Un
po’ di tempo fa ho aperto un Verdicchio di Matelica 2001 di Collestefano e l’ho
fatto nella speranza di essere sorpreso.
La
vinificazione che esaltava la freschezza e la verticalità organolettica faceva sperare in una evoluzione elegante ed
infatti ho tenuto una serie di bottiglie di annate vecchie e ho cominciato a
stapparle.
Invece
una delusione (non voglio sminuire nè il
vino nè il produttore, seguitemi nel ragionamento).
Il
colore era un po’ troppo verdeggiante per l’età.
Il
naso era quasi assente, pochi refoli di profumi non inquadrabili ma neanche
pessimi .
In
bocca c’era una acidità ancora prepotente ma scissa dal corpo del vino che era
debole se non inesistente.
Sapori
quasi assenti.
Direte
che sia normale per un vino di undici anni che magari non era nato con pretese
di longevità.
Avete
ragione in linea di principio, però la sensazione era che il vino non fosse morto
per anzianità (non c’erano ossidazioni di nessun tipo) ma per incapacità di
evolvere.
Questa
incapacità di evolvere, forse, è stata indotta da solforazioni abbondanti e
filtrazioni altrettanto spinte.
Una
analisi del genere l’ha fatta anche Simone Morosi su un Silex 96 di Dageneau.
L’ossessione
per la tenuta del vino ha portato a realizzare delle mummie, statiche, la lotta
contro il tempo ha tolto la bellezza dell’invecchiamento e l’abbandono della
morte.
Non
sono vissuti e non moriranno come degli zombie.
Luigi
Ps
Questa
volta niente “Kampai” capite da soli il perché.
Con
tutto ciò ciò non voglio demonizzare la solforosa e i filtri, però mi chiedo perché
faticare per avere delle uve di qualità ottenute in biologico certificato per
poi mortificarle?
Ho
altre bottiglie e altre vecchie annate continuerò il mio test.
La lettura del post mi fa pensare a quello letto qualche settimana fa su blog di Cernilli sulla deriva acidistica di molti vini, in particolare quelli bianchi.
RispondiEliminaSono un amante delle verticalità gustative piuttosto che delle rotondità ostentate e fini a se stesse ma devo sottolineare che il discorso calza a pennello anche con la demonizzazione dei vini naturali di questi giorni, vini nei quali l'impiego di solforosa e i filtri sono ridotti al minimo, almeno per la maggior parte dei casi, affinchè rimangano vivi e riescano a migliorare nel tempo, oltre che per un fatto salutistico.
Utilizzare filtri è un pò come togliere materia vitale al vino e aggiungere solforsosa è un modo per sanificare le uve e imbalsamarle al tempo stesso, ma anche una forzata spinta di acidità iniziale potrebbe essere un freno ad una corretta evoluzione del vino nel tempo e portare a risultati come quello che hai trovato col Verdicchio, fermo restando che non mi aspetterei di trovare performance da maratoneta per un Matelica di oltre 10 anni.
La settimana scorsa ho bevuto un Sauvignon Saint Valentine 2002 di San Michael Eppan subblime, colore paglierino carico (nè verde nè oro antico), profumi ammansuiti e saltellanti tra il minerale e il vegetale e una bocca dall'acidità smussata dal tempo ma dal grande equilibrio complessivo oltre che dalla perfetta gastronomicità (mozzarella di bufala, sformato di finocchi), ora quello che penso e che questa cooperativa storica del territorio benchè attenta ad una produzione sostenibile applica comunque filtri e utilizzi solforosa, ma nonostante questo il vino è evoluto bene.
La conclusione è che le variabili sono tante per individuare un unico responsabile di una non corretta evoluzione del vino, per esempio nel Verdicchio in questione potrei ipotizzare ad una vendemmia anticipata oltre che l'uso spinto di solforosa e filtri che non hanno consentito al vino di crescere ma di restare un bambino senz'anima!
Grazie per l'intervento Claudiot,
Eliminal'argomento è complesso perchè complessa è la materia, influenzata da decine di parametri tutti piuttosto variabili a "buzzo".
L'eccesso di acidità e magari una leggerezza di estratti potrebbe aver creato ulteriori problemi al mio vino.
Io questo vino l'ho bevuto solo in gioventu',e mi ha dato la sensazione di guardare troppo a nord,diciamo Mosella.OK che Matelica e' patria di verdicchio dritti, ma come dici tu le filtrazioni e solforazioni tolgono materia viva da un lato e puliscono come piace ai tecnocrati uber alles.
RispondiEliminaUn altro (bravo) produttore di verdicchio di Jesi alle mie lamentele sulle troppe filtrazioni nel suo vino,mi ha assicurato che nella longevita' del vino non influiscono assolutamente.Quindi potreste avere ragione entrambi.Le variabili sono infinite.