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venerdì 16 agosto 2013

Pet Nat di Gianmaria Vergano in Castagnole Monferrato


Mi è stato presentato da Pietro Vergano come: “Un frizzante “misto frutta” che fa mio padre a Castagnole, la via piemontese al Pet Nat (petillant naturel)” un po’ scherzando e un po’ no.
Composizione:
Barbera, grignolino, slarina e forse altre varietà(?) (ma il vino è varietà? O è generica uva nata in un luogo e vinificata da una persona?)*
Autore:
GianmariaVergano con possibili intromissioni di Mauro Vergano (l’alchimista di Asti, nonché fratello del vigneron).
Gianmaria è viticoltore di ritorno, il quale essendo già in pensione può permettersi di sperimentare e coccolare sogni enoici e follie assortite.
E’ trascinante quando parla della riscoperta della Slarina (una varietà di uva a bacca nera del monferrato oramai quasi scomparsa) e dei suoi mille e uno modi di vinificarla: macerazione semi carbonica, carbonica, macerazioni a freddo, vinificazione tradizionale… e tutte le possibili combinazioni possibili e immaginabili.
Orbene questo Pet Nat è un rosato di un bel colore ciliegia intenso, giustamente torbido.
Fresco è buonissimo da abbinare al salame fresco (poco più tenace di una salsiccia, tipico del monferrato) e al mitico salame cotto (quello buono è ormai introvabile).
Insomma vino da aperitivo.
La via del Pet Nat italiano è tracciata bisogna solo avere il coraggio di percorrerla.
Bisogna ancora limarlo un po’ e magari attenuare le leggere spigolosità del vino, sottrarre materia per elevarne lo spirito.
Monferrato terra di grandi vini, non credete?
Grandi anche quelli da disimpegno, da sete.
Kempè

Luigi


*qualche giorno fa a Brisighella si discettava con la solita leggerezza e vacuità intorno ai vini macerati, in particolare si tritava il solito concetto della perdità di identità dei bianchi anzi perdita del varietale.
Al quel punto mi si son drizzate le orecchie, perché affidare la tipicità di un vino alla riconoscibilità varietale è per me un enorme errore concettuale e un massacro commerciale e una corsa alla massificazione. Abbasso la varietà e viva il terroir (compreso il manico del vigneron!).


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