Consiglio di ascoltare questa canzone mentre guardate le foto e leggete il testo.
Doc Eloro sottozona Pachino.
Dovevi ritenerti lusingato.
Reminescenze di Frappato e sua maestà il Moscato bianco (Moscato di Noto Passito doc).
Dolci colline con memorie del Monferrato e argille e marne bianco grigie con memorie Langarole e ulivi e cipressi con memorie Toscane.
Entrando nella doc da Ispica o Rosolini facendo rotta verso il mare capisci di essere in un territorio vocato.
Dolce e violento, rigoroso e ordinato, abbacinante di argille calcaree bianche.
L’altopiano Ibleo e le sue rocce esposte e la sua selvatichezza sono un ricordo fra queste colline.
Sedute di fronte a due mari, il canale di Sicilia e il mar Ionio.
Nel luogo più a sud della Sicilia (escluse le isole).
Antropizzato e agricolturalmente coevoluto.
Ulivi e vigneti ad alberello e seminativi e frutteti.
Palmenti in cima alle colline.
Filari di cipressi.
Palme per segnalare i pozzi d’acqua.
Non fosse in Sicilia/Italia sarebbe un eden.
Qui è dimenticato, reietto ed abbandonato senza aver mai assurto alle cronache.
Qualcuno si è inventato la doc Noto (barocca città di maggiore mediaticità).
E pensare che c'è una contrada Boni Vini!
Anche per i rossi in quasi completa sovrapposizione con l’Eloro.
Profumi e acidità e finezze sui versanti collinari.
Materia, polpa, maturazione nei fondi valle.
Incredibile come un territorio così caldo e senza escursioni termiche.
Con vitigni coevoluti e nobili riesca a dare freschezza e opulenza e bevibilità ai vini.
Devo ringraziare Mauro Mattei che mi ha spinto verso questi luoghi.
Do’ Zenner per la sua pazienza
e Salvatore Marino che con fatica presidiano il faro nella notte dell’Eloro.
Bonne degustation
Luigi
Salvatore Marino |
Do' Zenner |
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