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mercoledì 20 aprile 2011

ruchè 2009 castagnole monferrato doc cascina tavijn scurzolengo

Potere agli autoctoni.
Ruchè di Castagnole Monferrato doc 2009, cascina Tavijn, 14%vol, Scurzolengo (AT).
Il Ruchè doc si può fare solo nei comuni di Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi tutti in provincia di Asti.



Provo immenso piacere nello scrivere di un vino che profuma delle mie estati giovanili.
Non posso togliermi dalla bocca il sapore della terra rossa arsa e spaccata dal sole e del fieno e la dolcezza delle more mature nascoste dentro cuscini spinati inavvicinabili.
Le terre che danno origine a questo vitigno-vino sono rosse di argille pesanti appena incanutite dalle marne, calde e arrostite dal sole d’agosto, collose e vischiose quando i temporali le bagnano.
Le viti si contorcono come i Prigioni di Michelangelo nello sforzo drammatico di elevarsi dalla materia che le imprigiona.



Vitigno antico e raro, riscoperto e riselezionato negli anni settanta, è diventato doc nel 1987.
E’ stato usato come leva mediatica per risollevare l’immagine di un’area del Monferrato in declino verticale.
Figlia di una Barbera mal fatta e venduta a poco prezzo alla gente di città.
Onore a Nadia Verrua e ai suoi genitori per avere sposato una “naturale” ricerca di qualità in terre afflitte da esodi biblici, sovraproduzioni e cantine sociali.

Da vigneti cotti dal sole nasce il suo Ruchè, vitigno unico in italia delicatamente aromatico e decisamente raro.
Non è una versione edulcorata la sua, con ammiccamenti aromatici.
E’ potente, terroso, tannico.
Ti investe come il caldo agostano quando esci di casa a mezzogiorno.
Quando ti riprendi dal leggero svenimento senti i fiori, la rosa rossa, le calle, le gigliacee, le more, un po’ di ciliegia, io ho sentito quel misto balsamico di viola, liquerizia e eucalipto, terra calda, pepe nero e spezie.
Un vino da sacrestia di un monastero bizantino nel deserto.
In bocca si allarga morbido e fruttato e floreale e speziato con retrolfatto di incensi, sostenuto da alcool, acidità e tannini.
Ottimo vino con l’aromaticità innestata su corpo da lottatore.
Mi hanno detto che Nadia sente una leggera surmaturazione di troppo.
Io l’ho cercata fino in fondo alla bottiglia e non l’ho trovata.
Però mi è tornato in mente l’Haiku20#barbera2 di Slawka G. Scarso:

Sospeso sulla
Vite il tempo che è stato
L’oggi e il domani

Bonne degustation

luigi

1 commento:

  1. Leggere della mia terra di origine, di lontane estati calde ronzanti di zanzarini insopportabili e di lucciole tremolanti. mi ha riportato alle stanze della casa di mia nonna, proprio a Castagnole Monferrato..
    Scorrere le tue parole è stato un viaggio all'indietro, assaggiare il Ruchè di Nadia (così puro e intenso) mi è sembrata una ricompensa come un testimone passato dai miei nonni,dalla loro fatica alla tenacia di Nadia che è rimasta, che fa rivivere quella terra.
    Grazie per i ricordi che son tornati.

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