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lunedì 4 febbraio 2013

Munjebel rosso 8




Munjebel rosso 8
Un vino alla Cornelissen?
O un vino dell’Etna?
Da sempre mi divido su Cornelissen, anche se gli si deve l’onore di avere portato l’Etna all’attenzione di molti.
E adesso molti ci marciano su questa visibilità acquisita e su questa immagine di vino di montagna (i vigneti veramente scoscesi sono pochi e sono sopra i 700 m slm, la maggior parte sono su pendenze molto basse se non quasi pianeggianti).
Il vino del produttore alchimista istrionico e affabulatore, più che della terra e della vite mi ha sempre lasciato perplesso.
L’Etna poi è un mondo che non contempla l’uomo (sempre troppo piccolo e fragile per poter competere con il vulcano) al centro del territorio, la presenza umana è sempre precaria, transitoria in questo paesaggio antracite, col pennacchio di fumi là in cima a ricordare la fragilità umana.
Pensieri i miei che sono svaniti all’apertura del Munjebel 8.
Posso parlare, glassare di concetti, di interpretazioni il mondo ma sarà sempre il mondo, la vita a sorprendermi e mettere in crisi le mie metanarrazioni.
Questo nerello mascalese ha una forza ed espressività che mi ha colpito e mi unisco con Gil Grigliatti che lo ha definito come uno dei migliori vini Italiani.
Mentre Gil parlava,Vittorio ed io versavamo e bevevamo il sangue di Vulcano.
Kampai

Luigi 


12 commenti:

  1. Perchè Cornelissen ti perplime?
    Alchimista istrionico per quale motivo?
    Chiedo perchè non conosco la sua metodologia di lavoro.

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    1. Ad esempio l'uso delle anfore in vinificazione ha un che di esotico ma non è propriamente un metodo tradizionale del luogo.
      Poi quell'approccio olistico molto New Age mi sembrava lontano anni luce dalla realtà contadina siciliana, ma evidentemente sbagliavo.

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  2. le anfore si usavano da sempre nel meridione... la puglia era chiamata enotria.. ancora oggi è possibile visitare piccole cantine che usano o comunque hanno usato ed ora mostrano.

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    1. Appunto si usavano e si sono è perso il Know how.
      Comunque sull'Etna non si usavano, la vinificazione era in vasche di pietra o cemento e poi legno, l'anfora è una forzatura, comunque Massimo Lanza con un tweet ha detto che Cornelissen negli ultimi anni ha "ripulito" molto le sue tecniche un po' naif e i risultati si vedono.
      Sono molto dispiaciuto di non essere andato a trovarlo, rimedierò.
      In anfora, Pugliese non mi dispiace Il primitivo di Guttarolo.

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  3. Riporto l'intervento di Massimo Lanza su twitter:

    @LuigiFracchia Frank di recente ha cambiato molto,ha una normalissima cantina, le anfore le ha vetrificate, i vini sono decisamente + buoni

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    1. Però sta cosa di vetrificare le anfore nn mi sembra una genialata...
      La vetrificazione non è insalubre? E poi toglie anche il senso all'anfora...

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    2. Anche il cemento è vetrificato (e nei protocolli bio sono indicati i tipi di smalti con cui trattare le superfici), però una cosa che non ho mai ben capito è se, malgrado la verniciatura, il contenitore mantenga una microporosità, dovrebbe illuminarci qualche enotecnico.

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    4. la mantiene eccome, ma non sono un enotecnico, al massimo un enotatticomotivazionale ... ;)

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  4. Grande vino, grande vignaiolo, conosciuto anni fa ad una "memorabile" riunione della condotta torinese di Slowfood. Sono stato felice di averlo riassagiato, grazie al mitico Gil, di recente, mi ha davvero colpito per la sua bontà e la sua beva.

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  5. Ultimamente serviamo al bicchiere il rosso contadino e devo dire che il problema di Cornellis e che dopo pochi giorni dall' apertura della bottiglia il vino non regge molto... capisco che Munjebel è una riserva forse dura un po di più... Io credo che sull'Etna ci siano produttori un tantino più concreti e affidabili... Cornellis nel natural wine trend è una forza della natura... questo gli va riconosciuto.

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  6. Ciao Luigi.
    Sono andata a trovare recentemente Frank. Con lui ho visitato le sue vigne, la sua cantina ed assaggiato i tutti i suoi vini.
    Pratica un'agricoltura rispettosa dell'ambiente e della vite, senza essere (per sua ammissione) biodinamico.
    Possiede una cantina piccola e ben pulita. La macerazione la fa in vasche di plastica, semplicemente perché di materiale "neutro" e privo di cariche elettrostatiche. Lo stesso concetto vale per le anfore, vetrificate per renderle neutre, prive anch'esse di cariche elettrostatiche ed interrate per mantenere costante la temperatura.
    Diciamo che non ho avuto le tue impressioni, non è assolutamente alchimista. E' una persona che ritengo molto preparata e non improvvisata. Tant'è che per anni fece il commerciante di grandi etichette italiane e francesi e, per tagliare i ponti con il passato, vendette tutta la sua collezione.
    Un saluto :)
    Elena

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