnotizzato e sconvolto anch’io dal flusso, dallo stream of consciousness che trapela dalle piattaforme del web.
Ciò che vedo con chiarezza (relativa e sempre prossima al dubbio) è un movimento di forte emancipazione dai veicoli tradizionali dell’informazione.
La carta stampata è morta.
No sò se ciò sia positivo, non sò se sia una tendenza stabile ma ciò che percepisco è la dirompente forza iconoclasta del movimento, sia pure tutt’altro che unitario.
Il web, i blog stanno setacciando il sottobosco (fabio_duff mi comprende) dei vini minori e stà stimolando i produttori di denominazioni più marginali, convincendoli che la strada del rinnovamento e dell’affrancamento dai grandi vini simbolo è iniziata e c’è una piccola folla che li segue e li sprona.
Infatti i più attivi sul web sono i produttori anagraficamente più giovani e quelli meno fortunati dal punto di vista della visibilità territoriale.
In un post Jacopo Cossater  si chiedeva quando i blogger avrebbero cominciato ad occuparsi dei vinoni tipo Barolo, Barbaresco, Brunello, Vino Nobile di Montepulciano, Amarone etc.
Oggi a mesi di distanza gli rispondo dicendo che se parlassimo di quei vini non ci seguirebbe nessuno perché il nostro publlico è altro e non dice:
“buono, senti quanto costa”.

Luigi


I produttori di vinoni e certe associazioni di somellerie, si guardano ben donde dal cercare di capire cosa succede sul web, la loro presenza è del tutto marginale e quando si calano sul web lo fanno con concezioni di market management.

#barbera2 è una idea nata un anno fa su twitter grazie a Vittorio Rusinà oggi affiancato da Gianluca Morino, Monica Pisciella e Sandra Salerno. E’ una degustazione orizzontal-internazional-carbonara, pressochè riservata a blogger e twitternauti appassionati di vino, di dieci barbere, cinque piemontesi e cinque degli USA.
Potenza e democrazia del web che annulla le distanze e dà voce alle minoranze.

Cavallito & Lamacchia hanno capito, pur partendo da piattaforme editoriali tradizionali che c’è fermento nell’informazione sul vino sul web e quindi a loro rischio e pericolo hanno invitato a parlarne al salone del libro di Torino Barbara Brandoli (Divino Scrivere), Franco Ziliani (Vino al vino), Vittorio Rusinà (Tirebouchon), Giovanni Arcari (TerraUomoCielo) ed io.

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