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venerdì 5 aprile 2013

Neuroni sparsi (II) di N.Desenzani



Chateau Musar 2003
Non voglio dir tanto di questo grande vino-monumento. Ogni volta che mi sia capitato di berlo, ho avuto l’impressione di un vino straordinario. Anche in questa versione 2003, forse un po’ meno austera di altre, ti soffermi a pensare al fatto che è un rosso a cui praticamente non manca nulla.



Rossese di Dolceacqua 2010, Perrino
La 2010 in quel di Dolceacqua penso verrà ricordata come annata benedetta. Perrino lavora come sempre fuori da ogni schema e un mezzo bicchiere assaggiato qualche mese fa mi aveva stupito per la timidezza dell’espressione del suo Rossese 2010, dopo aver bevuto un 2008 ultra ricco e sontuoso. Ma amo sempre più i vini che parlano a bassa voce e quell’assaggio ha scavato nei mesi successivi un varco nella mia curiosità. Infine bozza presa e scolata. Perrino ha sempre qualche imperfezione, ma la personalità dei suoi vini a me lascia sempre ammirato. E infatti questo è un gran vino, che si sta modificando un po’ alla volta, ma quando arriva nel bicchiere e poi in bocca ti spinge a invocare di gaudio: Rossese! (chiedo venia per l'etichetta del 2008, non ho ritrovato la 2010).


Ça faye douze 2010, Domaine Philippe Delmée, Vin de France
Direttamente dalla Cave des Papilles dove ormai il mio amico che va spesso a Parigi è di casa, da quando gli commissiono i miei acquisti curiosi verso quello scoppiettante mondo dei vini francesi fatti di etichette variopinte e comunicatrici di valori. Di vigne centenarie e storie di eccentrici produttori…  Philippe Delmée fino a pochi anni fa faceva il prof. di matematica. Adesso fa il vino. Senza solforosa a Faye in Anjou. Questo blend da cabernet franc e grolleau punta sulla beva e fa centro. Il nome del vino, che essendo Vin de France non poteva avere il luogo di provenienza dell’uva in etichetta, se la cava con un gioco di parole che invece non solo nomina il luogo, ma fa un vanto della bassa gradazione alcolica. Bravò Philippe!
Ricordiamo dunque il monito-jeux-de-mots: “nul n’est censé ignorer la Loire!”. Appropriato.


Sól e stéli  2011, Crocizia
Segnalo il sauvignon rifermentato di Marco Rizzardi nell’annata suscritta perché è bottiglia veramente speciale. Elegante, ma con una gestione della leggera aromaticità del sauvignon che dona carattere e lo solleva secondo me molto sopra l’annata precedente. Che era già molto buona.


Barolo Marcenasco 1990, Renato Ratti.
Al di là di tutto, quando trovi una boccia di 22 anni, che ti dà l’impressione di essere bevuta nel suo momento migliore, non puoi che toglierti il cappello e inchinarti davanti a Monsù Barolo. Chapeau!


Tres uves 2008, Barranco Oscuro
Esperienza oltre. Un bottiglia, questa cuvée di Barranco Oscuro, che sfida le leggi dell’enologia, della fisica, della chimica, della critica enologica. Se trovo 25 euro per fare un altro giro, prometto che cercherò di raccontare questo vino dell’altromondo!


Rossese di Dolceacqua Superiore Posau 2010, Maccario Dringenberg
Dovevo assagiare almeno uno dei due grandi cru di questa produttrice, in questa annata che li vede trionfare fra i migliori vini italiani. Devo dire che l’esordio appena aperta la bottiglia mi ha lasciato un po’ sconcertato. Poi con un po’ di ossigenazione in effetti viene fuori grande eleganza, freschezza, precisione. Un pelino tecnico per i miei gusti e la dinamica quasi troppo tipizzata, ma bisogna riconoscere il grande risultato.

8 commenti:

  1. Chateau Musar "un rosso a cui praticamente non manca nulla" più o meno lo stesso pensiero che avevo bevendo avidamente il mio primo Musar pochi giorni fa e mi sentivo in pace.

    Segnalo la presenza degli Spagnoli di Barranco Oscuro a Villa Favorita dal 6 all'8 di questo mese

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    1. Chi ci va avrà la mia proverbiale invidia e lo invito a riportare le sue impressioni!

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  2. Io invece ricordo una bevuta non semplicissima (per me) con un Château Musar '98 (su Vinix è presente anche un costruttivo dibattito proprio con Niccolò https://www.vinix.com/degustazioni_detail.php?ID=3160 )
    Per Crocizia condivido appieno, ho sempre trovato piacevoli i vini di Marco Rizzardi, e per Barranco seguirò il tuo consiglio Luigi, se vado a Villa Favorita una tappa è sicura!

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  3. A parte il sauvignon di Crocizia - buonissimo davvero - del quale ho fatto scorta al Vinix organizzato da Andrea, non conosco altro.
    Prendo nota!

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    1. A parte Musar che per me sono dei vini stupendi, Perrino è uno di quei vignaioli che quando ne scopri i vini diventano dei riferimenti. Assolutamente da bere.

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  4. Vero.Il 2010 a Dolceacqua e' stata annata memorabile ma il buon Perrino nel 2011 e' riuscito a fare anche di meglio.(per chi ha la fortuna di trovarlo) Sia lodato sempre sia lodato.

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    1. Grazie, hai solleticato la mia curiosità e quanto prima mi avventerò sul 2011!

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  5. Ah Chateau Musar,amo i loro vini sia i bianchi che i grandissimi rossi, ho avuto la fortuna di assaggiare anche vecchie davvero vecch annotazioniie annate e condivido le tue note.
    Su Crocizia il mio pensiero è di grande stima per un vignaiolo come Marco Rizzardi, i suoi vini sono in netta crescita e rappresentano bene la realtà del vino naturale in Italia.
    Ho assaggiato anch'io il Tres Uves di Barranco Oscuro, nell'ormai celeberrimo Bandini ristorante in Portacomaro (AT), ah che bella scoperta questa Spagna, remembering la loro strepitosa bollicina bevuta con te e Luigi. Non so se lo sai ma Barranco Oscuro è stato fortemente voluto in Italia da Stefano Bellotti che lo ha segnalato a Velier.
    Sul Rossese mi sono espresso nel passato, vino che è nelle mie corde,qualità in crescita e maggiore attenzione ad un approccio naturale: conosco Maccario mentre invece mi è sconosciuto Perrino (ma l'ho visto al Consorzio e ne ho sentito parlare assai ultimamente, è uno dei vini esoterici del momento)

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