Oramai
allo sbando per sovrastimolazione sensoriale, con Stefano Amerighi ci siamo
fermati ad assaggiare i vini di un suo amico, Emmanuel Pageot, conosciuto
durante le sue peregrinazioni nella Vallèe du Rhone alla ricerca della sirah
perfetta.
Da
qualche anno Emmanuel gestisce un Domaine a Gabian in Languedoc.
Sul banco c'erano ampolle
di bianchi a base marsanne, roussane, sauvignon appena prelevati dalle vasche, di
un colore arancione velato segno di macerazioni più o meno insistite e figlie
del suo amore per il Friuli enoico.
Bottiglie
di rosso senza etichetta.
La
bottega di uno speziale medioevale, un piccolo cantiere enologico.
Esperimenti
riusciti, direi, i bianchi che noi abbiamo assaggiato non solfitati e non
filtrati erano molto buoni, freschi, espressivi e non sembravano sacrificare
sull’altare della macerazione la territorialità.
Incredibile
il lavoro sui rossi, ha vinificato le parcelle di grenache separatamente, in
base ai suoli, per capire come fare un vin de garde, oggi tutta la grenache
confluisce nel vino “base”.
Il
vino ottenuto da suoli silicei era il più complesso, minerale, fresco, tannico
e lasciava presagire un radioso futuro.
Quello
da suoli argillo calcarei era archetipicamente grenache con quella ridondanza
calda e matura e leggere smaltature (a me piaceva una cifra anche questa), l’ultimo
da suoli più ricchi argillosi era un vino di frutto abbastanza semplice un vin
quotidienne.
Questo
esercizio di assaggio della stessa cultivar ottenuta da suoli differenti
dovrebbe essere obbligatorio in qualsiasi corso di degustazione perché è un
esperienza che rasenta l’incredibile per la differenza dei vini che uno mette
sotto il naso e in bocca (una esperienza del genere l’avevo fatta da Paolo
Veglio ma lì la differenza era fra vigne giovani e vigne vecchie).
Probabilmente
Emmanuel assemblerà le prime due grenache per il suo vin de garde e la terza
per il base.
I
tannini dei rossi di Emmanuel sono impressionanti, credo abbiano bisogno di
molto tempo per scaricarsi o cibi molto grassi e succulenti.
Produce
anche una sirah e mourvedre e una sirah in purezza ma qui sospendo il giudizio perché
il re della sirah è Stefano Amerighi.
Degustazione
avvenuta con Rolando Zorzi e Claudio Nadal.
Kampai
Luigi
a sx Emmanuel Pageot a dx Stefano Amerighi |
Un post che mi solleva tanta curiosità e voglia di scoprire luoghi e sensazioni nuove.
RispondiEliminaRiccardo.
Non vale, devi dirci qualcosa della sirah, in attesa che Stefano Amerighi ci sveli ogni segreto.
RispondiEliminaVolete la verità?
RispondiEliminaEro così in ansia nell'assaggiare la Sirah (per la presenza del sommo maestro) che non mi ricordo nulla, come avessi bevuto acqua, tale era la tensione.
Ma che dite dell'assaggio delle vinificazioni differenziate? Intrigano vero?
RispondiEliminaHo fatto un'esperienza del genere - quella degli assaggi delle varie vinificazioni e contenitori - proprio da Stefano. Devo dire che le differenze si sentono eccome. Grandissima esperienza!
RispondiEliminaIo ho un bellissimo ricordo anche del suo Sauvignon
RispondiEliminaCerto ottimo,lo ricordo benissimo.
Eliminal'esercizio di stile del vinificare per singole parcelle in base al suolo, in Francia è praticamente la normalità. Lasciando stare la Borgogna, dove ciò è ormai codificato, rispettato e apprezzato anche commercialmente, ed ha fatto scuola per tutti, in alcune zone, come la Loira, dove la variabilità del suolo è più grossolana, ma anche più netta, si fanno esperienze incredibili. Cantine che fanno dieci e più vini, all'apparenza tutti uguali, stesso vitigno, stessa vinificazione, stesso tutto, ma nella sostanza tutti assolutamente diversissimi. Luigi, a te non aveva entusiasmato, ma anche quel Syrah dei pays catalanes assaggiato a les affranchis fatto su tre suoli diversi, di cui ho i campioni a casa! ;)
RispondiEliminaLa Sirah a Les Affranchis mi è sfuggita, cercavo altro e quando si ha in mente una cosa facilmente si perde l'incontro casuale, inaspettato.
EliminaQuesta cosa "dell'avere in mente qualcosa" quando si incontra un vino è un approccio da evitare nella degustazione, è un limite,lo so non è cosa semplice da superare,bisogna fare vuoto,in ogni caso
Eliminail suo opposto va divulgato everywhere.
cercavi il Pinot d'Aunis ed ormai eri folgorato dal salmone selvaggio.
RispondiEliminabellissime davvero le grenache su suoli diversi, e la Syrah è sempre interessante, sia Emmanuel che karen (la compagna) hanno lavorato da Chapoutier... mica da uno qualunque!! . Son davvero bravi.
RispondiEliminaP.s per Rolando aspetto l'assaggio della tua Syrah
P.s2 per Luigi ho scoperto con piacere che un piemontese può aver la capacità di prendere in giro gli altri al pari dei toscani...e forse superarali!!:-)