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lunedì 21 ottobre 2013

Perchè l'estetica non è tutto, di Andrea Della Casa


Il grafico qui sopra evidenzia gravi epidemie (agricole) che si sono registrate nel corso degli anni a livello mondiale (non solo in merito alla vite ma a scapito dell'agricoltura in generale). Come si può ben notare dagli anni '50 agli anni '70 non si è riscontrata nessuna epidemia. No, non è stato un miracolo ma un motivo molto semplice e forse lo avete già indovinato. Già negli anni '30 e ancor più negli anni '40 si è avuto un enorme sviluppo dell'industria chimica legata alle problematiche belliche. Con la fine della guerra, tutti questi laboratori furono poi orientati verso l'agricoltura, per mettere a punto strategie di controllo chimico (vedi DDT etc...) per controllare le varie fitopatologie. Poi negli anni '80 ecco che riapparvero di nuovo i problemi con nuove malattie. Il DDT viene vietato in Italia nel 1978 (negli Stati uniti era già stato bandito da alcuni anni), ma non si creda che con le moderne tecnologie e le nuove scoperte in questo periodo non esistessero principi attivi altrettanto efficaci.
Il motivo di questa nuova ondata di epidemie è un altro e ben più serio: l'uso smodato dei prodotti di sintesi fatto nel dopoguerra che ha permesso la selezione naturale di ceppi resistenti di patogeni sempre più difficili da debellare.

Ora però è facile puntare il dito contro gli agricoltori e sacrificarli sull'altare della salute come il più indifeso dei capri espiatori. In realtà loro sono solo meri esecutori di un mercato che detta inesorabile le sue leggi. Il vero colpevole siamo noi. Siamo noi i mandanti. Siamo noi il mercato che ascoltano e a cui si rivolgono gli agricoltori. Ed eseguono le nostre richieste.
Già perché siamo sempre noi che vogliamo la frutta bella, grossa, lucida, senza le minime imperfezioni. E come provetti Dorian Gray ci preoccupiamo solo di ciò che appare.


Queste 2 pesche sono state colpite, con diverso indice di gravità, da Xanthomonas arboricola pv. pruni e non sono commerciabili. Mentre quella di destra può essere utilizzata dalle aziende di trasformazione (per fare succhi di frutta, marmellate), quella di sinistra non può essere usata in alcun modo, nemmeno per la distillazione. Può trovare un ruolo solo nel compost domestico (e qui potremmo aprire anche un discorso etico). Eppure il danno di questo batterio molto spesso è limitato a livello della buccia esterna, eliminata quella non intacca né la sanità né il gusto del frutto.
Con ciò non sono qui dire che dobbiamo aspirare a frutti bacati e incitare un'agricoltura anarchica dove il frutteto non viene curato e lasciato in balia delle avversità, ma sto dicendo che ci sono casi in cui un frutto seppur non bellissimo da vedere risulta comunque gustoso. E spesso molto di più di quelli "gonfiati" che ci fanno sfavillare le pupille sui banchi dei supermercato.
Se qualcuno di voi ha mai trascorso il periodo estivo a raccogliere mele o pere sa che queste pomacee vengono pagate dall'azienda conferitaria in base alla pezzatura e all'aspetto esteriore. Mele o pere di dimensioni ridotte, o un po' deformi, o con qualche accenno di cocciniglia, o con altre leggere imperfezioni vengono considerate di 2a scelta e pagate cifre irrisorie (eufemismo). Eppure al gusto non sono deficitarie.

mele piccole, butterate, ottime


Perché spesso l'apparenza inganna.



2 commenti:

  1. Bel pezzo Andrea!

    La cosa più triste è vedere, da un lato, gente che storce il naso per frutta messa molto meglio di quella in foto e dall'altra parte ...(del muro), gente che per Fame raccatta anche ciò che sarebbe realmente non commestibile :-(

    Sperando che sempre più coscienze comincino a svegliarsi dal torpore che le avvoge, ben vengano spunti come questo!

    andrea

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  2. Grazie Andrea di essere passato.
    Sono pensieri forse banali ma che troppo spesso non valutiamo perché siamo un po' superficiali e ci soffermiamo solo sull'apparenza senza scendere nella profondità delle cose. Ti assicuro che tante volte, durante la raccolta delle pere, sono rimasto a di poco allibito dalla quantità di frutta che veniva scartata e considerata di 2a qualità solo per aspetti estetici quando al gusto erano frutti ottimi che non avevano nulla da invidiare a quelli più "belli"

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