Sempre in linea con gli stimoli innescati dall’evento #barbera2 ho comprato una barbera d’asti doc “is” 1997 di Tenuta dei Fiori, Calosso (AT).
L’ho comprata a quindici euro, l’altra sera su consiglio del proprietario dell’enoteca Parlapà di C.so P.Eugenio 17 a Torino.
Io, ammetto la mia ignoranza, della Tenuta dei Fiori non avevo mai assaggiato nulla.
Lui (l’enotecario) con la forza delle sue idee e scelte (verificabili a scaffale, è l’unico a Torino che ha Casa Caterina e altre rarità) mi ha convinto alla prova.
Abbiamo discettato di vino per un’oretta buona.
Io ascoltavo, lui parlava, ogni tanto cercavo di dissentire ma non mi era permesso.
Poi alla fine ho scoperto che è il figlio del macellaio mitico con le cui carni sono stato svezzato.
Commozione e abbracci.
Il padre lo aiuta in cucina.
A breve tornerò a mangiarci.
Sono tornato a casa in confusa eccitazione, sotto un diluvio universale, scarrocciando e derivando come un relitto.
Barbera d’asti doc “is” 1997 13,5%vol., Tenuta dei Fiori di Valter Bosticardo, Calosso (AT).
Colore scarico, leggermente aranciato però vivo.
Profumi evoluti ma intesi e piacevoli.
Verticale, elegante verrebbe da dire “alla francese”.
Si apre a toni più officinali di rosmarino e timo e grafite e minerale, ferrosa con fondo di chinotto.
Tabacco e cuoio leggeri, sussurati più che esplosivi.
Bocca morbida e setosa e terrosa, tannini morbidi, molto saporita, forse lievemente seduta d’acidità.
Quando posso (Enrico Togni è un fautore dell’assaggio dopo 24 ore) riassaggio il giorno dopo.
Day after.
Frutta molto matura sotto spirito, ciliegia, erbaceo, floreale e minerale, balsamica.
E’ migliorata è più rotonda più delineata, più complessa, è rispuntata un’acidità vivida che sembrava latitare.
Il fruttato è riemerso su una base minerale di grafite, l’erbaceo vira verso toni ammandorlati è quasi sparito l’agrume.
Si è come rinfrescata, ringiovanita.
Buonissima e come dicono i francesi a boire.
Nello stesso pomeriggio ho anche acquistato sempre di Tenuta dei Fiori un moscato metodo classico targato 1998 con degorgément del 2008.
Sono un po’ in ansia per la scelta che potrebbe essere azzardata.
Assaggerò a breve e vi farò sapere.
Due note a margine.
Calosso è in provincia di Asti nell’area della barbera d’asti docg eventualmente sottozona “Tinella” e in zona di elezione anche del moscato.
Calosso è al confine con la provincia di Alba ma le Barbere quì non nebbioleggiano, anzi tendono a sferzare con una rusticità e una acidità puntuta che rende caratteristiche e riconoscibili le barbere del Monferrato.
Bonne degustation.
Luigi
Ciao Luigi,
RispondiEliminatripli complimenti: 1) per aver trovato un'enoteca che riesce ad andare oltre l'ultima annata; 2) per le belle note; 3) per essere riuscito a conservare la bottiglia fino al giorno dopo, a me non capita mai...
adoro assaggiare il vino il giorno dopo, ti consente di ricordare quello che hai pensato il giorno prima, di capire quanto un vino sia vivo, è bello aspettarlo e poi vedere come è cambiato come è in grado di sorprenderti o deluderti, la calma e la pazienza sono fondamentali nel vino sono le caratteristiche più profonde dell'anima del vignaiolo.
RispondiEliminaBen detto Enrico, ho adottato questa tecnica quando riesco e i risultati sono arrivati.
RispondiEliminaPerò non sempre positivi.