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lunedì 8 giugno 2015

Il professor Franz Egger e il sidro perduto ( e forse ritrovato )

di Tincati Daniele



La storia di questo scritto inizia la scorsa estate, quando acquistai, più o meno distrattamente, una bottiglia di sidro alla mela cotogna, talmente buono che ne parlai qui al Bar.
Purtroppo la bottiglia ha stazionato in cantina fino ad inizio anno, comunque almeno fino a dopo il mio ritorno in Alto Adige per la fine dell’anno.
Non ho avuto modo quindi di ricercarlo ancora, almeno fino a qualche settimana fa quando, pianificando un weekend in zona, mi è tornato in mente.
Cerco allora di reperire il numero di telefono del produttore, e lo contatto.
Io: “Buongiorno, ho assaggiato il suo sidro alla cotogna, molto buono, sarò in zona tra un paio di settimane, ha delle bottiglie da vendere ? “
Lui: “Mi fa molto piacere, guardi, ormai sono alcuni anni che non lo faccio più, dove lo ha trovato?”
Mi si è gelato il sangue.
Avevo beccato un altro vino estinto.
Mi è già successo ultimamente, e non solo a me.
Poi, la luce :
Lui: “ultimamente stanno cercando di convincermi a riprendere, può darsi che quest’autunno ricominci. Comunque se vuol passare a fare due chiacchiere, volentieri, le spiego la produzione, mi sono rimaste alcune bottiglie, se ne vuole qualcuna gliela posso dare”.
E cosi, un sabato mattina di fine maggio, incontro il Prof. Franz Egger, insegnante alla scuola di agraria di Egna, che coltiva mele a Salorno, continuando l’attività del maso di famiglia.
“Ho fatto esperienze all’estero con cooperazioni internazionali fino al 1997, quando sono dovuto rientrare per occuparmi del maso, dopo la morte di mio padre”.
Ci sediamo ad un tavolino all’esterno, a lato del locale dove tiene un po’ di attrezzatura per il frutteto, e si stappa il sidro ai fiori di sambuco.
“Purtroppo mi è rimasto solo questo. Ho iniziato a produrre sidro per avere un contatto col cliente, la convivialità di assaggiare insieme e scambiare quattro chiacchiere non si può avere assaggiando mele o carote”.
Parole sante.



Nel frattempo lui ci spiega la difficoltà della produzione artigianale, le varie prove fatte negli anni, gli imprevisti della rifermentazione in bottiglia, e l’amarezza di non poter più utilizzare le mele Gravenstein, adattissime allo scopo, di un vecchio frutteto non più di proprietà e per di più abbattuto.
Ma siamo sulla buona strada, il professor Egger è deciso a riprendere col nuovo raccolto quest’autunno, pensando a qualche variazione al procedimento usato nelle ultime annate.
Fino ad ora la prima fermentazione avveniva spontaneamente, con i lieviti presenti sulle mele che fermentavano gli zuccheri presenti nel succo di mela stesso.
La seconda fermentazione per la presa di spuma avveniva in bottiglia, con aggiunta di zucchero e lieviti da spumante, come si fa col metodo classico.
La sboccatura si faceva portando le bottiglie nella cantina Haderburg, a poche centinaia di metri di distanza, utilizzando le attrezzature usate per lo spumante Haderburg.
Piccole produzioni, fino ad un massimo di 5000 bottiglie, faticando pure per venderle.
“Ho iniziato fin da subito a produrre sidro frizzante, perché le bollicine gli danno quel tocco in più che serve. Trovo i sidri fermi un po’ spenti, privi di verve”.
Con la ripresa della produzione, l’idea è quella di non utilizzare ingredienti esterni alle mele o frutti aromatizzanti, usando il succo per la seconda rifermentazione in bottiglia, invece dello zucchero.
Anche la sboccatura forse non si farà.
Vedremo.
Nel frattempo il professor Egger si sta informando sulle varie possibilità, e vorrebbe apportare cambiamenti per preservare al massimo gli aromi della mela.
Purtroppo il tempo è volato, il pranzo si è avvicinato, ed è l’ora di andare.
Chiedo di acquistare qualche bottiglia, e lui mi omaggia di una rarissima bottiglia del 2003, sboccata nel 2013, dopo 10 anni di permanenza sui lieviti.
Ringrazio calorosamente, e torno alla macchina molto felice e arricchito di nuova esperienza, soprattutto umana.
Nella speranza che non ci siano impedimenti sulla strada di Egger, forse ad inizio estate 2016 potremmo stappare le nuovo bottiglie.
In bocca al lupo professor Egger.
Nel frattempo, io resto in contatto, e vi tengo eventualmente informati.
Le bottiglie riposano in cantina dopo il viaggio, stapperò qualcosa le prossime settimane.
A risentirci.

7 commenti:

  1. Avremo sempre bisogno di storie così, confidando nella lieta fine ;-)

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  2. Grazie Nic della visita, non ci si vede mai, mannaggia ;-)
    Io ci conto, lui sembra motivato, e spronato da chi ha apprezzato il sidro.
    Ha marcato molto il discorso della convivialità delle bevande, come anche il vino.
    Ma essendo un esperto di mele, ha usato la materia prima che conosce meglio, e aveva a disposizione.
    Se tutto fila liscio, magari avrai la possibilità di assaggiarlo quanto prima ;-)
    C'è sempre la possibilità che tu passi dalle mie parti, e ti fermi che stappiamo una delle ultime che ho preso da lui.
    Pensaci :-)

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    1. Grazie a te Daniele per questo bel racconto. Occhio a promettere assaggi che poi passo con un'orda di vandali bevitori :-) E comunque l'invito vale anche per te ... nella mia cantina non c'è sidro e nemmeno La Tache ma non si morirà mai di sete ;-)

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    2. La Tache non lo trovi neanche nella mia cantina ;-)
      Visto che so che ogni tanto vai in visita da Donati, avvisami prima, che ci andiamo insieme :-)

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  3. Io bevo spesso sidro artigianale (qui è d'obbligo il distinguo, in giro nel mondo c'è tanto sidro industriale pessimo) è una delle mie bevande preferite, spesso a Torino vado in un locale francese a bere sidro bretone accompagnandolo a formaggi e pane integrale, una vera delizia.

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  4. Quando lessi il primo post mi incuriosii. A marzo passai a quelle parti e provai a cercare il produttore, ma un po' per le poche informazioni e un po' per la fretta, non lo trovai e mi "consolai" con una buona scorta di vino da Haderburg (!).
    Date queste nuove, la curiosità aumenta, mantienici informati!

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    1. Haderburg è sempre una sicurezza, soprattutto per le bollicine, dal mio punto di vista.
      Sabato scorso alla riunione #adbsummer2015 abbiamo stappato quello ai fiori di sambuco, che ho preso da lui direttamente, ed è quello che vedi nei bicchieri in foto, e l'unico che gli è rimasto in pochi esemplari, e anche i ragazzi hanno apprezzato.
      Certamente vi tengo informati, anche perché contavo di rivederlo quest'estate quando andrò in vacanza da quelle parti.
      L'ho visto abbastanza motivato, e ci conto anch'io, perché sarebbe un peccato perdere un buon sidro come questo e disperdere l'esperienza di Egger in materia.
      Alla prossima !

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