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venerdì 2 novembre 2012

Baccabianca 2006, Tenuta Grillo. Di N. Desenzani


Ambrato, leggermente velato. 
Colpisce al naso per una bella ossidazione/caramelizzazione grassoccia, su una base morbido/alcolica piacevole e discreta, e una bella freschezza floreale/erbacea e di frutta bianca polposa.
Non tradisce le aspettative in bocca dove risulta in corrispondenza con l'olfatto, abbastanza fresco, acido e lievemente tannico. Piacevolissime le nuance come di legno, ma chiaramente provenienti dall'uva, e un sottofondo quasi di caffè torrefatto. Pecca un po' di staticità, il che ne penalizza la freschezza e la beva. 

Una cosa che mi ha colpito molto di questo vino è la riconoscibilà, anzi l'esaltazione, del vitigno. Alla faccia di chi addita la macerazione come killer del varietale! 
lo dico basandomi su un assaggio a distanza di poco tempo di un altro Cortese molto buono, vinificato in bianco, fatto poco lontano e di cui avevo tenuto a mente i sapori: da entrambi gli assaggi, per confronto, emergeva bene il vitigno e il Baccabianca lo esibiva in modo molto netto.

Cortese 100%, macerazione su bucce oltre il mese. No legno. 

6 commenti:

  1. Uno di quei campioni che ti fa riflettere sul cortese, spesso sottovalutato ma che credo vada ripreso in considerazione ed esame.

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  2. si ama o si odia... x me supercortese...
    http://simodivino.blogspot.it/2012/02/baccabianca-2006-tenuta-grillo.html

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  3. Ciao Simo, ti dirò che ai primi sorsi l'ho amato, poi mi ha un po' affaticato.
    Ma non ho dubbi nel considerarlo un riferimento per la categoria. Oltre a interpretare un vitigno classico, non particolarmente acclamato, in modo originale, è di quel vitigno e dei suoi caratteri un fedele interprete. Non so dire enologicamente il perché tenda a immobilizzarsi un po', ma so che se guadagnasse più leggerezza e mobilità sarebbe superlativo. Ovvio: mia umile opinione.

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  4. Adoro quando mi raccontano il vino. Grazie.

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