Gaglioppo in rigorosa purezza.
E per mantenerla questa purezza Francesco ha provato a combattere contro i vitigni “migliorativi”.
Inseriti nella docg nell’ultimo anno.
Il suo concetto, che ho fatto mio da tempo è:
perché non lavorare con le cultivar presenti sul territorio, facendo ricerca e selezioni massali da vecchie vigne, preservando la naturale diversità genetica intraspecifica delle piante?
Perché, perché?
Perché affidarci a piante con storie di evoluzione in territori lontani e climi incomparabili a quelli in cui vengono calate?
Per fare vini scuri, densi, morbidi, adatti a tecniche enologiche a la page?
Ebbene il Cirò di Francesco, persona di onestà intellettuale e gentilezza ormai rare, non è così.
Dalle sue vigne a cinquanta metri di quota, affacciate sullo Ionio.
Produce con mano leggera sia in campo sia in cantina un solo vino il Cirò.
In cui c’è freschezza da vendere con acidità inizialmente impetuosa e scontrosa esaltata da sensazioni vegetali e tannini un po’ ruvidi.
E’ vino di colore chiaro e brillante quasi emaciato considerando che proviene da vigne con le radici nel mare.
E il calore abbacinante che non scende neanche la notte.
Però come spesso succede la coevoluzione, il legame intenso con il territorio fa si che i vini non siano caricaturali, gonfi di anabolizzanti.
Eterea eleganza mista a rusticità ben condotta ne fanno un vino che frutteggia ma ha già in nuce sentori complessi.
Si sentono davvero i frutti di bosco, le fragoline.
Si sentono davvero i frutti di bosco, le fragoline.
E poi un po’ alla francese del fieno e leggero vegetale rinfrescante.
Legno di liquirizia, amabili dolcezze di incensi e macchia ci fanno intuire lontane terre di quasi oriente.
Da cui amiamo pensare provenga il Gaglioppo.
Francesco De Franco.
Segnatelo sulla Moleskin ne sentirete parlare ancora.
Segnatelo sulla Moleskin ne sentirete parlare ancora.
La Calabria ha bisogno di gente come lui gentile, onesto ma tenace, un guardiano della terra.
Fa anche un ottimo rosato d’antan per palati robusti e non massificati
Bonne degustation.
Luigi
Adoro i vini di 'A Vita, vinicolKi (con la K maiuscola), ammiro e stimo il gran lavoro in vigna di Franco e di Laura che dal Friuli ha seguito il suo amore fino in Calabria.
RispondiEliminaSono d'accordo con te: si sentirà parlare molto e bene in futuro di 'A Vita.
Il fatto che i loro vini siano entrati nella selezione Sarfati è un segno assai positivo.