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lunedì 4 marzo 2013

Arboreus 2008, Az. Agr. Paolo Bea di Andrea Della Casa

Eccoci a svelare il primo dei due nuovi avventori del bar:
Andrea Della Casa alias Primobicchiere.
L’ennesimo incontro di una persona reale nel mondo irreale del web, un ottimo incontro.
Andrea ha sempre affrontato nel suo blog temi molto interessanti quanto spinosi e lo ha sempre fatto con forza e generosità e quella giusta dose di partigianeria sconsiderata che lo mette fra quelli, pochi, che hanno delle idee e le difendono ma sa anche ammettere i suoi errori (cosa che io sono più restio a fare).
Questo mix di preparazione, sensibilità, generosità, follia e voglia di imparare ci è sempre piaciuta, conoscendolo di persona la buona impressione del web si è acuita ulteriormente e mi ha impartito lezioni di umiltà (non arrendevolezza, umiltà) e simpatia, il mix perfetto per essere avventore di questo bar composto da un manipolo che sta diventando legione, di riottosi anarcoidi enodissidenti.
E che il vento soffi sempre al giardinetto!
Buona lettura
Luigi 



Bottiglia rimanente da un ordine fatto qualche anno fa direttamente alla cantina di Giampiero Bea, vignaiolo che non ha bisogno di presentazioni.
L’etichetta, bellissima, racconta un po’ la storia di questo vino figlio di  Trebbiano Spoletino maritato con acero (da qui il nome Arboreus). Leggendo di fermentazione sulle bucce piuttosto lunga per un bianco (28 gg.), mi ero immaginato una certa torbidità. Ma subito le trasparenze della bottiglia e successivamente il bicchiere, hanno disatteso le mie aspettative.
Scende dorato nel bicchiere diffondendo un intrigante mix di aromi che si miscelano e mi tengono incollato al bordo del calice celandosi al naso, come in un divertente nascondino. Ma il gioco termina presto e in poco tempo si rivelano uno ad uno: un fruscio di fiori di campo, fieno, miele d’acacia, albicocche secche.
E mineralità.
Snello e garbato, mi colpisce la sua salinità quasi marina con cui si presenta al primo approccio (non così penetrante però come la si può trovare nei vini del mare), che poi si chiude in un’acidità tesa e avvolgente.
Nel finale si distende e si allontana suadente e delicato.
Penso che questo vino possa avere ancora tanto da dire, anche tra qualche anno. Se ne avessi un’altra bottiglia la lascerei riposare ancora un po’.




15 commenti:

  1. Giampiero Bea, ottimi vini naturali, l'ho incontrato a Perugia anni fa ad un VinixLive! organizzato dall'amico Jacopo Cossater entrambi grandi sponsor dell'intimidito Vittorio Mattioli vicino di banco all'evento, in parole povere fui "costretto" ad assaggiare tutti i vini di Collecapretta prima di accedere ai nettari di Bea, mai nessuna costrizione fu più dolce :)
    Che voglia di riassaggiare i vini di Bea, sai chi li distribuisce in Italia?

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  2. Vittorio qui sopra ha nominato le uniche due cantine che provano la difficile strada della fermentazione sulle bucce, mi riferisco ovviamente al trebbiano spoletino. Che dire.. I risultati premiano questa scelta: la naturale acidità e la maggiore aromaticità dello spoletino rispetto al trebbiano toscano portano a bicchieri reattivi e solari, profondi e longevi. Tra l'altro, Andrea, hai centrato il punto: il 2008 per i bianchi della zona è stata di certo un'ottima annata, capace di regalare vini che sapranno sfidare alla grande il passare delle stagioni. Magari avremo modo un giorno di assaggiarli insieme. ;)

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  3. @vittorio anche Collecapretta presente in cantina ;). In realtà nn so chi distribuisce i vini di Bea, io ho fatto l'ordine direttamente in cantina.

    @jacopo sarebbe un vero piacere assaggiare questi vini con qualcuno che mi possa introdurre nei meandri più nascosti di questi calici :)

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  4. " Leggendo di fermentazione sulle bucce piuttosto lunga per un bianco (28 gg.), mi ero immaginato una certa torbidità. Ma subito le trasparenze della bottiglia e successivamente il bicchiere, hanno disatteso le mie aspettative."
    Andrea la torbidità del vino dipende dai travasi ,dalle filtrazioni prima dell'imbottigliamento e dalle stabilizzazione che il vino subisce...la fermentazione sulle bucce non pregiudica mai la limpidezza di un vino .
    Grazie di essere passato a trovarmi in cantina.ciao
    Gian Paolo -Podere il Saliceto-

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    1. In effetti ragionando a mente fredda hai ragione, ma leggendo l'etichetta davvero il primo pensiero era per un vino meno limpido. Forse perchè m è passata per la mente una sequenza di pensieri(probabilmente errata) del tipo: se faccio macerazione lunga è perchè voglio che gran parte delle sostanze presenti sulle bucce mi passino nel liquido, e quindi se questo è il mio obiettivo non avrebbe troppo senso filtrare eccessivamente poi il vino.

      E' stato un piacere passare da te. :)
      A presto

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    2. O forse sono stato vittima del mio subconscio che mi ha fatto pensare a ciò che in realtà speravo. Sai che ho un debole per le torbidità... ;)

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  5. @Gian Paolo Certo quello che dici è ovviamente vero. Però è altrettanto vero che molto spesso i cosiddetti orange wine sono torbidi o quantomeno un po' velati. L'osservazione di Andrea mi ha fatto rizzar le antenne e infatti se vedi l'etichetta è specificato che il vino non ha subito filtrazione sterile, cosa che fa supporre che una filtrazione comunque ci sia stata. Da un produttore come Bea la cosa mi fa pensare anche che forse temesse qualche effetto indesiderato.
    Se penso ai Trebbiano "naturali" più noti, anche quelli che non fanno macerazione, nessuno è filtrato (penso a Collecapretta, a Valentini, a Valle Reale, a Guccione...).
    Ma anche andando in patria di macerazioni, il Friuli, mediamente i bianchi macerati sono non filtrati del tutto e, forse complice il colore chiaro, si notano di più le torbidità rispetto ai rossi.
    Ciao.
    Niccolò

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    1. La penso anche io come te Niccolò. Il fatto che viene indicato "senza filtrazione sterile" fa supporre che un altro tipo di filtrazione questo vino l'abbia subita.

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    2. Nicolò forse diciamo la stessa ....però nel dubbio torno a dire la macerazione fatta a inizio vinificazione non pregiudica la limpidità del vino ,frutto di travasi ,stabilizzazioni-chimiche e fisiche-e filtrazioni poi.
      Detto tra noi la filtrazione non è un demone da cui scappare...se mai farlo su un vino DE CAZ - del cavolo- ecco sicuramente quello è un guaio.
      Ti inviterei a sentire i vini bianchi di Umberto Portinari ,grande vignaiolo in Brognolino Soave,vini bianchi non filtrati ,ma limpidissimi,solo travasi e "tanto vino ".Oppure i vini di Ronco del Gelso con un po' di anni alle spalle ,specie il suo Tocai. Vini puliti e filtrati se non ricordo male,ma magnifici e terribilmente capaci di sfidare il tempo.
      Ecco il colore del vino è complice della macerazione.quello si .
      ciao Gian Paolo

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  6. Salve, sono Giampiero Bea,
    grazie a tutti Voi e spero che un giorno potrete venirmi a trovare in cantina (conoscerci da vicino, capire dove e come lavoriamo, per confrontarci e tentare di capire in loco le cause della TRASPARENZA NATURALE del nostro ARBOREUS). Questo vino, come gli altri, è stato interessato da una "sgrossatura" che tradotto significa igienizzare la massa, (con un passaggio in un "filtro" con cartucce da 20 micron) al il fine di eliminare le sostanze solide estranee al vino, come peli, moscerini, residui di vinaccia, vinaccioli, ecc., ma senza che ciò costituisca asportazione di elementi appartenenti al vino, come colore e sostanze vitali. Questo tipo di "filtraggio igienico" non altera l’equilibrio biologico e naturale del vino e non appartiene ad alcuna tecnica di stabilizzazione forzata. La limpidezza di questo vino è dovuta alla sua uva di origine, alla sua naturalissima capacità di evolvere (basti pensare che il vino generato dalla vendemmia 2012 è già limpido) in botte di acciaio inox, attraverso QUATTRO TRAVASI che ne determinano la naturale decantazione (a 4 mesi, 12mesi - già limpidissimo -, 24 mesi e 30 mesi). Questo procedimento con un travaso in meno è più o meno identico anche per l'altro nostro vino IGT bianco SANTA CHIARA (TRE TRAVASI: 4 mesi, 12mesi e 18 mesi), con l'identico tipo di "sgrossatura". Questo vino, tuttavia, rimane quasi sempre un pò velato nel colore ed a volte anche in modo, molto, molto evidente, nonostante ciò si procede comunque ad imbottigliarlo.
    Se verrete in cantina - e questo è il motivo per cui spero che un dì possiate “venirmi a trovare in cantina” - potrete verificare di persona queste evidenti "NON FORZATE" differenze.
    Grato per le vostre riflessioni, vi aspetto, Giampiero Bea

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    1. Giampiero Bea,
      siamo contenti e un tantino orgogliosi del suo intervento,
      sul nostro umile blog, a precisare il contendere sulle filtrazioni del vostro vino.
      Sono sicuro di parlare a nome di tutta la "redazione" de gli amici del bar nel ringraziarla per l'invito nella sua cantina che cercheremo di onorare al più presto.

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    2. Giampiero Bea,
      faccio mie in toto le parole di Luigi nel ringraziarla per il suo prezioso commento.

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    3. Mi unisco al coro!
      Però la mia natura di torbidista mi spinge a chiedere qualche dettaglio in più. Illuminante la spiegazione sulla limpidità come caratteristica tipica dell'uva, che trova conferma per esempio nel Trebbiano macerato di Mattioli, che ricordo limpido, sebbene credo non filtrato. Mi vengono in mente anche altri esempi dove il Trebbiano viene imbottigliato "sur lie" torbido, pur restando fermo. Tuttavia mi rimane il dubbio sulla necessità di questa filtratura, sebbene solo sgrossante. Forse che la utilizzeresti o la utilizzi anche sui rossi? Se sì, la domanda successiva sarebbe perché molti scelgono di non filtrare, o magari lo fanno, ma dichiarano il contrario? Nel caso di risposta negativa allora mi chiedo se la differenza tra filtrare o no sia di natura prettamente "estetica" o se vi siano altre ragioni.
      Sia chiaro che non voglio polemizzare, ma sono molto curioso di esplorare la "zona >= 20 micron", che è di confine tra filtrare e non filtrare.
      Niccolò

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    4. Gentili signori,
      devo farvi i complimenti per avermi fatto “capitolare” alla mia contrarietà di entrare nei blog. E’ stato un piacere poter chiarire – devo riconoscere anche a mio vantaggio – un argomento in cui sentivo naturale apportare il mio diretto contributo. Veramente bravi! Vi auguro, con tutto il cuore, di proseguite su questa strada, mantenendo la schiena diritta, lo sguardo alto e senza farvi – MAI - tentare ed indebolire da interessi manipolati.
      Riguardo alla domanda se uso o meno effettuare il “filtraggio sgrossante” anche per i vini rossi, la risposta è “SI”. Del resto, come anche da qualcuno di Voi affermato, la "filtrazione sgrossante con cartucce da 20 micron" non si dovrebbe chiamare "filtrazione", tuttavia trattandosi di un operazione che avviene attraverso l'uso di una macchina che contiene le cartucce citate e che si chiama "filtro" siamo obbligati a definirla come tale. E' per questo, però, che personalmente uso la definizione "Filtrazione Igienizzante", poiché lo scopo principale per cui questa operazione viene eseguita è quello di “Igienizzare” il vino - destinato all’imbottigliamento - da tutte quelle parti solide estranee al vino, ma che si possono ancora trovare nella massa liquida della botte come: peli, piccoli insetti, residui di buccia dell’uva, vinaccioli, e quant’altro che comunque non serve all’evoluzione del vino stesso; evitando tra l’altro imbarazzanti inconvenienti che potrebbero verificarsi quando il vino è a tavola. Punto.
      Nessun’altra motivazione vi è dietro a questa semplice operazione, ma che spesso – se non conosciuta - può generare una certa confusione, tra vino filtrato e vino filtrato sterile.
      Nella speranza di essere stato di aiuto, vi ringrazio per avermi dato la possibilità di apportare un po’ di chiarezza su un argomento particolarmente delicato.
      Cordialmente, Giampiero Bea

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    5. Ringraziamo noi del tempo dedicato. Per quanto mi riguarda la risposta è assolutamente esauriente. So di un produttore che usa una calza di nylon per lo scopo! Forse si può dire che 20 micron sia davvero quasi un setaccio più che un filtro. A parte i termini, penso che serva far chiarezza proprio sulle dimensioni, perché è pieno di produttori che filtrano a cartoni magari di 5 micron e sostengono di non togliere nulla al vino. Mentre io, per esperienza sono di avviso contrario.
      Grazie ancora e speriamo di riuscire a venire in cantina.
      Buona serata,
      Niccolò

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