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lunedì 2 marzo 2015

Villa Favorita e Cerea, un anno dopo... la baionetta, l'elmetto e gli assaggi prestabiliti

di Daniele Tincati

Villa Favorita

E’ passato oramai quasi un anno da quando ho scritto questo post.
E’ rimasto sul taccuino, da terminare, per tutto questo tempo.
Non mi sono deciso, ne a finirlo, ne a pubblicarlo subito.
Probabilmente non avevo tanto da dire.
E’ che scrivere e pubblicare qualcosa su una serie di assaggi lunghissima mi sembrava oramai estemporaneo e fuori luogo, vista la moltitudine di parole che si dovrebbero spendere.
Ultimamente sono diventato anche pigro.
Ma poi mi torna in mente la bella atmosfera respirata sia a Villa Favorita che a Cerea.
Ecco, è quello che sto cercando da tempo.
La frenesia e la confusione di Verona in quella settimana mi ha tenuto lontano da Vinitaly e, a malincuore, ho dovuto rinunciare cosi anche al ViViT.
Però cosi ho affrontato il weekend con lo spirito giusto, cioè rilassato e votato a stare in compagnia degli amici, incontrare persone che si vedono raramente, e assaggiare qualche vino ma non troppo.
Non riesco più a concepire gli assaggi fatti in fretta, affrontando la fiera con l’elmetto, la baionetta fra i denti e una scaletta prestudiata a casa che non si riuscirà mai a rispettare.
Le sorprese migliori arrivano da chi non si è preso nemmeno in considerazione.
E cosi, ci siamo trovati a girare in gruppo numeroso ( cosa poco raccomandabile in queste manifestazioni ), ma l’esperienza è stata intensa, più del solito, perché è confrontandosi con gli altri che emergono tante sfumature che da soli si perderebbero.
In gruppo compatto, con compagni diversi a seconda dei giorni, abbiamo vagato più o meno a caso, decidendo al momento gli assaggi da fare.

Luigi e Riccardo
Poi le pause.
A Villa Favorita il prato è memorabile e, grazie al tempo clemente, ci siamo riposati e rifocillati sull’erba.
A Cerea l’area ristoro con self-service concede un po’ di tregua, e ci si può sedere comodamente mangiando un piatto caldo e non i soliti panini.

Il parco
E sono fermamente convinto che la canonica sequenza degli assaggi bollicine-bianchi-rossi-dolci non valga un fico secco.
Quando vorrete passare ai rossi, le papille saranno già stanche e cotte dagli acidi dei bianchi e, dopo 3-4 assaggi, si sentiranno solo tannini amari.
Io ultimamente prediligo assaggi misti, magari facendo in sequenza la serie di vini per ciascun produttore.
Ogni tanto un giro di bollicine o acqua aiuteranno a ripulire la bocca.
Teoria personale da adattare a piacimento…
A Villa Favorita c’era pure una sala degustazione riservata agli operatori, stampa e compratori.
Bella occasione per assaggiare con calma e in poco tempo una discreta serie di vini, ma vuoi mettere la possibilità di parlare a quattrocchi col produttore ?
Insomma, sono sempre più convinto che il contatto umano com amici, appassionati e produttori sia fondamentale per comprendere appieno quello che c’è davanti e dietro un bicchiere di vino, al di la della mera degustazione.
E’ la fiducia reciproca produttore-consumatore il motore trainante nel futuro prossimo del settore del vino artigianale/naturale.
Quindi, tutti in fiera, tra amici, a rilassarsi e confrontarsi col bicchiere in mano.
Noi ci saremo di certo.
Salute.

3 commenti:

  1. Mi sento già più rilassato. Ci si vede là, sul prato :-)

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  2. Ottimo Nic, quello è lo spirito giusto, ma tu sai già di cosa si tratta ;)
    Speriamo bene per il meteo, altrimenti niente prato :(

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  3. quest'anno a Villa Favorita ci sono anche io, solo Sabato però...poi mi tocca indossare baionetta e elmetto....

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