La settimana scorsa avevo amici a cena e si fa una pasta asparagi e Prosciutto di Parma.
L’abbinamento classico altoatesino degli asparagi prevede il Sauvignon, mentre in Germania gli preferiscono il Riesling, quello delle versioni base, spesso trocken.
Non mi va il Sauvignon e non ne ho di tanto pronti.
Riesling tedeschi neanche l’ombra, ma ne ho in casa uno alsaziano.
Lo stappo.
Rolly Gassmann è un produttore poco o nulla conosciuto in Italia.
Chi mi ha regalato la bottiglia mi ha raccontato della biodinamica non certificata e dell’uso, in vigna, di preparati a base di erbe che producono in azienda.
Cure maniacali del vigneto ed attenzione in cantina.
Questo 2008, non appena aperto, lascia qualche dubbio sul tappo, rilevatosi poi infondato.
Se ne avessero usato uno a vite non ci sarebbe stato il dubbio.
Bello intenso fin da subito, senza ritrosie, ma un pò monocorde su note minerali, che più che minerali direi petrolifere.
Una vasta gamma di sentori riconducibili ai derivati del petrolio, dalla benzina al kerosene, passando per l’officina e l’olio motore.
Folate balsamiche che rasentano l’insetticida, piastrine per zanzare, piretro e olio di citronella.
Qualcuno abbozza l’odore di plasticoni da supermarket cinese, ma sarà stato l’alcool.
L’assaggio è però particolarmente gradevole, con un leggero residuo zuccherino, al di sotto dell’abboccato, a stemperare un’acidità viva ma non aggressiva.
I ritorni di bocca svelano i profumi del secondo turno, che sono più in linea con l’assaggio.
Infatti, svanite le esalazioni da raffineria iniziali, il ventaglio olfattivo si fa più gustoso, con note di agrumi, soprattutto cedro, susina gialla, cedro candito e punte balsamiche di erba Luigia.
Bello lungo il finale, pulito, giocato sugli agrumi.
Un vino double-face, dinamico, con una discreta beva, che si è abbinato alla perfezione al piatto.
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