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lunedì 13 aprile 2015

Le Pergole Torte 1998, Toscana IGT, Montevertine

di Daniele Tincati


Queste sono bottiglie che non passano spesso sulla mia tavola.
Purtroppo.
Purtroppo.
E forse anche sulla maggior parte delle tavole degli appassionati.
Purtroppo.
Invece dovrebbero passarci, ogni tanto.
Anche solo per un assaggio, una volta almeno.
Perchè sono tra gli assaggi che ti cambiano la vita di assaggiatore appassionato.
Degustatore occasionale interessato.
Ti rendi conto che ci sono in giro un sacco di vini costosi che non ci portano nemmeno le scarpe.
Vini monumentali e mastodontici, che ti ci vuole un'era geologica per digerirli.
Questo invece è come la Pietà di Michelangelo nei confronti di Stonhenge.
Una finezza e precisione soffusa, quasi sottotono, ma che ti rimbomba in testa per ore.
Non scoppia, ma allunga e sorprende.
Anche nei profumi, non si potrebbe dire intenso, ma incredibilmente complesso.
Si potrebbe stare per ore col naso sul bicchiere senza stancarsi, e sentire sempre profumi diversi, tonalità soffuse in continua evoluzione.
Una pietra miliare.
Per me uno dei top in Italia.
E forse oltre.
Talmente buono che non si riesce neanche a descrivere e, forse, sarebbe solo tempo perso.
Impossibile, o comunque molto difficile, dargli un’età, ne dimostra sempre molto meno.
Non mi ricordo neppure con cosa l'ho abbinato.
Non importa...
D'ora in avanti, cercherò di farlo passare ancora, magari sperando in qualche occasione, perchè sarebbe un peccato non riassaggiarlo.
Salute.

P.S. non pensate di dover per forza aprire bottiglie datate, lui è già sempre pronto subito, anche se l'evoluzione gli dona più charme.

4 commenti:

  1. Come non essere d'accordo! Anche per me bottiglie del cuore, di quelle restate come pietre miliari e punti di riferimento nella mia vita di appassionato. Credo l'espressione più pura di "chiantigianità" anche se per le note vicende quel nome non portano.

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    1. Grazie Angelo per la partecipazione.
      Anche se purtroppo non riesco a seguirti sull'ultima considerazione.
      Forse mi sono perso qualcosa.
      Potresti spiegarti meglio ?

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  2. Mi risulta che qualche decennio fa il sig. Manetti decise di uscire dal Consorzio Chianti Classico in quanto non era d'accordo sulla possibilità di utilizzare altre varietà oltre al Sangiovese. Scusa il ritardo nella risposta ma ho letto solo adesso il tuo commento.

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  3. Grazie per la precisazione Angelo.
    L'argomento è complesso, molti sono usciti per vari motivi.
    Chi non vuole le uve bianche.
    Chi non vuole i vitigni alloctoni.
    Chi vuole le uve bianche e adesso non le può usare.
    Poi molti tengono volutamente il loro vino di punta come IGT o IGP, per non confonderlo nel marasma della denominazione Chianti.
    Insomma, sarebbe ora di fare chiarezza anche li, tanto comunque non penso che a Montevertine importi più qualcosa di quello che succede all'interno, così come per molti altri.
    Non penso che rivedremo più la scritta Chianti su quelle bottiglie.
    Ma noi continueremo a berle lo stesso ;)

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