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mercoledì 6 novembre 2013

Torrette supèrieur vigne Tsancognein dop 2011, Didier Gerbelle, Aymavilles (AO)


Didier Gerbelle è un vigneron che mi è stato spesso citato in questi due anni.
FabrizioGallino e Enrico Togni lo apprezzano molto, mi fido di loro ma gli assaggi che avevo fatto non mi avevano entusiasmato.
Poi una sera, con Fabrizio in versione di oratore e divulgatore del verbo enoico valdostano, mi è capitato un calice di Torrette di Gerbelle.
E mi è stato subito chiaro che è un vino da ascoltare, capire, aspettare, a tratti ostico.
Verrebbe da dire che è come le montagne alle cui pendici nasce.
La relativa durezza è subito anticipata al naso da profumi acidulati di radici, vegetali, cupi, un po’ di gigliacee fanno capolino come i crochi quando si scioglie la neve, note fumè, ematico, empireumatico.
I profumi lanciano bagliori continui dal bicchiere, mutano e spingono con potenza che sembra non esaurirsi mai.
Il sapore è intenso, la leggera amaritudine ricorda la genziana, terroso, erbaceo-piccante il tutto tenuto su da una acidità che ne fa da solvente e da acceleratore sensoriale.
Un vino complesso nel profilo aromatico e organolettico che viaggia in una terra di nessuno della ricchezza, senza cadere nell’opuleza, sorretto dalle durezze e aggregato da una quasi masticabilità, roccioso.
Innegabile figlio del circolo virtuoso fra cultivar e luogo e vigneron, vino di terroir.
Composto da petit rouge 70% poi cornalin e fumin, vitigni da studiare perché anche il cornalin in purezza era molto interessante.
Alla lunga Fabrizio e Enrico hanno fatto breccia nei miei pregiudizi.
Kempè

Luigi


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