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mercoledì 21 novembre 2012

Basta!



Nel dormiveglia, momento in cui mi vengono le più brillanti idee e intuizioni, mi è tornato in mente un fatto avvenuto a Fornovo che avevo freudianamente rimosso per non avvelenarmi un bel pomeriggio.
Dopo più di una settimana e con l’acredine interiore ritornata ai normali livelli di guardia ecco rispuntare il fatterello piuttosto seccante.
Fornovo
Interno pomeriggio, motore, ciak, azione.
Vado al banchetto di Selvadolce, vignaiolo di Albenga (SV) che ha il solito sguardo truce e neanche un ombra di sorriso (mi dicono sia dovuto al fenotipo ligure, ironia la mia, nel caso non si capisse), assaggio i suoi Pigato e Vermentino sia 08 sia 09 buoni se non  buonissimi, molto ricchi e sapidissimi.
Perfetto! Decido di acquistare, d’altronde Fornovo nasce anche come fiera mercato.
Due bottiglie.
Ventiquattro euri l’una!
Urca, meico!
Abbozzo, non mi piacciono le polemiche e pago.

A freddo ci ho ripensato e ho deciso di non abbozzare perché mi sono stancato di partecipare a fiere mercato in cui si proclama il prezzo sorgente e poi tornando a casa trovo i vini a meno o allo stesso prezzo che mi hanno praticato!
Sono stanco, stufo e mortificato da comportamenti del genere e dalla ingordigia di certi produttori.
Sanguisughe che sfruttano la passione delle persone (che sono molte e preparate e si sobbarcano spese per spostamenti e soprattutto consumano parecchio) in nome di non capisco quale comportamento etico nei confronti di distributori, enoteche e ristoranti.
Basta!


Poscritto
Bisognerà stilare una white list dei produttori che applicano sul serio prezzi sorgente o similia perché l’eticità va premiata.
Bisogna anche stilare una black list?
Ci devo pensare perché così a caldo direi di sì.



34 commenti:

  1. Luigi, purtroppo la cosa è un pò più complicata. Se pratico il prezzo sorgente a te co-produttore allora devi farmi un ordine minimo. Mi spiego: il prezzo sorgente è più basso perché l'acquirente non solo acquista quantitativi consistenti - mediamente dalle 36 alle 1200 bt - a seconda del tipo di acquirente (Horeca o Distributore) ma anche perché si fa carico di rivenderlo ai consumatori, che è sicuramente un attività che può generare reddito, ma che richiede investimenti e rischio di impresa. Il valore di una azienda - purtroppo - è determinato dal valore del suo mercato, ossia da quanto è ben posizionato e distribuito il suo prodotto. Allora cosa è più etico ? dare il prezzo sorgente a un co-produttore che ti compra 2 bottiglie o rispettare il lavoro dell'enoteca e del distributore che ti fanno il mercato .... il diavolo è nei dettagli. Poi, certo se l'azienda partecipa a una fiera dichiarando che farà il prezzo sorgente e poi non lo fa, beh questo è inqualificabile e allora sono con te. Salumi.

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  2. Dunque, il postulato è questo: il coproduttore vale molto meno del mercante. Ma allora voglio essere un banale consumatore, almeno ho potere negoziale nei confronti del mercante. Come dire: dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi dio.

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  3. Se ricordi ne avevamo anche parlato, di quel rapporto q/p. E' un mercato molto liquido ultimamente (scusa il gioco di parole), pure troppo, ci sta pure che il dettagliante svenda. Per il resto Fabio qua sopra ha spiegato bene, direi.

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  4. @Fabio,@Fiorenzo,
    capisco bene le logiche del mercato e gli impegni presi con i propri distributori e ovviamente non eccepisco nulla a riguardo.
    La mia è solo una considerazione emozionale legata nello specifico ad un evento che si configura come fiera-mercato e che ha come ispirazione una visione più ampia etica, ecosostenibile, etc etc.
    Bene! all'interno di una festa del vino naturale un passo importante, per me, è quello di avvicinarsi al consumatore rispettando la fatica che fa per venire a trovare il produttore e cercare di condividere con lui i propri prodotti e uno strumento è il contenimento dei prezzi alla vendita, un mezzuccio se volete, ma farebbe trasparire l'attenzione verso chi consumerà il vino.
    In queste situazioni e in questi dibattiti emergono sempre le ragioni e i diritti di tutta la filiera ma latitano sempre le ragioni del consumatore come se fosse più un nemico che non il fine ultimo di qualunque produttore di beni.
    Il mio grido significava solamente questo e parafrasando Baumann si potrebbe dire:"consumo dunque esisto!"

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  5. Non vorrei sembrare troppo tirchio, ma prima di acquistare preferisco sempre controllare i prezzi di rivendita in enoteca o se possibile di listino. D'altronde faccio pure benzina dove costa meno e non capisco perchè non dovrebbe valere per il vino.

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  6. la butto lì senza pretese.
    Io sarei dell'idea che in queste manifestazioni, dove veri appassionati si alzano all'alba sfidando palloncini ed etilometri vari per coltivare ed approfondire la loro passione, i produttori/espositori dovrebbero garantire loro un prezzo sorgente reale.
    Anche perchè io visitatore non acquisto quantità enormi di prodotto, ma vorrei avere la possibilità di farmi un "campionario" qualificato e qualificante di quello che mi gira intorno.
    Poi la cantina mi avviserà che se dovessi fare l'acquisto tradizionale il prezzo sarà inderogabilmente (salvo spese folli...) diverso e più alto, ma questo l'attento consumatore lo capirà.

    Così secondo me aiuti un mercato che fa le bizze, un mercato che è in cortocircuito per mille motivi.

    Insomma cerchiamo di venirci incontro.
    O no?
    Michele

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  7. La butto lì senza troppe pretese...
    Secondo me a in queste occasioni, dove l'appassionato si sobbarca km, sfida palloncini e etilometri a ogni kilometro, dovrebbe essere garantito il prezzo sorgente reale.
    Semplicemente per il fatto che comunque le quantità acquistate non sono importanti, le bottiglie acquistate servono per farsi un'idea più precisa di una produzione. Lo sappiamo tutti che dopo il quarto assaggio le papille sono spianate.
    Mi piacerebbe poter acquistare 10 20 30 bottiglie diverse, ad un prezzo "campione"
    Portarle a casa, berle con calma, capirle, proporle magari ad amici e dopo, solo dopo averle metabolizzate fare un ordine che sia anche minimo di sei bottiglie...
    E in quel caso la cantina mi avrà informato che non sarà quello il prezzo al quale potrò comprare, ma sarà il prezzo di mercato.

    Cerchiamo di venirci incontro, altrimenti questo mercato in cortocircuito rischia solo di peggiorare...

    PS
    L'avevo scritta meglio, ma un fatale Error me l'ha cancellata.
    Spero di aver reso l'idea.
    Michele

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  8. ecco, ci sono entrambi, considerate quello che più vi aggrada ;-)

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  9. Io continuo a non capire questa smania di pagare i vini allo stesso prezzo che lo pagano gli operatori e perche' questo dovrebbe avvenire per i vini e invece e' perfettamente normale comprare qualsiasi altro prodotto al prezzo al pubblico. E' solo perche' uno va ad una fiera? E perche' le fiere sono gratis per i produttori che vi partecipano? Dove pensate che si recuperino i costi generali di un azienda, se non proprio nel vino? E' perche' uno viene direttamente in azienda? E il tempo che uno spende per stare li a spiegare i vini, la filosofia produttiva, le bottiglie aperte per gli assaggi?
    E in finale, se una bottiglia di vino al pubblico costa 10 euro, vuol dire che il prezzo e' dieci euro, punto e basta. Semmai poi e' da vedere se i 10 euro li vale, ma questo e' un altro discorso, ma e' tutto li'.

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    1. Scusami Gianpaolo ma questa volta non hai un briciolo di ragione e poi come dico sopra: ascoltate il consumatore! Se vi chiediamo qualcosa almeno ascoltate e non redarguiteci come dei bambini io non lo faccio nemmeno con mia figlia quatrenne!
      Noi chiediamo, voi fate ciò che volete ma non cercate di indottrinarci con i vostri ragionamenti (leciti sia chiaro ma che a noi interessano poco o nulla) spiegandoci che avete ragione, se siete sicuri delle vostre scelte andate avanti così ma rimane sempre il diritto a noi consumatori di chiedere sconti e dirottare i nostri acquisti dove veniamo trattati meglio sia umanamente sia economicamente.
      Nello specifico Fornovo come altre fiere mercato nascono con l'intento di riunire produttori e visitatori in un evento in cui anche i prezzi hanno una componente etica e promozionale, per cui è lecito a Fornovo come a Terroir vino aspettarsi una adesione dei vignaioli.
      Le fiere costano anche a noi sai? Mi piacerebbe che tutti noi appassionati le disertassimo per un anno intero, poi ci risentiamo.
      Forse non è meglio rivedere queste rigidità mercantili?
      Come ti hanno già detto altre volte non è assolutamente vero che esiste un unico prezzo al pubblico ormai anche grossi produttori di moda hanno dei siti online in cui vendono capi di abbigliamento a prezzi scontati anche del 30 o 40% e che dire dei libri e giochi su Amazon.
      Io ho comprato le gomme della macchina via web con 35% di sconto!

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    2. Gianpaolo,
      nel mio lavoro, ad esempio per materiali idraulici e sanitari, esistono due listini prezzi: listino privati e quello per aziende, perfetto io dal listino ho il 55% di sconto e quindi dovrei essere in condizione di rivendere al cliente con un ricarico e magari rimanere al di sotto del listino privati.
      Ebbene ormai da anni se a me applicano il 55% su listino professionale, al privato mai visto ne conosciuto applicano il 65% dal listino privati e io mi trovo clienti che comprano direttamente dal mio fornitore quasi allo mio stesso prezzo!
      ergo i tuoi ragionamenti sono un po' troppo teorici e di fatto disattesi dal mercato, quindi perchè il mondo del vino non dovrebbe ricadere in questo sistema?

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    3. Luigi, nel tuo caso e' abbastanza chiaro che il vero prezzo di listino e' quello con lo sconto al 65%, poiche' l'altro prezzo, quello scritto, in realta' non lo ha mai pagato nessuno (e quindi per definizione non e' il prezzo del prodotto).
      Tuttavia, anche qui, tu che sei un operatore continui a pagarlo il 10-15 % meno del non-operatore.
      Tutto torna.

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    4. Magari Gianpaolo magari fosse il 10% spesso confrontavo preventivi miei e dei privati e non c'era più del 7/8% e con margini così io non riesco a lavorare non mi remunero neanche le spese e il tempo dedicato alla cernita dei prodotti e i trasferimenti ma questo è un altro discorso.

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    5. scusa Luigi, ma ti stai rispondendo da solo. Non so se ti rendi conto, ma stai lamentandoti allo stesso modo che un enoteca si lamenta del produttore che vende allo stesso prezzo. Che poi a te possa andare bene cosi' alla fine e' irrelevante, perche' il punto e' proprio quello che sollevi.

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    6. Gianpaolo,
      io non mi lamento ma ti sto facendo vedere che questa dinamica che tu continui a osteggiare è praticamente ineluttabile e inarrestabile, forse sei tu che non capisci che la tua e tantomeno la mia voce nulla possono con una tendenza in atto e non da oggi e che non riguarda solo il settore vinicolo.
      E poi è chiaro che a me non piace, a te, perdonami, non cambia nulla venderesti sempre allo stesso prezzo solo ad un mercato magari più frammentato ma mediamente più solvibile.

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    7. mi dispiace dover continuare a risponderti su questo, ma tanto evidentemente sia io che te abbiamo tempo :)
      Dunque, ti faccio una domanda: se tu potessi scegliere un fornitore che, a parita' di prodotto e di prezzo, protegge il TUO margine, lo sceglieresti o continueresti a lavorare con quello di adesso.
      Perche' vedi, probabilmente di fornitori di materiali idraulici e sanitari ce ne sono parecchi, ma mai quanto le migliaia di fornitori di vino, e chi vende vino per mestiere questa scelta la fa.
      Altra cosa, la tendenza sara sicuramente in atto in tutti quei settori dove il "middle man" (e in questo caso sei tu, mi spiace) porta poco o nulla valore aggiunto, ma nel vino le aziende quasi mai possono vendere tutto o almeno gran parte del loro prodotto direttamente in azienda oalle fiere, per cui hanno ancora bisogno del valore aggiunto rappresentato dall'enoteca, dal ristorante, ecc.
      Tu dici che questa situazione e' destinata a cambiare? Puo' darsi, ma io non tratterrei il fiato in attesa, se fossi in te.

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    8. gianpaolo, non fa una grinza che sia una..... Bravo!

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  10. @gianpaolo Domani a Milano inizia La Terra Trema, in cui i produttori dichiarano di applicare il prezzo sorgente. Perché è nelle regole della manifestazione. Sarà la quarta o quinta volta che partecipo e molti produttori li ritrovo sempre, sorridenti e con ottime bottigle nel range 4-10 euro. Evidentemente a loro va bene di sbattersi per venire a Milano in pieno inverno a offrire assaggi per tre giorni, vendere a PS, raccontare i loro vini e la loro filosofia produttiva.
    Tutto qui!

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  11. Il web è una grande occasione per il consumatore di far sentire la sua voce, usiamolo! Questo è il mio grido.
    Mi piacerebbe vedere on the web più post legati al vino e al cibo dalla parte del consumatore, oggi ancora rari e "ostacolati", anzi propongo una azione di #occupytheweb da parte dei veri consumatori (quelli che pagano)e che hanno il diritto di far sentire la propria voce, a volte "incazzata".

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  12. @Luigi
    Intervengo solo per dire che a TerroirVino ci proviamo e facciamo del nostro meglio. Qualcuno che fa il furbo c'è sempre e puoi immaginare le incazzature dato che poi quelli come te (giustamente) vengono a menarla a me ma vedrai che l'anno successivo NON lo ritrovi se non altro e se lo ritrovi me lo dici che me lo segno. C'è un accordo scritto, se lo infrangono o ci prendono per il culo dicendo che fanno una cosa e poi ne fanno un'altra, allora non li invitiamo più, chiaro e semplice. Penso che questa vostra (nostra) esigenza, sia un processo innescato e ineludibile. Non per tutti ma per molti si.

    Mi piace anche il commento di Niccolò.


    Ciao, Fil.

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  13. Io continuo a non capire perche' vendere un vino al prezzo che uno decide che deve avere sia un atto contro il consumatore. Semmai quello e' se il vino non vale i soldi.
    Poi e' chiaro, le "occasioni", i "saldi", le "svendite di fine stagione" e anche le fiere a "prezzo sorgente" sono tutte cose che fanno parte del gioco, ognuno e' libero di fare come gli pare. E questo vale sia per il consumatore che per il produttore.
    Quanto al fatto che le fiere costano anche a chi ci va, anche questo dipende ovviamente dal valore percepito da chi ci va. Anche al cinema si paga il biglietto mi pare, ma la gente ci va lo stesso.

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  14. Gianpaolo, non è che vendere il vino al prezzo che hai deciso è contro il consumatore, ma vendere il vino al prezzo che hai deciso in una fiera/mercato dove si dichiara la vendita a prezzo sorgente non è esattamente ben qualificante.
    Che le fiere costino agli espositori è indubbio, ma che il produttore dichiari di vendere a prezzo pieno per rientrare dell'investimento è altrettanto poco qualificante.
    Michele

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    1. su quello sono completamente d'accordo con te. L'ipocrisia che circonda il mondo del vino e' tanta, per questo io preferisco dire chiaramente le cose come penso e agire di conseguenza.

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    2. Infatti credo che la questione (e così è per me) non è tanto a quanto si decide di vendere un prodotto ma la chiarezza del prezzo. Capita che produttori dichiarino un prezzo come "prezzo fiera" (e questo vale per produttori di qualsiasi genere quindi non solo mondo del vino) e poi trovi lo stesso prodotto a meno o uguale in negozio. Questo a me è capitato più volte con: vino, olio, marmellata etc.
      Tutte le volte la scoperta mi fa incazzare e quel produttore con me ha chiuso e non certo perché mi sono illuso di aver pagato meno ma perché ho verificato la sua disonestà.

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  15. Concordo con il post di Luigi, è una questione che spesso mi pongo come consumatore e anche a me quando il prezzo sorgente è uguale a quello dell’enoteca mi girano.. perché non lo trovo corretto. Tralasciando il discorso applicato alle fiere mercato, ho acquistato un vino direttamente in cantina (e parlo di un piccolo produttore marchigiano, non di una mega cantina con annesso winebarenoteca o qualcosa del genere…) alla stessa cifra a cui viene venduto in enoteca (peccato averlo scoperto solo successivamente). Da ingenuo consumatore poco incline alle logiche di mercato, parto dal presupposto che se mi reco alla “sorgente” (per piacere ovviamente, ma anche con perdita di tempo e parecchi km macinati) i prodotti mi verranno venduti a prezzo “di sorgente”… mi sembra scontato, quindi mi sono sempre chiesto come fanno a campare certe enoteche che vendono vini allo stesso prezzo del produttore… salvo poi capire che mi facevano la “cresta” direttamente in cantina.
    Da appassionato e acquirente non posso quindi concordare con Giampaolo… se il produttore è libero di praticare il prezzo che vuole, allora io consumatore sono libero di rimanere deluso in queste situazioni. Penso che il valore aggiunto di certi vignaioli che apprezzo e stimo (come quelli che spesso incontro alle fiere di Fornovo, Terra Trema, Vinnatur ecc..) non sia solo nella loro capacità di produrre vini ottimi e onesti, ma anche nella loro scelta “politico-culturale” di proporsi e vendere vino al consumatore in una determinata maniera.
    Se dobbiamo mettere in conto il lavoro del vignaiolo che “perde tempo” nel raccontarci del suo vino, nel farcelo assaggiare ecc… allora sappiate che quella si chiama “promozione” o “pubblicità”, è un investimento a fondo perso per aumentare il volume di affari e di estimatori… non puoi pretendere di ripagarti la trasferta con le bottiglie vendute direttamente quel giorno. Se io nel mio blog parlo bene di un produttore, lo faccio perché ho piacere nel farlo, non pretendo di essere pagato dal produttore stesso per la pubblicità gratuita che sto facendo al suo vino (che tra l’altro ho acquistato). E poi diciamocela tutta… quanti vignaioli tra quelli incontrati alle fiere vi hanno rilasciato uno scontrino fiscale o una ricevuta di vendita? A Fornovo, solo Eugenio Rosi e Crealto… mi hanno omaggiato di ricevuta, quindi se volete applicare il prezzo da enoteca, almeno fiscalizzate come fanno le enoteche! Altrimenti prezzo “politico” da sorgente e pacca sulla spalla… come piace a me…
    simone

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    1. @Simofe "Penso che il valore aggiunto di certi vignaioli che apprezzo e stimo [...] ma anche nella loro scelta “politico-culturale” di proporsi e vendere vino al consumatore in una determinata maniera. "

      Ecco, prova a pensare se la scelta politico-culturale di vendere il vino a te ad un prezzo, e di farlo vendere alle enoteche ad un altro, sia egualmente rispettata e ammirata da loro, che pure sono persone che dovranno pur campare, credo. "Rispettare" il consumatore, e fregarsene un po' degli operatori, e' questa l'etica giusta?
      Poi dipende dalle scelte che uno fa, non e' obbligatorio vendere il vino a enoteche e ristoranti, uno se lo puo' vendere anche tutto in aziende. Sarebbe una meraviglia.
      Per quanto riguarda la promozione sono d'accordo, un po' meno sul fatto che siano a fondo perduto. Cosi' si definiscono di solito le sovvenzioni pubbliche, le aziende private a fondo perduto possono fare ben poco, qualcuno che lo paga quel fondo, da qualche parte, esiste sempre.

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  16. La questione è molto semplice; se si dichiara che alla fiera X si pratica il prezzo sorgente, allora il produttore deve fare il prezzo sorgente; e il prezzo sorgente è quello a cui normalmente il produttore vende all'operatore (enoteca o ristorante che sia). Altrimenti i produttori espositori e gli organizzatori della fiera stanno prendendo in giro i loro clienti.

    Al di fuori delle fiere la cosa è un poco più complicata, ma non impossibile.
    I co-produttori (o se preferite chiamarli alla vecchia maniera, i consumatori) sono chiaramente la parte più importante della catena, perché senza di loro non ci sarebbe il prodotto. E allora cosa si fa ? si fanno i gruppi di acquisto; e alle volte il gruppo di acquisto riesce a spuntare prezzi anche migliori di quelli praticati dal produttore all'enoteca. Io personalmente vendo a un gruppo di acquisto che paga alla consegna e che fa quantitativi da piccolo distributore locale .

    Salumi

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    1. Grazie Fabio,
      il post e non leggetelo come un j'accuse rivolto verso Selvadolce voleva solo significare che si era operato un tradimento nei confronti della manifestazione e dei vignaioli presenti e non in ultimo nei confronti dei coproduttori che con il loro consumo e il tam tam mediatico e non, stanno facendo un enorme lavoro di "marketing" spontaneo e gratuito nei confronti del movimento dei vini naturali (ma non solo).
      Kempè

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  17. Nel modello di iscrizione a Vini di Vignaioli, è esplicitamente richiesto ai produttori di vendere il vino, applicando il prezzo praticato in azienda (prezzo sorgente). Quindi il produttore in questione ha tradito soprattutto un patto con gli altri vignaioli. Detto questo il prezzo sorgente è unico, sia che si acquistino 2 bottiglie o 2000, e questo perchè serve a rendere evidenti i ricarichi applicati nei vari passaggi. La formazione del prezzo sorgente è il risultato dei costi di produzione + retribuzione lavoro del produttore. Quindi in questa definizione non c'è posto per il marketing, la retribuzione dell'investimento, il rischio d'impresa, ecc
    Emilio

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  18. Alle fiere/eventi mercato dove è richiesto il prezzo sorgente si è liberi di non partecipare.
    Personalmente io trovo giusto offrire queste occasioni di acquisto a prezzo sorgente che considero come "promozioni" perché ritengo che favoriscano la conoscenza di vino e produttore.
    Non credo e sarebbe una colossale idiozia crederlo, che quelle poche bottiglie cedute ad un pubblico di estrema nicchia possano danneggiare la filiera o i cosiddetti operatori di filiera.
    Il vero danno commerciale lo fanno certe aziende vinicole con listini pressoché ridicoli dove accanto ai prezzi ci sono condizioni commerciali che nella migliore delle ipotesi fanno sorridere..
    Nessuno credo abbia la verità assoluta in tasca, una buona regola credo possa essere quella di essere coerenti con le proprie scelte dichiarate.
    Paolo Carlo

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    1. Sono pienamente d'accordo.
      Considerazioni di somma saggezza.
      Tanto di cappello.
      Bravo.

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  19. Scusa Simofe 76, posso chiederti tu che lavoro fai?

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