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giovedì 23 agosto 2012

Il Funambolo e la Luna



Il Funambolo
splendeva tutto camminando sulla sua fune, sotto la luna,
con una superba destrezza che dissimulava il rischio e la
  fatica, e perfino il travaglio dell’arte.
E i suoi movimenti, quasi oscillasse su due lievissime
  ali,
e quel timore in noi: ”cade, non cade”, ”cade, non cade”,
diventava un canto immenso, invulnerabile, profondo
che colmava di fiducia la notte intera, e il tempo tutto fino
   al futuro più remoto.
Che colmava di gioia perfino il sonno di quanti già dormivano
sotto le verande di legno, sui balconi, sulle terrazze o distesi sull’erba.

Ghianni Ritsos,
Atene, Kàlamos, Karlòvasi,
15.I.82-15.VI.82

1 commento:

  1. la danza del tempo, pericolosa, immobile, aggraziata, sparisce appena te ne accorgi come in un sogno.

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