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mercoledì 5 gennaio 2011

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Le Due Terre, Sacrisassi COF Bianco 2007.







Le Due Terre di Silvana Forte e Flavio Basilicata, 4 ha di due terre una rossa e l’altra marnosa a Prepotto (UD), via Roma 68 B, tel 0432 713189.
Antefatto :
All’Alessandria Top Wine (il cui parziale resoconto ve l’ho già raccontato su) ho incontrato tra i fumi degli alcoli, la tensione del blogger neofita e del futuro (spero di nò) vigneron, Fabrizio Iuli produttore di barbera, nebbiolo e pinot noir in Val Cerrina il quale, per testare le mie conoscenze enologiche, mi ha duramente interrogato sui vini che bevevo (l’esame per diventare sommelier era un piacevole ricordo al confronto).
Subito l’ho colpito con il Verdicchio vigna delle oche riserva di Crognaletti,.
Dopo  scena muta.
Devo essere sceso assai nella sua classifica di benemerenza.
Ormai come uno sparring partner suonato incassavo i suoi consigli enoici "te che bevi solo bianchi-pausa-devi provare il Sacrisassi bianco delle Due Terre, sono Friulani bravissimi… "
Archiviata la pessima figura, sono ripartito ferito nell’orgoglio e con l’ego sotto le scarpe ad assaggiare Timorassi a mano bassa e qualche rara Barbera.
Comunque quelle di Fabrizio sono ottime e il Nebbiolo (in purezza dal prossimo anno) promette bene.
Io, nel mio bieco e sordo campanilismo, tifo per i produttori di Nebbiolo del Monferrato.
In un tempo prefillosserico il vitigno allignava benevolo anche in quelle terre, compresa la collina di Torino.
Ordunque, rientrato a casa, smaltita la sbornia, mi sono messo alla ricerca del vino bianco in questione.
L’ho trovato chez Bordò e verso Natale, dopo aver rapinato una vecchietta l’ho comprato.
Qualche giorno fà l’ho bevuto.
Giallo quasi oro vivo nel bicchiere.
Intensissimo al naso mineralità prorompente, idrocarburi e toni eterei di cere e trementina, agrumi stramaturi, balsamico di erbe officinali.
Bocca nitida affilata, salata con fondo amarognolo, molto sgrassante e incredibilmente lungo.
Ormai mi stanco di dirlo ma questi bianchi di macerazione sono più verticali, più salmastri e meno opulenti.
Colpiscono perchè escono dalla manichea contrapposizione fra acidità e glicerina/pseudo dolcezza/estratto secco per infilarsi in un nuovo mondo di percezioni organolettiche ancora poco frequentate.
Corpi magri quasi salini, acoli non eccessivi con ritorni amaricanti, profumi intensi, complessi se non  scontrosi e talvolta indecifrabili.



Li ho definiti cimiteriali (in generale nei Sacrisassi molto meno).
Non saprei perchè, ma allo stato attuale delle cose mi piacciono anche perchè rinsaldano quella soluzione di continuità fra cibo e vino che era/è stata sancita dal gusto enoico internazionale.
Solita sfilza di aride note tecniche.
Coltivazione para bio.
Macerazione sulle bucce, fermentazione con lieviti indigeni, poca solforosa, nessuna chiarifica, affinamento non pervenuto.
Vino eccelso, gastronomico da bere con branzino alle erbe e broccoli al sesamo e salsa soia o con baccalà mantecato e patate di montagna.
Da bere in compagnia.
Mai comprarne una bottiglia sola.
Dimenticavo, per i maniaci del vitigno il Sacrisassi è un blend di Tocai e Ribolla.
Prepotto poi è in un’area eletta per la viticoltura, pedologicamente e climatologicamente: vigneti collinari, grandi escursioni termiche, suoli calcarei poveri e drenanti, influenza marina, un inferno per le viti un paradiso per noi.


Luigi

3 commenti:

  1. Complimenti per il post...
    Il Sacrisassi Bianco fermenta in acciaio con le bucce per 10 giorni. Affina per 22 mesi in barriques e tonneaux.
    3.300 bottiglie prodotte.

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  2. Buon anno Luigi, evvia non rapinare le vecchiette per bere vini buoni. E' sufficiente una saggia riallocazione delle priorità di spesa, non trovi? ;-)

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  3. Con le pensioni delle vecchiette non ci compri più nulla ormai...

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