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venerdì 30 agosto 2013

Vediamoci chiaro di Andrea Della Casa


Serata di caldo afoso padano.
Trovo un ristorante con una carta dei vini che si avvicina alle mie esigenze.
La disfida è tra una Malvasia frizzante di Denny Bini e un Fiano di Zampaglione. Vince il secondo per curiosità. I vini di Denny mi sono felicemente noti.
In più i vini di Guido Zampaglione (quelli di Tenuta Grillo nel Monferrato) sono un punto fermo tra le mie circonvoluzioni cerebrali.
E poi quell'indicazione "non filtrato" sulla carta mi alletta parecchio.
Il vino è pulito, carnoso, con aurea agrumata ed un ritorno finale di miele. Discreto.
Ma alla vista non mi pare così torbido. Anzi.
Trasparente e limpido. Provo ad agitarlo un pò ma nessuna particella, nessuna velatura mi si presenta nel bicchiere. Niente. Manco una particella di sodio che ulula nel vuoto.
In effetti sulla bottiglia non mi pare ci fosse la dicitura "non filtrato".
Il giorno dopo a casa vado a verificare online la metodologia produttiva e la ricerca mi conferma che il vino non viene filtrato.
Quindi i casi sono 2: o l'annata (2010) ha costretto alla filtrazione oppure travasi e decantazioni intense danno un risultato analogo.
Ma il dubbio rimane...

11 commenti:

  1. Meraviglioso il Fiano Don Chisciotte di Il Tufiello, lo conosco bene in annate precedenti ...fra i miei bianchi di riferimento tempo fa.
    Bisogna verificare se dietro l'annata 2010 c'è ancora Guido Zampaglione perché ho sentito di disaccordi con la proprietà in loco dei vigneti (primavera 2010).
    Ho letto di novità sul fronte Fiano e Guido, ma credo vadano chiesti lumi all'interessato.

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  2. Da quando ho letto questo post (ancora in bozza) sono stato contento che sollevassi la questione della filtrazione, ma ancor più di ciò che i nostri sensi possono suggerirci. Ci vuole quel che di incoscienza a metter in dubbio le informazioni che dà il produttore, un po' un tabù violato, ma è a mio parere un passo fondamentale per mantenere un dialogo equilibrato. Altrimenti noi che il vino lo annusiamo, lo osserviamo, lo accarezziamo col palato, lo soppesiamo, lo pensiamo etc. rimaniamo in un mondo virtuale dove comanda alla fine ciò che è scritto nel foglio tecnico. Una volta Joseph di Blasi, commentando a un post sulla torbidità nel vino, scrisse una cosa molto bella: dovremmo aver paura di ciò che non vediamo.
    Fidarci dei nostri sensi, anche se ci porterà a sbagliare spesso, è l'unico strumento che possiamo usare per contrastare il segreto di ciò che avviene in cantina (e questo è un altro argomento che andrebbe sviscerato).
    Per fare un esempio che mi è capitato di recente, ho bevuto una bottiglia di Frappato 2011 di Arianna Occhipinti, fidandomi di un parere entusiastico di Andrea Scanzi, che lo presentava come vino sui generis, alla vista palesemente non filtrato. Ebbene io ho bevuto un vino perfettamente limpido, abbastanza anonimo, che mi ha dato l'impressione di soffrire proprio della filtrazione. Magari mi sbaglio, ma l'onere della prova ora è del produttore ;-)

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  3. Guarda caso l'altra sera si è sbicchierato con qualche amico tutta una serie di vini dividendo le serie di vini per tipologia (all'incirca). E tra i macerati c'era anche il Don Chisciotte 2010. Che nell'annata 2006 fu uno dei vini della vita (ancora in splendida forma). Come diceva Vittorio, nell'annata 2010 c'è stato un passaggio di consegne (non indolore, credo) ed ora a capo c'è lo zio di Guido (il quale Guido, mi diceva, uscirà probabilmente il prossimo anno con un suo Fiano). Qualitativamente il 2010 è un Don Chisciotte meno esplosivo, meno dinamico rispetto anche alla 2009 o la 2011, con una discreta dolcezza di fondo e una base aromatica molto speziata che la tannicità non mitiga più di tanto. E la nostra bottiglia era abbastanza limpida, cosa che di per sé non mi pare né un difetto né un pregio.

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    1. In effetti questo vino non era male, ma le emozioni sono altrove. Però non ho metri di paragone con altri della stessa cantina.

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  4. Posso solo dire che decantazioni effettuate nei tempi giusti e travasi fatti sapendo di perdere un po' di vino possono portare a vini perfettamente limpidi.

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  5. Tralasciando l'annata del vino in questione che non ho bevuto (anche io come voi ho bevuto annate precedenti traendone un piacere psicofisicopapillare di un certo livello), ho la sensazione che stiate attraversando, sguarniti delle necessarie cerate, un mare solo apparentemente quieto. Più mi immergo (letteralmente) nelle cose del vino fatto in un certo modo, più l'approccio socratico di liceale memoria mi si ripropone. Per rispondere con una testimonianza diretta alla chiusura del pezzo di Andrea: si, con travasi e decantazioni anche non spinte ma attente e lente, è possibile far scintillare di notevole trasparenza un vino imbottigliato.
    Comunque, cari amici di questo bar, sappiate che vi lovvo anche da qua :)

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    1. Grazie Fabio per essere passato di qua!
      Ci manchi e pure noi ti lovviamo!! :)

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    2. Fabio ti lovviamo a più non posso. Ieri ho assaggiato il Bianco 2011 e come sempre ti ero molto vicino col core <3 ;-)

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  6. Senza entrare eccessivamente nel tecnico, a me è chiaro che anche senza filtrare e chiarificare e raffreddare, solo con i travasi e laddove la temperatura scenda naturalmente d'inverno, si possano ottenere vini limpidi (difficilmente se si imbottiglia nella primavera successiva alla vendemmia, più facilmente se si fa trascorrere almeno un anno e mezzo). A parte che un po' soffro all'idea di perdere fecce coi travasi e di buttar via una parte che secondo me potrebbe anche far bene al futuro vino, comunque per mia esperienza un vino non filtrato sia bianco che rosso, seppur con tutti gli accorgimenti del caso, dopo un periodo in bottiglia lascia comunque, anche se minimo, un deposito. Poi forse mi sbaglio. Ma qui parliamo di un vino che di bottiglia ne ha fatta un po'. Un minimo sedimento secondo me sarebbe abbastanza plausibile aspettarselo.

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