Riesling contro Riesling.
Val Venosta versus Val d’Isarco.
Se avessi costanza potrebbe diventare una rubrica e potrei chiamarla VERSUS.
I due riesling provengono da un viaggio compiuto in A.A. nel 2006.
Compivo quaranta anni per cui siamo concessi due notti nel più bello, etico, understatement, comodo, silenzioso albergo che esista in Italia.
Il Vigiljoch a Merano (BZ).
Nell’ottica del risparmio energetico e dell’uso di materiali a basso impatto ambientale.
Struttura portante in legno lamellare che per effetto del vento si deforma e scricchiola come i pini del bosco.
Ventilazione, riscaldamento con sistemi passivi, recupero delle acque reflue.
Bellissimo, ogni camera affaccia sulle montagne da una “vetrata parete” che ti proietta nella natura, mediata solamente da un traliccio di brise soleil di legno.
Si accede dal fondo valle solamente con la funivia, che in pochi minuti vi porta dai 300 m slm ai quasi 1.500 m slm dell’albergo, nessuna macchina è ammessa, solo alpeggi, taglialegna, stube e qualche capriolo.
Interni molto cool con influenze della “scuola austriaca”, luce zenitale ambienti razional-rarefatti, intimo connubio con la natura e un maledetto, chiostrale e rumoroso silenzio.
Colazioni nel bellissimo ex fienile con una proposta di leccornie incredibili, dai lievitati al salmone affumicato con spumante metodo classico.
Uno splendido esempio di come una committenza illuminata e un ottimo progetto architettonico contemporaneo possa interpretare e leggere il genius loci di un ambiente naturale.
Per saziare la mia sete ho trascinato moglie e cani nel fondo valle e siamo andati in Val Venosta e in Val d’Isarco.
Packerhof è a Varhn, Novacella (BZ) in Val d’Isarco a 700 m slm, in un punto in cui la valle si unisce alla Val Pusteria e i fianchi altrimenti ripidissimi spianano leggermente permettendo una viticoltura semi-eroica.
Le condizioni climatiche sono simili, caratterizzate da grandi escursioni termiche, vento, freddo, nessun volano termico e una altimetria limite per la coltivazione della vite.
Sarà l’affinità culturale, saranno le condizioni climatiche qui il riesling spacca.
Ne avevo comprate sei bottiglie per ogni produttore, non mi sono saputo gestire.
In gioventù possono deludere un po’, sono chiusissimi al naso e scontrosi in bocca.
Adesso invece a sette e sei anni dalla vendemmia sono a boire.
Tenuta Unterortl, Riesling A.A. Val Venosta, 2004.
Colore giallo paglierino intenso vivo, lucente.
Naso di idrocarburi con sfumature balsamiche e mentolate, mandarino e miele di mandarino, uva spina.
Le durezze già intuite al naso sono confermate in bocca da una acidità importante e penetrante che tiene a galla le sensazioni frutto-floreali.
Le sensazioni fruttate rimangono sempre fresche, forse un po’ più mature ma sferzate dall’acidità e dalla sapidità quasi salata.
Estremo.
Packerhof, Riesling A.A. Val d’Isarco, 2005.
Colore giallo paglierino con riflessi verdi.
Idrocarburi, resine termoindurenti con derive agrumate di mandarino e balsamiche di erbe officinali timo, mentuccia echi di miele amaro.
Bocca acida ma con una “morbidezza” leggermente maggiore del primo, più corposo, meno estremo del precedente, più mentolato e balsamico, sapido.
Nessun perdente nello scontro, questi due riesling sono cavalli di razza, estremi, profumati e caustici alla tedesca.
Bonne degustation
luigi
Nessun perdente nello scontro. Non mi piace, pistola alla testa: quale scegli?
RispondiEliminaCastel Juval, tempo va bevvi un pinot bianco troppo giovane. Comunque buonissimo. Parere mio, dovrebbero far uscire questi vini con 2 anni di bottiglia dalla cantina. Sarebbe molto più semplice.
Bel post. ;-)
Ri-bevuto il pinot bianco 2010 con un anno e mezzo in più di bottiglia: di una bontà imbarazzante.
EliminaCiao Gigi!