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mercoledì 25 gennaio 2012

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Scaccialupo 2006, Barbera Oltre Po’ Pavese, Sacrafamilia



Ho voluto, volontariamente, ignorare il complesso incipit di Mercandelli sui vini biotici.
Volevo che fossero le sensazioni, le percezioni a parlare.
Non quel fascinoso mondo alchemico, spirituale, magico che traspare dagli scritti sul sito e dall’articolo comparso su Porthos 35.
So che esiste tutto ciò ed è stato il motore primo che mi ha spinto alla ricerca del vino.
Però poi la bottiglia era lì sola sul tavolo.
Con la sua grafica molto cool e intrigante.
Ma non c’era un corpus teolologico che l’introducesse.
Solo il vociare degli avventori e il parlare esotico di tre ragazze giapponesi.
Il vino nei bicchieri.
La mano sullo stelo.
I profumi che uscivano.
Impetuosi direi e fascinosi e mutevoli.
Forse anomali e mi tornavano in mente le parole di Mercandelli.
“Le mie vigne fotografano terra e cielo (vado a memoria)”.
Immaginavo me stesso sdraiato tra i filari e gli occhi puntati verso il cielo.
Calore e sapido di terra e radici di genziana o rabarbaro o china (decidete voi).
Si intrecciano in un costrutto solido, masticabile.
L’amarognolo mitigato da dolcezze di acino fresco con la sua buccia linfatica.
Una corsa parallela.
L’officinale e le spinte eteree quasi da bottega di erborista.
Lunghissimo e goloso.
Elegante.
Impossibile fermarsi nella bevuta.
Vittorio Rusinà lo ha proclamato vino col KI.
Unico residuale dubbio il prezzo non proprio economico.
Però abbiamo speso di più e per vini peggiori.
E poi io di posizionamento e marketing ne capisco poco e quel poco che intuisco, bevo per dimenticarlo.
Ringrazio il ristorante Consorzio per averci ospitato, sfamato concedendoci chicche casearie delle terre d’Albione e anteprime culinarie e per averci sopportato sino a mezzo pomeriggio.
Bonne degustation

Luigi

Vino acquistato sul sito Palatifini a 69,00 euro, sito dal quale mi rifornisco, da anni oramai immemori, di un pesto da campionato del mondo.
Adesso vado a rileggermi i “vini biotici” e l’articolo portosiano.




6 commenti:

  1. Ciao Gigi, sono sempre stato curioso di assaggiare i vini di Sacrafamilia.
    Ma quello che me lo ha sempre impedito, a parte la scarsa reperibilità alla quale potrei porre facilmente rimedio, sono il prezzo (che si commenta da solo) e la famosa teoria del vino biotico: tuttora non ho capito di cosa si tratta e mi sembra, francamente, una sonora presa per i fondelli.
    Ciao!

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  2. Carissimo Gabriele,
    un esegeta dell'oltrepo' come te dovrebbe almeno una volta provare i vini di Sacrafamilia, io ho anche bevuto il loro riesling e ti dico che sono esperienze da fare, chiudendo un occhio su costi e biotica.

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  3. La biotica non è da sottovalutare, soprattutto dopo aver assaggiato lo Scaccialupo 2006, vino buonissimo, grande equilibrio di profumi e gusti, travolgente.
    Il prezzo è "singolare", sicuramente oltre la soglia della ragionevolezza che per me si ferma a 30/35 euro, ma è in compagnia di tanti vini sicuramente meno buoni.

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  4. 15°è un vinone molto potente. quanti bicchieri pro-capite e a quali cibi lo hai abbinato?

    paolo b

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  5. Caro Paolo,
    abbiamo avuto anche noi dei dubbi sull'alcolicità dello Scaccialupo e sulla sua presunta concentrazione e mi piacerebbe un commento anche di Vittorio a riguardo.
    Ebbene, dubbi subito fugati alla prima nasata e al primo sorso.
    Il vino era molto bilanciato, elegante sempre fresco, leggermente vegetal-amarostico, la beva è spedita, fluida non inciampava mai in sciropposità eccessive o brucianti soffi alcolici, insomma abbiamo fatto fatica a non finirlo tutto (un paio di bicchieri erano per Pietro e per Andrea rispettivamente l'oste illuminato del Consorzio e il "maitre fromager").
    Lo abbiamo abbinato a dell'agnello in due cotture e ai formaggi.

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  6. Sull'etichetta c'è scritto 15° ma credo una alcolicità ben bilanciata, non saprei dire, forse ben integrata nel corpo del vino, io non l'ho percepita...l'abbinamento era perfetto.

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