venerdì 1 febbraio 2013
Pasènsja 2010, Crocizia di N.Desenzani
Una bottiglia di vino rosso.
In compagnia di un amico che non vedevo da tanto.
Seduti al tavolo della cucina.
Come si è sempre fatto nella sua vecchia casa.
Che era sempre aperta.
Anche quando non c’era nessuno.
A Milano.
Eravamo al liceo.
Mi ha stupito il Pasènsja di Crocizia, da uve croatina, unico vino fermo che producono. E’ un vino che coniuga davvero bene una vinosità da salumi, con tanti strati da interpretare. Vino anche ruvido, ma con un tocco di abboccato quasi impercettibile. Di discreta freschezza, franco, di beva semplice. Ma anche arcaico ed evocativo.
Mi è piaciuto. Ha dato il suo supporto a un bel momento.
Che poi dovrebbe essere quello il mestiere di un vino.
PS
Per una strana coincidenza è già la seconda volta che un vino di Crocizia mi accompagna in un momento particolarmente felice.
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Non ho ancora assaggiato questo vino di Crocizia, però la sensazione generale bevendo gli altri è che siano vini molto introspettivi e che necessitino di un po' di tempo per esprimersi al meglio, aspettato il tempo necessario (ora cominciano a essere espressivi i bianchi 2011) nel bicchiere ci sono vini eleganti mai muscolosi.
RispondiEliminaBisogna portar pasénsja!
EliminaI vini di Crocizia sono vini di sottigliezza, richiedono percezione, attenzione e tempo.
RispondiEliminaCondivido il pensiero di Vittorio al 100%. Ho provato le stesse sensazioni agli assaggi dell'ultimo Vinixlive. In ogni modo, sono bottiglie corrette, sincere e fondamentalmente da tracannare!
RispondiEliminaMi hai fatto venir sete di amici d'infanzia :-)
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