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mercoledì 5 novembre 2014

Antimateria, Birre & Caffè

di Vittorio Rusinà



"La vera rivoluzione è far incontrare la gente." (Lorenzo Bottoni)

Venerdì 31 ottobre a Torino da Black Barrell c'era la serata "Antimateria. The Plot is the Revolution", ecco io ho fatto la pazzia di andarci e non sarò mai più quello che ero prima.
Premessa: io ero andato perché volevo convincere Elena Bellusci a scrivere per il Bar e poi perchè Diego, homebrewer del Bar, mi aveva fatto una testa così "devi venire, merita".
Era una sera fredda-fredda, meno male che sul tavolo c'erano pane casereccio (molto buono), salumi, formaggi e mele, ah le mele meritano una foto.



Renzo Losi (Black Barrell) scusate "il grande" Renzo Losi, mi si avvicina e mi dice: "Sono le mele che mi ha mandato la mia mamma da Parma". Lui poi le usa per farci la birra alla mela (2 versioni di cui una già in vendita). Sono umani questi birrai.



Elena Bellusci è quella carina in piedi, è lei che ha organizzato, ottimamente, la serata, quello seduto invece è invece Lorenzo Bottoni, mastro birraio, che gira in Multipla targata Svizzera cosa che lo costringe a guidare in modo ligio (ahahah), anarchico, folle, fuori dalle regole, certo non amato da un certo settore del mondo gastro-birro-enologico italiano, uno che parla chiaro quando si tratta di discutere di grande distribuzione, di qualità del caffè (l'ultima sua avventura), di organizzazioni a difesa del cibo, buono e pulito. D'improvviso mi sento meno solo, sento che ci sono altre persone con cui condividere il desiderio di andare oltre alle apparenze.






Birre in ordine sparso di degustazione: 
IPA di Birrificio Torino, dove Renzo Losi prepara alcune basi delle sue birre, dono del mastro birraio Lorenzo Mascarello (presente alla serata)
Barn, Prosecco Weiss, di Lorenzo Bottoni aka Laboratorio
Kriek dei Puffi, Black Barrell
Seson, Lorenzo Bottoni
Nut-The Irish Jinn, Black Barrell
Cogs, la  meravigliosa coffee porter di Lorenzo.
Bodega 2004, metodo solera, birra immensa, il capolavoro di Lorenzo.



Poi tutti giù in cantina a spillare birra direttamente dalle botti, grazie alla generosità di Renzo, tutti felici, un convivio perfetto di allegria e grande curiosità.



Ah dimenticavo i salami appesi, salami di categoria.
A chiudere la serata una chicca preziosa, dono dell'amica Evak Effervescente, un sidro di Bretagna, superlativo.




Una serata che non dimenticherò mai!

http://www.blackbarrelsbeer.com/
http://www.piccololab.it/

5 commenti:

  1. Grande Vittorio!
    Nota a margine sulle birre:
    Amara (ipa) di birrificio torino: forse più simile ad un apa per colore e sopratutto livello d'amaro, ben fatta, piacevole con note di luppoli amenrica e una bella base maltata. E' a bassa fermentazione?
    Barn, Prosecco Weiss, di Lorenzo Bottoni aka Laboratorio: i lieviti da prosecco l'hanno asciugata a dovere, una weiss con pochi esteri da weiss e accenni verso il sidro
    Kriek dei Puffi, Black Barrell l'ho trovata molto migliore rispetto all'annata precedente, al naso idrocarburi, ciliegie e legno. Impegnativa ma al contempo semplice
    Seson, Lorenzo Bottoni: riprende la primissima seasonette di Apricale, ruspita, spigolosa e secchissima.
    Nut-The Irish Jinn, Black Barrell: Flagship beer di Losi, legno & luppolo. gran birra.
    Cogs, la meravigliosa coffee porter di Lorenzo, riprende la base della 3 penny di bad attitude e ci innesta l'ottimo progetto basato sul caffè; la birra che segna l'incontro tra "Marcos e Wanda Osiris", e lo fa in modo ottimale.
    Bodega 2004, il white album dei Beatles. Se Lorenzo uscisse con questa meraviglia farebbe il botto, una birra a metodo solera, si ossida, tira fuori il legno, lo sherry, la salsa di soia ma resta di una beva incredibile. Se "quella" è birra da divano, questa è da Boudoir.

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    1. Una serie di birre che mi ha davvero colpito, dove viene esaltata l'artigianalità e la creatività dei mastri birrai.

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  2. Caro Vittorio, entro al Bar in punta di piedi….
    Grazie per aver partecipato e soprattutto per aver colto l’essenza della serata:
    stare insieme, scambiarsi idee, avere spunti ulteriori per interpretare la realtà.
    E le creazioni di Lorenzo Bottoni e Renzo Losi, in cui convivono contaminazioni di stili, mondi e pensieri, per me sono riuscite , alla grande, nell’intento.

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  3. Ragaz,
    dico una cattiveria!
    Quando si parla di birra, si parla per lo più di creatività e di abilità tecnica del birraio.
    Non si è forse perso il radicamento territoriale di questa grande e antica bevanda fermentata?
    Sicuramente all'inizio, le birre arcaiche erano prodotte con cereali raccolti dagli stessi produttori o quantomeno prodotti nel loro territorio, perchè oggi si parla di luppoli americani, malti inglesi?
    Quando e perchè la birra si è slegata dalla terra (concettualmente)?
    E' giusto che sia una entità deterritorializzata?
    Ragionando così la birra la si potrebbe fare sulla luna, su marte senza svuotarla di senso, ma tutto ciò ha senso?
    Una birra agricola è possibile? E' auspicabile?
    Luigi

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    1. evvai, i birrai cercano con enfasi l terroir da anni aggrappandosi all'acqua del pozzo o della montagna vicina (che spesso viene trattata invece).Pe r quel che riguarda i luppoli bisognerebbe trovare delle piante italiane di livello e ancora non ci sono arrivati.
      Stanno lavorando anche su malti e lieviti ma la strada è ancora lunga, il radicamento sta invece prendendo forma con l'utilizzo di materie prime del territorio (frutta, spezie, piante) e, a mio avviso, col grande lavoro di chi sta coniugando la nostra cultura vitivinicola con la birra utilizzando mosti e botti. Tra tutti Loverbeer, Montegioco, Barley.
      Considera che la nostra cultura birraia si è fermata col fascismo, ora sono solo 18 anni che si è ripreso in mano la questione, nel bene e nel male non abbiamo tradizione ed è tutto da creare

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