Villa Favorita |
E’ passato oramai quasi un anno da quando ho scritto questo post.
E’ rimasto sul taccuino, da terminare, per tutto questo tempo.
Non mi sono deciso, ne a finirlo, ne a pubblicarlo subito.
Probabilmente non avevo tanto da dire.
E’ che scrivere e pubblicare qualcosa su una serie di assaggi lunghissima mi sembrava oramai estemporaneo e fuori luogo, vista la moltitudine di parole che si dovrebbero spendere.
Ultimamente sono diventato anche pigro.
Ma poi mi torna in mente la bella atmosfera respirata sia a Villa Favorita che a Cerea.
Ecco, è quello che sto cercando da tempo.
La frenesia e la confusione di Verona in quella settimana mi ha tenuto lontano da Vinitaly e, a malincuore, ho dovuto rinunciare cosi anche al ViViT.
Però cosi ho affrontato il weekend con lo spirito giusto, cioè rilassato e votato a stare in compagnia degli amici, incontrare persone che si vedono raramente, e assaggiare qualche vino ma non troppo.
Non riesco più a concepire gli assaggi fatti in fretta, affrontando la fiera con l’elmetto, la baionetta fra i denti e una scaletta prestudiata a casa che non si riuscirà mai a rispettare.
Le sorprese migliori arrivano da chi non si è preso nemmeno in considerazione.
E cosi, ci siamo trovati a girare in gruppo numeroso ( cosa poco raccomandabile in queste manifestazioni ), ma l’esperienza è stata intensa, più del solito, perché è confrontandosi con gli altri che emergono tante sfumature che da soli si perderebbero.
In gruppo compatto, con compagni diversi a seconda dei giorni, abbiamo vagato più o meno a caso, decidendo al momento gli assaggi da fare.
Luigi e Riccardo |
Poi le pause.
A Villa Favorita il prato è memorabile e, grazie al tempo clemente, ci siamo riposati e rifocillati sull’erba.
A Cerea l’area ristoro con self-service concede un po’ di tregua, e ci si può sedere comodamente mangiando un piatto caldo e non i soliti panini.
Il parco |
E sono fermamente convinto che la canonica sequenza degli assaggi bollicine-bianchi-rossi-dolci non valga un fico secco.
Quando vorrete passare ai rossi, le papille saranno già stanche e cotte dagli acidi dei bianchi e, dopo 3-4 assaggi, si sentiranno solo tannini amari.
Io ultimamente prediligo assaggi misti, magari facendo in sequenza la serie di vini per ciascun produttore.
Ogni tanto un giro di bollicine o acqua aiuteranno a ripulire la bocca.
Teoria personale da adattare a piacimento…
A Villa Favorita c’era pure una sala degustazione riservata agli operatori, stampa e compratori.
Bella occasione per assaggiare con calma e in poco tempo una discreta serie di vini, ma vuoi mettere la possibilità di parlare a quattrocchi col produttore ?
Insomma, sono sempre più convinto che il contatto umano com amici, appassionati e produttori sia fondamentale per comprendere appieno quello che c’è davanti e dietro un bicchiere di vino, al di la della mera degustazione.
E’ la fiducia reciproca produttore-consumatore il motore trainante nel futuro prossimo del settore del vino artigianale/naturale.
Quindi, tutti in fiera, tra amici, a rilassarsi e confrontarsi col bicchiere in mano.
Noi ci saremo di certo.
Salute.
Mi sento già più rilassato. Ci si vede là, sul prato :-)
RispondiEliminaOttimo Nic, quello è lo spirito giusto, ma tu sai già di cosa si tratta ;)
RispondiEliminaSperiamo bene per il meteo, altrimenti niente prato :(
quest'anno a Villa Favorita ci sono anche io, solo Sabato però...poi mi tocca indossare baionetta e elmetto....
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