Potente e profumato come pochi sciablì.
Apre sulla cotè morbida dello sciardonnè, senza le esasperazioni minerali e dure.
Senza il citrino pizzicante.
Finisce sulla pasticceria e uovo e caramello e agrumi canditi e frutta secca (?).
Decadente per essere un sciablì.
L’acidità comunque impetuosa e una lieve rasposità spalleggia e vivifica le maturazioni e la materia vinosa.
Molto appagante e denso.
Infinita l’evoluzione nel bicchiere.
Alice e Olivier non sono spaventati dalla leggera ossidazione dovuta a pratiche di cantina con bassa solforosa, nessun lievito secco selezionato, nessuna filtrazione e botti di legno.
E ci consegnano uno sciablì d’altri tempi ricco, maturo al limite del caramello e lievemente affumicato.
Molto controcorrente, anche dalle loro parti.
Bevuto al Consorzio in compagnia di Danilo Gatti e Vittorio Rusinà.
Bonne degustation
E l’Aligotè Plantation 1902 di cui ne parla un amico del bar Niccolò Desenzani.
Dimenticavo! Un vino #coldoppioKi.
Ho conosciuto il Sig. De Moor a Fornovo nel 2005.
RispondiEliminaSi era portato solo lo Chablis Bel Air et Clardy, il 2003 e il 2004.
Purtroppo non sono riuscito ad acquistare il 2003, anche se è stata un'annata anomala, era fenomenale.
Il 2004 era un sciabolata acida, al gusto di acciaio.
Sembrava di bere da un bicchiere in acciaio
inox.
Ha tenuto discretamente l'invecchiamento, l'ultima l'ho aperta nel 2011.
Era lievemente ossidato, ma la carica acida ancora consistente.
Godibilissimo.
Peccato non passi più da Fornovo...