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giovedì 11 luglio 2013

A scuola di birra ops! di birre con Luca Giaccone. di Vittorio Rusinà



Maltodissidenti alla prima edizione in quel di Torino è stato per me una lunga fila di spine di fianco ad un campo di bocce, birre vere e artigianali accanto a giocatori veri di bocce.
Si sta in questo mondo come circondati e oppressi da birre industriali di bassa qualità, osannate dalla pubblicità, onnipresenti in pizzerie e bar ma ogni tanto una voce si alza dal mucchio per dire che la birra buona c'è.
Maltodissidenti è una di queste voci e ha avuto uno dei suoi momenti clou nella degustazione-lezione di Luca Giaccone, il maestro delle birre di Slow Food, dal nome "La birra non esiste, esistono le birre!" che riprende il mantra del poeta d'avanguardia Lorenzo Dabove aka Kuaska.
Luca inizia ricordando che gli artigiani della birra in Italia arrivano a metà degli anni '90, portano alla ribalta il concetto di birre artigianali, crude, integre senza conservanti, non filtrate, non pastorizzate.

La prima birra presentata è  La Romantica del Birrificio La Piazza di Torino, una kolsch (tipica della città di colonia) una birra semplice anche se la semplicità artigianale è in realtà complessità, una birra equilibrata con una gradazione basica, sui 5°, una birra da bere a secchi (sigilin dice Luca). Giovane il mastro birraio, Fabio Ferrua, ricorda che La Piazza è anche brewpub all'interno del progetto della scuola di Piazza dei Mestieri.
Luca Giaccone ci spiega che dobbiamo sempre cercare l'equilibrio nelle birre e che dobbiamo viaggiare, andare all'estero in Germania, in Belgio, andare a visitare i produttori, solo in Piemonte ce ne sono ottanta.


La seconda birra è la Perbacco del birrificio Gedeone di Costa Vescovato (AL) nato nel 2010 in "Terra Santa" come viene chiamata la terra in cui sorge il mitico birrificio Montegioco. In questa birra entra in gioco il mosto delle uve tipiche della zona: brachetto, malvasia, moscato d'amburgo, il mosto viene aggiunto, spiega il giovanissimo mastro birraio Luca, in fine bollitura.
La Perbacco è una birra che è espressione del territorio in cui nasce, da lasciare a maturare qualche mese in bottiglia, 6,5°. Applausi al birrificio Gedeone che usa solo materie prime bio.
Nel mentre Luca Giaccone ci ricorda che malto e luppolo, gli ingredienti base della birra, in genere arrivano dall'estero, anche da molto lontano (Australia, Stati Uniti, Nuova Zelanda).

La terza birra scelta è la Eneide una American Ipa dell'Agribirrificio Luppolajo, birrificio agricolo da poco nato, ad opera del bravo Enrico Treccani che in quel di Castelgoffredo (MN) coltiva i cereali come l'orzo ingrediente principe della birra. Enrico ci ricorda che in Italia ci sono buone malterie in Abruzzo e Basilicata ma sono ottimali solo per grandi quantitativi, lui ha trovato in Austria una malteria per i suoi piccoli quantitativi di orzo. Enrico si augura che il termine birrificio agricolo equivalga ad almeno il 51% di materia prima prodotta in azienda escludendo l'acqua dalla percentuale.
L'Eneide è una birra altamente amara, 65 IBU, ma il bitter è molto ben gestito dalla mano del mastro birraio, che qui usa 3 luppoli (da Usa, Japan e NZ), una birra perfetta con del formaggio blu di capra.

La quarta birra è una bomba...è la Hell Rice di BSA, Birrificio Sant'Andrea in Vercelli dal 2010, una barley wine che ha fra i suoi ingredienti alcune varietà di riso come il carnaroli, il baldo, il rosso e il venere, una birra che non ha scadenza, da lasciare invecchiare (se ci riuscite) almeno cinque anni, ottima con del cioccolato ma anche da sola, potente, di beva affascinante. Dietro la Hell Rice come le altre birre di BSA  si sente la gran mano del mastro birraio Andrea Bertola che presta loro la sua consulenza.

Quattro birre, quattro stili, quattro mastri birrai, una bellissima lezione magistrale di Luca Giaccone che conclude ricordandoci che bisogna cercare nella birra la complessità senza dimenticare che nella sua "costruzione" deve essere sempre presente l'armonia.

Thanks to Officine Corsare e Bocciofila Mossetto di Torino per #maltodissidenti
Luca Giaccone è coautore della Guida alle Birre d'Italia di Slow Food (devo a lui l'incontro con il mondo dei lambic che ha cambiato anni fa la mia vita)


10 commenti:

  1. Primo: adoro la Birra.
    Secondo: perfetta la piemontesissima parola "sigilin"( secchiello) che dà l'idea del quantitativo non modico di birra che si potrebbe desiderare di bere!..Se poi la birra è di grande qualità e genuinita.allora..il "sigilin" diventa un bicchiere ottimale..
    Terzo: interessantissime le Birre descritte, e grande fierezza nel sapere che in Piemonte ci sono così tanti Produttori bravi di Birra.
    Ultimo ma non meno importante: plauso al maestro Luca Giaccone (da cui ho imparato i primissimi rudimenti sulla birra) e plauso anche all'allievo Vittorio chè è stato attento alle lezioni scrivendo questo bel post :)
    E' giusto ora di pranzo e vado a scegliermi un'ottima birretta...

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    1. Più grande del sigilin c'è solo la cavagna, ma forse non va bene per la birra :)
      Ricordo la prima lezione con Luca Giaccone dagli amici di Stato Liquido, mitico posto delle birre a Torino che purtroppo non c'è più, segnò un'epoca...l'epoca dei lambic.
      Grazie Bianca e w la birra artigianale di qualità!

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  2. Bene, questo bar si fa sempre più interessante e ora sembra divenir più un "circolo dei sensi d'essai", che non vuol dire esclusivo ma solo che si voca alla "gnosi dal basso" :)
    Luca è molto bravo e mi piacerebbe "ascoltarne" la lettura quanto prima. Le Birre sono un mondo che apprezzo dal lontano '99 quando conobbi un pseudo-proto-artigiano (tal Teo!), un universo splendido, intrigante quanto interessante e soprattutto, in continua evoluzione!
    A presto e grazie sempre per la "tensione evolutiva" che esprimete.
    daniele

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    1. Caro Daniele,
      sperimentazione e ricerca sono sempre sui tavoli del bar!
      Grazie a te per aver partecipato al convivio!

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    2. circolo d'essai mi piace, grazie Daniele

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  3. I grandi prodotti lanciano sempre nuovi stimoli, soprattutto se
    come queste birre non pastorizzate, sono vivi ed in evoluzione...
    sto già pensando a qualche esperimento in campo di panificazione e marinature...

    Grazie Vittorio, sai che ho un debole per l'amaro...

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    1. + bitter per tutti! sull'amaro bisogna scrivere qualcosa, troppo spesso si sente dire di certi alimenti o birre: "mmm è amaro/a..." quasi con disgusto.
      In Sicilia ci sono birrifici artigianali?

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    2. Ne scriveremo... è il più sofisticato dei gusti, è un prezioso asso nella manica per bilanciare ed impreziosire i piatti. Le tradizioni gastronomiche siciliane mi hanno abituata ad apprezzarlo, ma si può arrivare ad amarlo anche per gradi.

      Ecco una chicca made in Sicily
      http://www.cronachedigusto.it/archiviodal-05042011/332-il-prodotto/11045-hora-benedicta-abbey-ale-la-prima-birra-dabbazia-siciliana.html

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    3. Io prediligo le birre con IBU alto, mi piace assai l'amaro dato dal luppolo.

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