Pagine

giovedì 2 gennaio 2014

Vinudilice 2010, I Vigneri

di Niccolò Desenzani


Strutturalmente e spontaneamente metodo ancestrale. 
Messo in bottiglia ancora in gestazione, con residuo dolce, lo ritrovo dopo due anni asciugato e smagrito, con ancora un filo di carbonica, quasi autodosatosi.
Se è vero che l'analogia pinot-nerello etneo è un po' una bufala, in questa versione proto spumante da alicante, grecanico e minnella ritrovo di più quello che potrebbe essere uno champagne francese, seppur la carbonica sia ormai fievolissima. Integro nella totale cangianza, un esempio di quanto si possa comunicare messaggi gustativi forti per sottrazione, riduzione del contenuto. L'acidità gessosa fa il verso ai grandi champagne, con però un coté morbido e denso di profumi  che spinge eventualmente a pensare a un dosato, ma infine si trangugia su quasi ogni cibo con la velocità della bibita estiva, dandoti insieme pensiero e goduria. Peccato sia poco e costoso. Se no sarei già addicted.
Pare che la 2011 nasca ufficialmente Metodo Classico. Ogni tanto è il vino stesso che suggerisce all'enologo come trattarlo. La sensazione nel berlo è proprio che abbia deciso quasi autonomamente dove andare.
Rosato da una vigna a 1300 metri con alberelli antichi, fino a 200 anni, coltivati col mulo.

6 commenti:

  1. Ciao Niccolò, mi viene spontanea una domanda a quanti può piacere e per chi è un vino giocato sulla sottrazione come piace a te se ti conosco? Un saluto e un cin a tutti. Alessandro az

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alessandro per sottrazione intendo che il vino è veramente di estrema semplicità compositiva, per non rischiare che venga fraitesa questa parola al ribasso, dico come un take five, ma tanta è la forza, la profondità d'impatto, la beva, che l'impressione è che se fosse stato appena più addomesticato, la botta gustativa ne sarebbe rimasta attutita. Il vino in questione secondo me lo berrebbe con oddisfazione anche un astemio ;)

      Elimina
  2. Hai ragione Niccolo'. E' veramente un vino eccezionale. Io ne ho bevuta una versione con ancora molta carbonica e ancora oggi ne ricordo distintamente il senso di acidita' gessosa come dici tu (lavica si potrebbere dire con un aggettivo un po' scontato ma abbastanza azzeccato). Grandissima bevibilita'. Uno tra i migliori rosati frizzanti che abbia mai assaggiato. Grazie per la chicca sull'annata 2011. sullo stesso genere, anche se forse con una complessita' un filo minore, hai provato il rosato frizzante di Colombaia ? Secondo me anche questo ottimo ! Ciao e a presto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lupus in fabula. E pare che abbiamo gli stessi gusti: http://gliamicidelbar.blogspot.it/2012/10/rosato-frizzante-2010-igt-toscana.html
      Ciao

      Elimina