Dicono che le Malvasie nel basso monferrato sino ai Colli Piacentini fossero, in epoca prefillosserica, molto diffuse.
Le Malvasie di Casorzo e Castelnuovo Don Bosco sono una probabile memoria storica, figlie di mutazioni genetiche spontanee.
A differenza dei Colli Piacentini e dell’Emilia in cui si vinificano in secco anche con l’aggiunta di moscato e varietà non aromatiche, pochi nel basso Monferrato hanno intrapreso questa via di interpretazione storico-filologica delle varietà presenti sul territorio e di fatto si negano la possibilità di produrre dei vini bianchi (qui rarissimi e mediocri) di personalità.
Ci provano con il Cortese ma senza risultati significativi.
Invece i Casalone in quel di Lu Monferrato (AL) ci hanno creduto e ottengono un vino secco gradevolissimo di personalità, bevibilissimo.
Profumi nitidi varietali e fruttati e floreali.
Intensa al naso ma non stucchevole, leggero vegetale che stimola e rinfresca, poi litchees, pesca bianca matura, mandorla e miele di mandorla, fiori di pruno e zagare e melone bianco.
Molto morbida, forse un po’ troppo, calda in bocca, delicatamente varietale, fruttata, sensazioni dolci contrastate dal leggero ammandorlato.
Proposta in cantina a prezzi commoventi circa 7,00 euro.
Bonne degustation
Luigi
Le Malvasie sono vitigni arcaici che riportano ai vini mitici della Grecia.
Condivido pienamente la tua descrizione. L'avevo assaggiata un paio di anni fa e mi aveva colpito la sua bevibilità e piacevolezza. Un vino semplice ma che sa dare soddisfazione!
RispondiEliminaOT
RispondiEliminaciao Gino
se non lo conoscessi ancora, per voi gastro-eretici segnalo il lavoro dell'amico/collega Paolo Casalis (eh, si...anche lui architetto pentito), che si è dato alla cinematografia e ha di recente girato e prodotto con elemosina digitale il documentario "Langhedoc", qui il link:
http://www.langhedoc.it/
costa poco, 12 euro, ma li vale tutti: vite di eretici alle prese con barolo, tajarin, grani e mungiture...rivoluzioni dal basso contro le mega produzioni alimentari nella terra dei tartufi, forse troppo cementificata per diventare Patrimonio Unesco dell'Umanità.
un saluto e auguri per il blog
lucadimatto
@luca,
RispondiEliminache piacere e che sorpresa ritrovarti sul blog.
Langhe doc è nel mirino da tempo e nell'ambiente degli enostrippati è conosciuto, comunque sia, mi piacerebbe risentirti.
Vai su fb e inviami il tuo indirizzo mail o n° tel. che l'ho perso, a presto.
Gino