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mercoledì 25 luglio 2012

Tre Grignolino, di N. Desenzani

Strano che in un periodo di vacanza in Corsica sia iniziata una serie di bevute di Grignolino.
Infatti laggiù, nel sud dell’isola, dove i miei genitori passano sempre più tempo e io sempre troppo poco, fra le bottiglie di mio padre ne ho scovata una di Grignolino del 2009 di Gianni Doglia di Castagnole Lanze. Uno sguardo attraverso il vetro per controllarne la torbidità, mi ha dato la piacevole sorpresa di un bel fondo vecchio stile. La conferma che si tratta di un produttore che lavora in modo molto semplice mi ha generato una sete bramosa. Anche condizionato dagli ultimi post grignolineschi del buon Frakkia e dal fascino da minore eccellente, da anarchico, da balordo, da nobile decaduto e chi più ne ha più ne metta che è ormai legato a questo sottovalutato vitigno (vedi anche i numerosi assaggi di Enofaber).


L’ho bevuto in abbondanza, freddo, alla fine di una giornata di mare, cucinando e poi mangiando e posso dire che mi è piaciuto molto. Era un 2009, e credo che un po’ di riposo gli abbia giovato. Una bottiglia da averne sempre in cantina (uso quest'espressione perché è efficace, ma io non ho la cantina!). Da bere freddo o ambiente d’inverno. Prima e durante i pasti. Meno dopo!
Si riconosce bene il varietale, anche se non eccedono le speziature pepate tipiche delle declinazioni di quella zona. Stanca davvero poco e credo costi inversamente proporzionale alla beva.
Quindi gran bella sorpresa.
Poi qualche giorno dopo, ci siamo spostati in Valsesia, ospiti degli zii di mia moglie. Lo zio è un casalese vero e beve casalese spesso e, nella cantina della casa che fu dei nonni di mia moglie, ho trovato altri Grignolino.
Dunque penso fosse destino che questo vino diventasse un protagonista di questa breve vacanza (molto enoica).
Ne ho assaggiati (bevuti) due. Quello 2009 di Massimo Crova di Sala Monferrato e quello di Castello di Uviglie di Rosignano Monferrato del 2008.


Il primo mi ha piacevolmente sorpreso perché era rifermentato. La cosa farà storcere il naso a molti, ma io l’ho apprezzata. Instabilità indizio di qualità, mi vien da dire. Un po’ più di SO2 o una filtratura avrebbero impedito il fenomeno, ma avrebbero relegato, a mio parere, il vino nell’anonimato dei millemila Grignolino monferrini. E quindi vai di grignolino rifermentato, fresco, sorprendente, semplice, buonissimo. La sera, ma ancor più il giorno dopo, in un pic-nic fastoso con le mie quattro amatissime donne. Il vino giustissimo per quell’occasione e anche qui tanta beva.


Infine Castello di Uviglie. Indubbiamente il più fine dei tre, il più etereo, ma anche il più anonimo. Per i miei gusti un vino un po’ statico e che tende a perdere personalità dopo qualche ora che la bottiglia è aperta. Ma non posso dire assolutamente che fosse cattivo, anzi, molto meglio di tanti vini da tavola che si trovano più o meno ovunque.
Quindi tre begli assaggi che mi hanno lanciato in un trip da Grignolino per scoprirlo ancor di più.
Talvolta mi capita di mettere vicino con il pensiero  questo vitigno al Pineau d’Aunis e di pensare che se venisse vinificato in stile Pascal Simonutti (di cui a breve racconterò) , torbido, ben estratto, in quasi assenza di SO2,  ne vedremmo delle belle.
Il 2010 di cascina Tavijn senza solforosa assaggiato l’anno scorso e la sua versione 2011 raccontata da Frakkia vanno secondo me in questa direzione e con successo.


3 commenti:

  1. Geniale, magica questa tua intuizione, questo tuo pensiero di vicinanza del Grignolino con il Pineau d'Aunis.
    Cascina Tavijn è per me la pietra di paragone per molti vini, non solo il Grignolino, ma anche la Barbera e il Ruchè: siamo di fronte ad una delle migliori piccole cantine italiane con elevati margini di crescita ulteriore in termini qualitativi.
    A proposito di cantina, sono disposto a prestarti la mia, umidità perfetta, oscurità, temperatura naturalmente controllata. :)

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  2. Complimenti e grazie, perché amando questa tipologia di vino, di cui fanno parte i cosiddetti rossi "estivi", non conoscevo le cantine in questione...
    Inoltre mi associo pienamente al commento di Tirebouchon su Cascina Tavijn, di cui ho in cantina ancora le ultime 3 bottiglie...appunto di Grignolino!
    Infine volevo fare un ringraziamento personale per l'attenzione che rivolgi ai "nostri", a volte spettacolari, quanto sconosciuti al grande pubblico, piccoli vini italiani, al contrario di inutili post che purtroppo si leggono sempre più in giro sui vini d'Oltralpe, magari ottimi, ma credo sia importante intanto valorizzare i nostri, no???
    Fabrizio

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    Risposte
    1. Grazie a te Fabrizio, sono onorato del tuo commento. In realtà ho in preparazione un post in cui parlerò tanto di Francia! Spero non me ne vorrai. A presto.
      Niccolò

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