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venerdì 12 novembre 2010

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Carissimi,
mentre scrivevo il post dell’11/11/2010 ho ricevuto una mail di Francesco Marchio nella quale rispondeva ad una mia richiesta di  sua collaborazione nella stesura e ricerca di temi da proporvi.



Nella mail mi ha ricordato che stava cercando lavoro nella capitale della perfida Albione (Londra) e durante il colloquio, gli avevano chiesto lumi su uno Chablis  Montèe de Tonnerre che lui conosceva perché sostiene essere citato su un testo dell’AIS.
Nulla da eccepire, Londra è un paradiso in terra per i gastronauti enofili (contando su cospicue finanze), i Farmer market domenicali sono bellissimi, il Borough market il sabato e la domenica è un luogo incantevole, il formaggiaio Neal’s Yard Dairy  e la Fromagerie di Marylebone sono luoghi dai quali non si riesce ad uscire, il supermarket del bio Whole Foods Market merita una ispezione accurata, il reparto alimentare e le enoteche di Harrod’s, di Harvey Nichols e di Fortnum and Mason sono cose che noi umani non abbiamo mai visto, senza nulla togliere a certi Fish and Chips di Greenwich, a certi Gastro-Deli di periferia, a certe macellerie o enoteche di cui non ricordo più il nome.
L’unico rammarico è che “Frenki”  e con lui tanti altri, con l’accanimento che mette in ogni impresa avrebbe meritato un più fertile terreno a casa sua.
Che possa la perfida Albione forgiare un nuovo gioiello, nemo propheta in patria (tantomeno a Torino e aree limitrofe).
Come avevo già detto della serata del Bordò (peraltro consigliata proprio da Frenki) frasi slegate, eventi casuali in certe condizioni agglutinano senso e organizzano, momentaneamente, la casualità del flusso vitale.
Londra, Chablis, elogio dei vini bianchi (il mio post del 10/11/2010 che lui ha citato nella mail), cantine dismesse da ristoranti patrii in difficoltà, emigrazione di ritorno, Sestriere.

Un flusso che senza pudore definirei Joyciano ha cristallizzato senso alla mia cena del giorno prima a base di trota affumicata con olio extravergine di Foglini Amurri, insalatine di Cesana autoprodotte e Chablis del 2001.

Il mio Chablis è di Joseph Drouhin (negociant eleveur a Beaune, Cote d’Or, Francia) ed è del 2001, non proprio recente e proviene dalle cantine di un ristorante di Sestriere (Frenki ha lavorato per un po’ al colle), chiuso da qualche anno, datomi da Luciano Lantelme (che prima lavorava a Sestriere e domani apre il ristorante les ISCLES a Cesana T.se in via Ortigara 17. In bocca al lupo!) anche lui emigrato per anni a Londra. Tombola!



Joseph Drouhin è una portaerei della Borgogna decine di cru selezionati tra Chablis, Cote d’Or, Cote Maconnais, Beaujolais.
Questo vino malgrado sia un vino base a dispetto della considerevole età (il sito ufficiale ne consiglia il consumo entro cinque anni) ha ancora emozioni da regalare, l’acidità e la mineralità dello chardonnay di Chablis (qui usano un clone della Vallèe de la Marne resistente ai freddi della regione la più a nord della Borgogna) è presente e ha mantenuto fresco il vino con due sensazioni parallele e inscindibili: una florealità, frutto (pompelmo e sferzate citrine), mineralità fresche versus sentori evoluti di mou, affumicati, burro, croissant insomma ancora ottimo.
Riassaggiato il giorno dopo aveva perso molto naso. Peccato.

Buon viaggio Frenki
luigi

1 commento:

  1. Ciao Luigi,
    ho appena finito di leggere il tuo "pezzo" sulla serata Grenache tenuta in sede AIS. Preciso e informatissimo come sempre (il descrittore Lapsang Suchong un tè rosso cinese e cito Wihkipedia: il cui colore ottenuto dopo vari procedimenti di curing; mi ha entusismato e fatto venire voglia di assaggiarlo/annusarlo) una perfetta sintesi della serata.

    E ora curiosando come sempre sul tuo blog mi trovo questa bellissima sorpresa, che davvero mi ha emozionato.

    Introduzione perfetta di chi, e questo traspare, Londra (al secolo Londinium per i Romani, ma forse io dovrei iniziare a chiamarla London) la conosce bene soprattutto per ciò che riguarda i prodotti di eccellenza e ne farò tesoro.
    Direi in breve un sintetico sunto di ciò che per me è stato ma soprattutto di ciò che sarà e quel filo conduttore quello Chablis Montèe de Tonnerre 1er Cru di Olivier Leflaive che sarà uno di quei vini da condividere in futuro...ci potrei passare in macchina, è sulla strada tanto vero?....

    Un piacere aver condiviso con te bottiglie ma più di tutto momenti di amicizia e di divertimento, grazie Luigi.

    E stai tranquillo diffonderò "il verbo" oltremanica....

    Ti faccio sapere come va,
    a presto Frenki

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