Terza parte, la rinascita piccola piccola di Torino.
Le voci circolano in fretta nella piccola ex capitale d’italia, la più provinciale delle “metropoli” italiane.
“Vai lì a mangiare” mi ha detto mesi fa l’amico Frenki “si mangia bene, buoni vini”.
Frenki è sempre icastico nelle sue descrizioni.
Le voci si facevano insistenti e vieppiù rumorose.
C’è fermento a Torino.
Sarà per l’itaglia 150.
O la sala è piccola o son bravi mi dico.
Ci passo di persona, spendo la mia conoscenza con Vittorio Rusinà aka Tirebouchon e loro mi trovano un tavolo per la sera dopo.
I ragazzi (Andrea Gherra e Pietro Vergano) hanno aperto il ristorante due anni fa in una zona di Torino di origine romano-medievale con pesanti rimaneggiamenti novecenteschi.
Poco alla page e un po’ fuori dai soliti giri.
Bella, austera con intrusioni barocche e novecentiste e liberty, centrale ma popolare, impiegatizia ma residenziale, con memorie della Torino cupa del dopoguerra, ora anche location di set cinematografici.
Luogo border line né quadrilatero né zona borghese dei palazzi alla parigina di piazza Solferino e via Pietro Micca.
Entro.
Sala e arredo molto bistrot francese della nouvelle vague quella definita “Foodies”.
In sala ragazzi giovani, attenti, ambiente informale, disponibile e giustamente frenetico.
C’è fermento a Torino e qui si sente il ribollire sottotraccia.
Il menù guarda la tradizione ma in salsa Rock, forse Hip Hop vista l’età di Andrea e Pietro.
Menù vari a prezzi incredibili per il pranzo da 8,00 a 12,00 euro.
La sera menù o carta dalla quale, con golosità, abbiamo, in due cene, attinto.
La sera menù o carta dalla quale, con golosità, abbiamo, in due cene, attinto.
Carne cruda ghiottissima con olio Ibleo di Arianna Occhipinti.
Insalata di cappone, tarassaco, pane alle castagne e agrumi del Gargano.
Squisiti agnolotti di trippa su crema di fagioli e cipolle candite.
Agnolotti di pesce, la pasta faceva intuire in filigrana il ripieno, sottile e saporita.
Agnolotti con ripieno di agnello conditi con una riduzione dello stesso.
Agnello in due cotture.
Cocotte con bollito di bue e salsette, molto bello e buono.
Baccalà in umido porri e patate e salsa aioli morbido e avvolgente, perfetto sul Don Chischiotte 2007 di Guido Zampaglione.
Panna cotta con riduzioni varie dal chinotto al barolo chinato, giustamente affrante dalla gravità.
Tanti i vini proposti al bicchiere.
Gli schiavi delle guide dei vini canoniche qui faticheranno un po’, ci sono in carta produttori naturali di alto profilo solitamente introvabili.
Alcuni un po’ difficili per i neofiti.
Il Don Chisciotte 2007 di Guido Zampaglione, Az. Agr. Il Tufiello, Calitri (AV).
Il Rosso del Noce grandi vendemmie di Ezio Trinchero, Agliano (AT).
Il passito Vigna della Volta di La Stoppa , Rivergaro (PC).
Noi prima di uscire abbiamo prenotato per la settimana successiva e ci porteremo degli amici.
C’è fermento a Torino.
Bonne Degustation
Luigi
GRANDE FRACCHIA ....GRAZIE MILLE
RispondiElimina