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mercoledì 26 dicembre 2012

Pinot versus Pinot





























Un gioco più che altro, sul filo labile delle sensazioni.
Nato dall’assaggio di due Pinot Nero.
Due annate differenti (e questo non gioca a favore delle mie elucubrazioni!).
Duemilasette duemiladieci
Alsazia e Borgogna
Schueller e Derain

Husseren-les-Chateau
Vs
Gevrey Chambertin (mica robetta)

Così ad impatto considerando come attenuante la gioventù del Gevrey Chambertin ha vinto  l’Alsazia con il Pinot Noir LN012 2007.
Vino elegante e affilato, tipicamente pinoteggiante e terroso, con grande affumicatura, pepatura e incenso.
Una lieve rusticità lo rende bevibilissimo.
Ah! Molto mobile e ondivago nel bicchiere.

Gevrey Chambertin recolte 2010
Troppo giovane, lo so!
Nello slalom parallelo con l’Alsaziano si percepisce netta una grassezza e una morbidezza di maturità fruttose di buccia d’arancia e fruttini assortiti, pepatura in secondo piano.
Destinato a crescere di sicuro, si è fatto bere con minor piacevolezza.

In realtà i Pinot Nero assaggiati sono stati tre, i due Francesi contemporaneamente e il terzo italico il giorno dopo.
Senza dubbio, anche se con un po’ di pudore, posso dire che se non avessi saputo che era monferrino un posto nel micro olimpo made in France lo avrebbe meritato senza dubbio.
Nino 2010.
 “La vigna al tramonto vede il Monte Rosa tingersi del suo stesso nome e saluta i cugini d’oltralpe” (Dan Lerner).
Lo avrei messo al secondo posto nella mia personalissima classifica di piacevolezza.
Affilato e pepato, dritto e di gran piacevolezza.
Fabrizio Iuli, come gli hanno consigliato in Borgogna, mette anche i grappolini immaturi che le piante producono.
Una iniezione acido malica che fa un gran bene.



Bonne degustation

Luigi

Poscritto
Mi sono accorto dopo aver scritto il post che Niccolò aveva già recensito il Pinot Noir LN012 anche se del 2005 qui.
Ho poi letto che il pinot nero adesso è molto à la page per la sua estrema rarefazione da vino magro.
Lo scrivono coloro che in passato hanno sopravvalutato e elevato a modello i vini obesi.
Così va la vita.
Forse bisognerebbe avere il coraggio di ammettere i propri errori e ammettere che i gusti cambiano, anche i proprii  e piantarla di comportarsi come maestrini con il complesso di inferiorità.

1 commento:

  1. Il mio incontro con il Pinot Noir è stata una bottiglia di Philippe Pacalet, la sua meno cara o d'ingresso come la si voglia chiamare, in una cena indimenticabile di qualche anno fa all'Osteria La Torre di Cherasco, la bevvi quasi tutta da solo talmente era buono il nettare di vino, un vino prepontentemente glu-glu.
    Per mia esperienza i francesi sono i veri maestri del Pinot Noir per questa loro capacità di ricavarne vini gluglu, non solo ma anche...

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