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venerdì 22 aprile 2011

#vdr_vinodellaregina2009vignadellareginatorino13_04_2011

Millesimo 2009.




Una vigna nella città di Torino.
Adagiata su un costone della collina torinese al fianco di una Villa barocca residenza estiva di Anna d’Orleans.
Di  fronte il Po, la città e le Alpi.
Per immedesimarmi ho raggiunto la Villa a piedi come un normale cittadino secentesco percorrendo le direttrici barocche della città.
Via della Dora Grossa (via Garibaldi), piazza Castello, via di Po.

Mercoledì tredici aprile duemilaundici ho bevuto vino barocco.
Assaporandolo ho conosciuto per contatto diretto la storia di Torino.
Ed era non tanto il gusto di un luogo ma l’aroma donato dall’impresa dell’insediamento.
Bere quel vino è stato un tuffo indietro nello spazio tempo.
Dentro  di me sentivo lo scalpiccio dei cavalli e il profumo di cipria delle cortigiane settecentesche.


Sentivo il calore e il fumo delle fornaci, la fatica dei garzoni e dei maestri da muro che hanno fabbricato questi palazzi.
Sentivo il sudore dei giardinieri che hanno piantato e allevato centinaia di varietà di alberi, arbusti, fiori, ortaggi, frutti.
Sentivo il berciare dei mulattieri.
Sentivo Carlo Emanuele II di Savoia  commissionare a un tipografo olandese la stampa di un volume ricchissimo sulle bellezze del Regno il “Theatrum Sabaudiae”.
Sentivo il frusciare delle pagine in pergamena di questo volumone prezioso.


Vedevo di là dal fiume Po una piccola città murata e intorno altre ville in costruzione e campagne e tratturi.
Vedevo un’abate siciliano, architetto affacendato intorno ai cantieri.
Vedevo la fila interminabile, dal porto fluviale sul Po, delle salmerie cariche di materiali diretti alla Villa.
Vedevo  a destra e sinistra della villa altre vigne.
Vedevo le Alpi, sotto un cielo azzuro, disposte come corona, franare sulla città.

E’ bastato un bicchiere di vino per vedere tutto ciò come in un racconto cyber punk.
Flash neurali provenienti da cyber memorie, risvegliate dal vino, balenavano nei miei gangli nervosi.
Hanno parlato il tredici aprile duemilaundici Mario Turetta, Edith Gabrielli, Cristina Mossetti e  l’Arch. Federico Fontana presentando il loro lavoro di recupero del complesso di Villa della Regina.
Io ho ascoltato, sopraffatto dal peso della storia, le parole di persone che hanno creduto al di là della comune ragionevolezza, nel recupero attivo e produttivo di un monumento che trascendesse la mera visione museale e si reinnestasse nel tessuto attivo della città e ne placasse simbolicamente la sete.
Recupero complesso di una Villa che aveva fatto dell’intreccio fra città, giardini, agricoltura e costruito un elemento fondante.
C’erano centinaia di varietà di vegetali messe a dimora e allevate sia nei viali dei giardini sia nella serra sia nel giardino dei frutti sia nel giardino dei legumi.

Oggi ci siamo dovuti accontentare e ridimensionare ma con pervicacia è stato perseguito il recupero di tutti quegli spazi effimeri ma di grande importanza nella relazione con la città, come il giardino all’italiana, le fontane e le folie che cingono il corpo di fabbrica, la scalinata che scivola ripida verso via Villa della Regina, la casa del Vignolante e gli orti.
La vigna (0,7 ha) rientra quindi in una logica volta all’integrazione anche produttiva della Villa.
Sono pochi gli esempi di Musei con risvolti produttivi reali e non solo formali.

La vigna in città è reperto museale ne rimagono pochissimi esempi a Brescia, Bolzano, Parigi, Stoccarda.
Studi storico ampelografici hanno determinato le varietà da impiantare (freisa, barbera, carry).
Microvinificazioni di prova hanno determinato la tipologia di vino da fare (vino fermo e di struttura).
La gestione del vigneto, impiantato nel 2006 è stata affidata alla azienda agricola Balbiano di Andezeno che ha



grande esperienza nell’allevare, gestire e poi vinificare la Freisa, cugina del Nebbiolo quindi uva in odore di santità.
Il vigneto sotto il sole brilla come uno Swarovski nel vano tentativo di allontanare dalle uve i passeri di città.
E’ ritornato nei giardini anche il Bufo Bufo e qualcuno ha proposto di baciarlo nella speranza che si tramutasse in principe.


Grande attenzione è stata rivolta alla grafica delle etichette in uno splendido rosa Savoia con la corona in bella mostra e un collarino che in un gioco di contrappasso esibisce un Qr code.
L’infaticabile tessitore dei rapporti fra storia, viticoltura e web è Luca Balbiano (che meriterebbe un post “c’è fermento a Torino”) dell’omonima azienda agricola che ripone grande fiducia sul potenziale comunicativo del web al punto di creare un sito specifico per la Vigna della Regina.
Ha riposto fiducia nei food-enoblogger, al punto di invitarne un nutrito stuolo alla conferenza stampa.
Io, per nulla abituato a questi eventi formali, mi sentivo come alla gita scolastica di fine anno.



Sono stati raggiunti toni surreali quando il Rag. Monero della Pastiglie Leone s.r.l., coinvolto da Franco Balbiano nella produzione di pastiglie al freisa e cari provenienti dalla Vigna della Regina, in dialetto piemontese ci ha fatti ripiombare in un gorgo storico storico che da Galeno, alla scuola di medicina di Salerno, agli alchimisti medievali, a Cagliostro, ai farmacisti ottocenteschi ci ha portato sino alla confetteria attuale, branca ludico-gourmet della farmacia.
L’architetto Fontana ha chiesto alla delegazione degli eno-blogger, prima della conferenza stampa, se il vino prodotto giustificasse la lotta necessaria per ottenere i permessi per piantumare l’altro lotto di vigna, allora ero confuso.
Adesso mi sento di dirgli con forza sì.
Perché quel vino è Torino, la sua comunità e la sua storia.


 
“salgono lampi
d’antiche emozioni dal
calice rosso”

Haiku6#barbera2 di Slawka G. Scarso
Avrei preferito fosse Haiku#freisa ma ci dobbiamo accontentare.

Sabato 14 maggio alle 16,00 alla Villa si terrà l’asta benefica del “Vigna della Regina”.
Saranno battuti all’Asta da Giancarlo Montaldo.
26 lotti di bottiglie di Vino della Regina 2009 di differente formato:
Magnum da 1,5 litri;
Jeroboam da 3 litri;
Balthazar da 12 litri;
Magnum  di grappa;
Cinque maxi latte delle pastiglie Leone al “Vigna della Regina”.
Tutti pezzi unici, con etichette disegnate dall’artista Luigi Stoisa.
I proventi dell’asta saranno devoluti dall’azienda vitivinicola Balbiano a Villa della Regina per lavori di restauro e recupero della villa.



In ordine di apparizione:
Mario Turetta direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte;
Edith Gabrielli soprintendente per i beni storici artistici ed etnoantropologici;
Cristina Mossetti  direttrice della Villa della Regina;
Arch. Federico Fontana direttore dei lavori;
Franco Balbiano dell’azienda agricola Balbiano;
rag. Monero della Pastiglie Leone srl;
Luca Balbiano dell’azienda agricola Balbiano.


Ai fortunati e munifici acquirenti del vino di Torino.
Bonne degustation

Luigi


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