"Come gocce di cristallo sollecitate da un'onda elastica, le stalattiti si incrinarono, comparvero delle linee di frattura; poi, o per un colpo di vento o per un improvviso incantesimo, simultaneamente i cannoli si staccarono dagli alberi e caddero nelle pale di ficodindia con un movimento soffice e rotondo."
Lacrime bianche
come gli stucchi del Serpotta che ti lasciano in contemplazione mistica, varcata la soglia della cappella di S.Anna, nel castello Ventimiglia.
Lacrime bianche
come la neve che in inverno rende quasi inaccessibile il buen retiro di Castelbuono,
paesino che richiama da tutta la Sicilia, appassionati d'arte, ornitologi, micologi, golosi che apprezzano i magnifici funghi del territorio, i salumi e le pregiate carni del suino nero dei Nebrodi.
Lacrime bianche
come la glassa che avvolge i celebri panettoni, che il Maestro Nicola Fiasconaro porta in giro per il mondo e spedisce anche in orbita.
Lacrime bianche...
è così che vedo la manna che sgorga dalla corteccia 'ntaccata, mi chiedo se sia lecita questa pratica, passeggiando per i sentieri delle Madonie, dove magari hai la fortuna di incontrare Giulio Gelardi, in comunione coi suoi frassini.
I frassineti, patrimonio forestale della Sicilia nord occidentale, oggi ridotti a pochi ettari, si estendono da Castelbuono a Pollina, in provincia di Palermo, là dove vola l'aquila Reale e all'orizzonte si stagliano le Eolie figlie del vento e l'Etna, per quanto sei in alto.
Sicuramente stoici eroi.
Mantengono ancora in produzione il 30% dei frassini da manna rimasti, che nel secondo dopoguerra erano la principale fonte di reddito del territorio, oggi salvaguardati dal Presidio Slow Food "Manna Eletta delle Madonie".
Sanno incidere secondo schemi precisi, che vanno perpetuati negli anni, con un ritmo imperturbabile.
Possiedono competenze colturali che hanno radici ancestrali, sentono il vento, sanno individuare il preciso momento in cui intervenire, quando il frassino è carico della linfa che la torrida calura estiva cristallizzerà.
Solo la purissima manna colata, che non è venuta in contatto con la corteccia, forma il cannolo, la qualità più pregiata.
I Mannarùoli sono di certo custodi della biodiversità vegetale, contribuiscono a salvaguardare fauna, microbiologia del terreno e ad arginare il degrado del territorio.
Assaggiai la manna al Salone del Gusto lo scorso autunno prima ne avevo solo sentito parlare proprio in merito ai famosi panettoni di Fiasconaro. Mai avrei detto che il suo potere dolcificante è molto inferiore al comune saccarosio.
RispondiEliminaI panettoni sono in produzione 365 giorni l'anno, appena torni in Sicilia...
EliminaProprio ieri, leggendo la tua analisi sensoriale di Serragghia, riflettevo sull'assonanza aromatica primaria e secondaria comune a questi due universi paralleli...
Grazie Andrea ;D
Great post... esistono altri tipi di manna in giro per il mondo? Io ho sentito parlare della manna di Briancon (che Luigi Fracchia consocerà di certo) e di altre sostanze simili in Madagascar, Medio Oriente e Australia, ma non notizie precise.
RispondiEliminaNon conosco la Manna di Briancon, cercherò di rimediare.
EliminaOltre a Fraxinus ornus, atre specie botaniche hanno linfe zuccherine:
Eliminacome l'Alhagi maurorum utilizzata nella medicina iraniana, oppure altre secrezioni resinose sono causate dalla puntura d'insetti sulla corteccia di Larici, Artemisie o Tamarix...
La "manna dal cielo" biblica sembra essere riconducibile ai talli zuccherini dei licheni del nord Africa Lecanora esculenta sospinti dal vento...
Dolci doni della Madre Terra ;D
Caro Vittorio, un motivo in più per smettere di rinviare il mio viaggio in Provenza...oltre che perdermi nei campi di lavanda andrò anche per frassini allora!
Anche la Stevia è dolcissima. Già la usavo come dolcificante, ma proprio qualche giorno fa mi è capitato di assaggiarne una foglia verde (non essiccata): incredibilmente dolce!
Elimina@Andrea ho appena comprato una piantina di Stevia bio, assaggiata una fogliolina ieri, great!
Elimina@Rossana non dimenticare Briancon e il suo mercato alimentare (Luigi quando non è a Torino è sempre lì)
@Andrea ho appena apprezzato la Stevia alla lezione di cucina di Pino Cuttaia a Uovodiseppia!
EliminaIl retrogusto di liquirizia potrebbe essere valorizzato...
@Vittorio in questi casi vorrei attrezzarmi con cucina da campo! Impazzisco quando visito certi mercati meravigliosi e non posso comprare nulla da cucinare subito!!!
Giuro fino alla lettura di questo post nulla sapevo della manna, ignorante che sono! Mi è venuta gran curiosità, anche solo di assaggiarla, succhiandola o sciogliendola. Se poi trovassi il panettone, penso che non resisterei. A proposito ricordo un buon cannolo mangiato in piazza ad Avola. Bei ricordi!
RispondiEliminaTi sorprenderà all'assaggio, il panettone è sempre in produzione, ogni momento è buono per tornare in Sicilia... ;D
Eliminagran post, se passate da Castelbuono oltre a visitare il centro (per la cena consiglio il ristorante "Nangalarruni"), fate un salto nel pomeriggio a Piano Pomo e per ammirare gli agrifogli secolari (non a caso l'ultima foto...)
RispondiEliminaNangalarruni da solo vale il viaggio...
Eliminatutti i paesini delle Madonie sono gioielli da scoprire!
Grazie Gastrofanatico, avere la tua approvazione impreziosisce e certifica il post!
Nell'ultima foto la manna è posata su bacche di pepe rosa, albero molto diffuso in Sicilia ;)
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