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mercoledì 21 gennaio 2015

Il Rosato di Le Coste di Gradoli

Di Vittorio Rusinà


Una sera di queste da Banco, a Torino, con Luigi e Carlo.
“Cosa volete bere?” ci fa Pietro.
“Le Coste di Gradoli.” Diciamo noi.
“Allora iniziate dal Rosato.”
“E sia Rosato” “Ma non si inizia con un bianco? Ah ah ah aiuto!
Pietro ci butta una occhiataccia e intanto stappa, o forse stappa Irene, uffa non ricordo.
Bellissimo colore, glu glu glu, si sente l’acino dell’uva, sembra il vino che bevevano d’estate i nostri bisnonni magari giù al fresco in cantina, e allora pensiamo “ma il vino non poteva restare così senza tanti tecnicismi e chimike varie?!?”
Un filo di residuo zuccherino e un filo di carbonica appena percettibile.
Perfetto con le ostriche, le alici fritte, il salame, il pane di grano saraceno e il burro francese.
Mamma che bontà, e se non ci fosse stato Pietro, chissà quando lo avremmo mai ordinato, il Rosato.

I vini di Le Coste non sono facili da trovare in Italia, “vendono quasi tutto all’estero” dice Pietro, infatti me li immagino i giapponesi a sbicchierare, loro sono grandi cultori della bontà naturale, ecco nel mio cuore spero che questi vini si diffondano anche in Italia, presto.

Le Coste sono Clementine e Gian Marco Antonuzi, li potete trovare a Gradoli (VT) sulle colline sopra al lago di Bolsena.
Da Banco Vini e Alimenti a Torino trovate tutti i loro vini.

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